Anche il Papa è nudo. Tutti indegni, anche i “superiori”

Foto: un’immagine del recente viaggio di Papa Francesco in Bolivia

IL PAPA UOMO PERDONATO

Il 10 luglio 2015, prendendo la parola nel carcere di Palmasola a Santa Cruz de la Sierra in Bolivia, Papa Francesco ha esordito dicendo: “Chi c’è davanti a voi? Vorrei rispondere alla domanda con una certezza della mia vita, con una certezza che mi ha segnato per sempre. Quello che sta davanti a voi è un uomo perdonato. Un uomo che è stato ed è salvato dai suoi molti peccati”.
L’insistenza con la quale il Papa esprime questa sua persuasione e la sincerità evidente (almeno a mio modo di vedere) con cui la esprime, mi ha incoraggiato a cercare nei vecchi quaderni del mio Diario un incontro capitatomi anni fa con un amico un po’ originale, ma per me assai stimolante.

UNA PROVOCAZIONE SULLA PORTA DELLA CURIA

Stavamo seduti spesso sui gradini del Battistero del Duomo, proprio vicino all’ingresso della Curia vescovile. I clienti dell’organismo principale della diocesi, prevalentemente preti, ci passavano davanti proprio a pochi metri, così che potevamo scrutarne gli stati d’animo.
Quando capitava che qualcuno entrando desse segni di qualche timore, l’amico gli lanciava immediatamente la palla: “Ehi! Mica avrai paura, vero? Senti. Se entri con quella timidezza, sei fritto in partenza. Te lo do io il segreto per far passare ogni paura. Da’ retta a me. Quando sei là dentro, se qualcuno ti mette soggezione, immaginalo in mutande: vedrai che ti passa tutto”.
Quante volte l’ho sentito ripetere questo consiglio irriverente. È logico: strano, ma vero, anche nella Chiesa sono molti quelli che sono in soggezione davanti all’autorità.
Vi chiederete se l’assalto del mio amico funzionava. A mio parere sì, perché molti poi, uscendo e trovandoci ancora lì, ci sorridevano con aria di intesa.

IL RE È NUDO: BANDO AD OGNI TIMIDEZZA

“Tu – gli dissi dopo l’ennesima ripetizione della poco liturgica ammonizione – sei come il bambino della favola del re nudo”. Non la conosceva per cui mi disse: “Questa me la devi spiegare”.
“Un re aveva commissionato al miglior sarto del regno il vestito più bello possibile. Il sarto imbroglione, intascati i soldi, non aveva fatto nessun vestito e aveva fatto credere che lo splendido abito dai lui preparato lo potesse vedere solo chi era intelligente. Perciò tutti, re compreso, fingevano di vedere il vestito del sovrano, mentre in realtà egli era nudo come un verme. Ruppe l’incantesimo un bambino che, vedendo il re, gridò innocentemente: ‘Guarda papà: il re è nudo”‘.
Il mio amico, compiaciuto dell’accostamento, insistette: “Con questo penso di rendere servizio anche alla tua organizzazione, in cui, a me pare, di timidezza e men che meno di paura non dovrebbe esserci nemmeno l’ombra. Voi dovreste essere pronti a morire per il Vescovo e più ancora per il Papa, ma, secondo me, davanti a loro dovreste stare in piedi. E invece, guarda lì quanti fifoni, che poi o si lasciano schiacciare o si vendono per un posto o per un’approvazione. È mai possibile?”.
“Ma da chi dipende questo mettersi in soggezione? – obiettai io – Nessuno glielo fa fare”.
“In parte sì, certo. Nati senza spina dorsale o non formati solidamente al momento giusto, molti sarebbero dei molluschi in ogni caso. Ma secondo me, molto dipende anche dalle autorità e dagli autori di una certa mistica dell’autorità“. “Come sarebbe a dire?” domandai sempre più interessato.
Ed egli di tutta risposta mi raccontò una barzelletta: “Sai che differenza c’è tra un monsignore e un prete che non lo è?”. “Non saprei” feci io. “Nessuna differenza, ma il monsignore non lo sa”.

ANCHE PAPA, VESCOVI E PARROCI SONO NUDI

“Beh, ma qui non si tratta di semplici titoli onorifici come il monsignorato. Qui c’è di mezzo un sacramento che imprime il carattere e quindi c’è una differenza sostanziale”.
“E con questo? – ribatté lui subito -. Quel sacramento pone una sacrosanta distinzione di ruoli, che va rispettata, non lo nego. ma ciò non toglie la nudità di uomini perdonati che fa tutti uguali.
Senti, un giorno sono entrato in Domo, e ho sentito il Vescovo che diceva, credo, al Signore: “Ricordati del nostro Papa e di me indegno tuo servo”. Immagino che anche il Papa quando celebra dica qualcosa di simile. Allora come la mettiamo? Sono indegni durante la Messa e poi di colpo diventano degnissimi quando sono alla loro scrivania? A me pare che il pensiero che davanti a Dio siam tutti nudi come bruchi, possa far bene anche voi, gente di Chiesa. La Chiesa ne guadagnerebbe molto. E siccome siete tutti nudi come tutti, ma voi non lo sapete o fate finta di non saperlo o volete far credere di non esserlo per divino privilegio, ci pensa questo rompi a ricordarvelo. Vi serva a vostro incoraggiamento quando venite dal vescovo come tanti timidi cagnolini, e a vostro ammonimento quando tornate ai vostri paesi rivestiti d’autorità per i vostri parrocchiani”.
Intascai anche questa e me la portai via. Con qualche piccolo (forse ancora troppo piccolo) frutto.