Un giubileo bestiale/1. Il cane del Papa

Nei quaderni passati del mio Diario ho trovato un capitolo sul Giubileo del 2000.
In quell’occasione l’Italia pullulò di catastrofisti che paventavano disastri ambientali, economici e culturali causati dall’evento indetto dal Papa.
Nel mio piccolo cercai di parare il colpo e andai di intervistare… alcuni animali.
Mi dicevo: se le cose le capiscono le bestie, c’è speranza che le capiscano anche gli umani, almeno i non prevenuti.
La cosa funzionò. Dagli intervistati ebbi risposte molto interessanti, che mi pare non abbiano perso di attualità.
Propongo un piccolo revival di quelle interviste con il solo intento di scongiurare il ripetersi di atteggiamenti inappropriati.
Incomincio da ciò che mi disse… il cane del Papa.

don Giacomo Panfilo

IL CANE DEL PAPA SI PRESENTA

Sono il cane del Papa. Sì, il Papa ha un cane e io ho l’inestimabile privilegio di essere quel cane. Il Papa mi ha trovato in una delle sue vacanze in montagna. Randagio, spelacchiato e affamato com’ero, mi accostai a lui sperando anche solo in un tozzo di pane. Per la prima volta provai quanto è dolce una carezza. Poi egli chiamò il segretario e gli chiese di darmi da mangiare e… di portarmi in Vaticano. Non potevo crederci. Da quel momento io sono il più felice dei cani della terra. In fondo sono ancora quello di prima, il bastardino maltrattato con crudeltà dai ragazzi. Ma ora sono il cane del Papa e tutti mi coccolano come fossi un cardinale. Quando si dice la potenza delle relazioni!

LA CANEA ANTIGIUBILARE

Stando accucciato vicino il Papa, posso intuire i suoi stati d’animo per quanto succede nel mondo. Recentemente ho visto il suo stupore per il diluvio di polemiche sul Giubileo. Penso siate d’accordo che di cani me ne intendo. Ecco, secondo me, siamo in presenza di una vera cagnara, montata per giunta da animali di razza. Io non riesco proprio a capire tanto latrare contro il Giubileo.

Quando l’Italia l’ha spuntata per le Olimpiadi invernali a Torino, stavo in grembo al Papa e guardavamo insieme il tg. Ricordo benissimo che il presidente Ciampi espresse viva soddisfazione per l’opportunità che veniva offerta al paese non solo riguardo all’immagine, ma anche all’affare economico e al progresso sportivo e culturale. Il santo Padre, accarezzandomi dolcemente, mi ha sussurrato: «Perché mai non si fa lo stesso ragionamento per il Giubileo?». Ho solo scodinzolato in segno di approvazione. Aveva ragione.

C’è chi parla di orde di pellegrini che devasteranno Roma durante tutto l’anno. Ma scherziamo? Quelle che verranno a Roma non saranno orde di selvaggi, come quelle, (quelle sì!), delle domeniche fubbaliere; ma sarà gente composta, che si muoverà con grande venerazione per la “città santa”.

In un momento di relax, una sera il Papa e io assistevamo ad uno spettacolo di cabaret in cui uno degli attori fece grottesche previsioni sull’impatto fognario dei milioni di pellegrini del Giubileo. Il Papa, che di attori se ne intende, mi ha accarezzato tristemente sulla schiena, e io gli ho leccato la mano pure con tristezza come per dirgli: «Santo Padre, non se la prenda; quando un attore arriva a far ridere con argomenti fognari è un cane di attore».

Per carità, i cani da guardia servono per tener sveglia l’attenzione di tutti, perché tutto vada nel modo migliore. Il livello religioso della celebrazione giubilare e anche quello semplicemente culturale devono essere degni della solennità dell’evento e della grandezza di Roma, ma in tante delle polemiche antigiubilari non si sente né amore per la religione, né per la cultura, né per la città eterna.

PREVISIONI DI UN POVERO CANE

Parlando con altri cani presenti in Vaticano, abbiamo fatto delle osservazioni e delle previsioni. Nessuno ha mai pensato di abolire il calcio per gli incalcolabili danni che ogni domenica le tifoserie arrecano all’arredo urbano, ai mezzi di trasporto, alle persone stesse. Ma, se dovesse succedere qualcosa anche di minimamente spiacevole durante il Giubileo, ci sarà subito, immancabilmente, chi esigerà che la si faccia finita con queste devastanti invasioni di… cattotalebani.

A nessuno di tali custodi dell’integrità dell’Italia, a cose fatte, verrà in mente di tentare onestamente un calcolo del miglioramento prodotto dal Giubileo, non dico dell’aspetto religioso, che a loro interessa meno di zero, ma del nostro patrimonio artistico, dell’accresciuta funzionalità delle nostre città, di Roma in primo luogo, del progresso degli studi sull’Italia e su Roma a tutti i livelli, nonché dei vantaggi economici derivati al nostro paese dall’imponente incremento del turismo, che è pur sempre tra le principali fonti di reddito per lo Stivale. Scommettiamo che le cose andranno così?

Pensieri raccolti da don Giacomo Panfilo