Il 2 novembre. La morte tra oblio e banalità

Immagine: la morte e la sua banalizzazione. Il 2 novembre e Hallween

MORTI E SANTI

Arriva la festa dei morti. Per la verità, arriva prima quella dei santi. Ma per l’opinione pubblica la festa dei santi, più ecclesiale, più liturgica, passa in secondo piano rispetto alla festa dei morti, più sociale, più culturale. Di morti ne hanno tutti, infatti; di fede nell’altra vita solo alcuni.

LA MORTE DIVENTATA ANCORA PIÙ INVADENTE

E, allora, anche per questi motivi, l’invadenza pacifica della morte all’inizio di novembre ci incuriosisce, in qualche modo, come una bella stranezza. Dovremmo, in questa occasione, riprendere in mano il tema ricorrente dell’oblio della morte. La nostra cultura, si sente ripetere, emargina la morte, sia dalle sue parole, sia dai suoi riti. Non se ne parla più, per tanti motivi. Non abbiamo la competenza e il tempo per riprendere quei motivi, ma ci accontentiamo di constatare che ci sono, e ce ne sono tanti.

Eppure viene subito spontaneo precisare che non è vero che non si parla della morte. Se ne parla e molto. Anche quando l’Isis non esibisce le sue decapitazioni, di morti si parla continuamente. A ogni telegiornale, dopo la solita politica internazionale, dopo la solita politica interna, arriva la cronaca, dove ogni giorno, ammazzamenti, incidenti stradali, guerre, naufragi ci rifilano la consueta, corposa lista di morti. Questa lista è andata sensibilmente ingrossandosi negli ultimi tempi.

CI SI ABITUA ANCHE ALLA MORTE

Solo che questo stillicidio quotidiano sta creando, per forza di cose, una qualche forma di assuefazione. Si convive con tutto, anche con questa ondata di morte quotidiana. Sta diventando normale anche vedere barconi che si rovesciano, sacchi di plastica con il cadavere dentro.

Il risultato finale è preoccupante. A furia di sentirne parlare, la morte pubblica non è solo lontana perché è sempre la morte degli altri, ma è lontana anche perché non ci impressiona più: appunto, è diventata banale.

La morte quindi, almeno nella nostra società occidentale, resta in bilico fra il rifiuto, quando si tratta della nostra morte, e la banalità quando si tratta della morte degli altri.

IL 2 NOVEMBRE E HALLOWEEN

La festa dei morti è il tentativo di evitare l’una e l’altra cosa: parlare della morte seriamente, anche pregandoci sopra, per chi ci crede. Da notare, però, che questo resto di discorso serio sulla morte è anch’esso insidiato dalla sguaiataggine di Halloween che cade, precisamente, in coincidenza con il 2 novembre. È un caso ma è strano, davvero strano: quando si tenta di parlare seriamente della morte, qualcuno, immancabilmente, cerca di riderci sopra.

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