La Chiesa secondo Papa Francesco

Immagine: il logo del convegno di Firenze

Forti, le parole di Papa Francesco al convegno di Firenze. Forti in ogni caso e forti perché le ha dette lui e perché le ha dette in quel contesto.

“Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti”.

La Chiesa italiana “assuma sempre lo spirito dei suoi grandi esploratori, che sulle navi sono stati appassionati della navigazione in mare aperto e non spaventati dalle frontiere e delle tempeste. Sia una Chiesa libera e aperta alle sfide del presente, mai in difensiva per timore di perdere qualcosa. Mai in difensiva per timore di perdere qualcosa. E, incontrando la gente lungo le sue strade, assuma il proposito di san Paolo: ‘Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno’ (1 Cor9,22)”.

Le parole di Francesco non impressionano soltanto per quello che dicono, ma anche e soprattutto per quello che presuppongono.

PREFERISCO UNA CHIESA SPORCA

E presuppongono soprattutto e precisamente una idea di Chiesa. La Chiesa di Papa Francesco non si impone con la forza, torna sempre alle sue radici, al Vangelo e quindi, proprio perché fedele al Vangelo, deve essere fedele agli uomini e soprattutto a quelli che il vangelo proclama beati: poveri, costruttori di pace, perseguitati… È la Chiesa “della gente”. Preti e vescovi devono vivere vicini a quella gente, dentro le loro storie: la loro unica gioia deve essere quella di essere pastori di quel gregge e di portarne addosso l’odore.

Qualcuno, anche in questi giorni, ha commentato le parole del Papa dicendo che l’epoca del cardinal Ruini è proprio finita. Nell’epoca del cardinal Ruini la Chiesa metteva sul piatto della bilancia la propria forza per ottenere qualcosa. Qualcosa di buono, ovviamente: leggi conformi alla morale cristiana sulla famiglia, attenzione all’azione sociale della Chiesa, al mondo dell’assistenza, dell’immigrazione, della carità… e così via. Ma il metodo era quello della forza.

LE STORIE DI CURIA E L’EX-ABATE DI MONTECASSINO

Ora, soprattutto in questi ultimi tempi, è proprio il potere e la sua forza che insospettisce Papa Francesco. Sarà stato un caso ma, poche ore dopo che Papa Francesco aveva pronunciato quelle parole al convegno di Firenze, gli organi di informazione riferivano che l’ex abate di Montecassino, Pietro Vittorelli, si è intascato, sottraendoli ai beni del monastero, una cifra vicina ai 500.000 euro. E questo si aggiunge a tutte le storiacce di curia che hanno occupato pagine e pagine dei giornali dei giorni scorsi.

La Chiesa che piace a Papa Francesco è un’altra e lo ha detto, con forza, a Firenze, non solo per i delegati al convegno, ma per tutti i cattolici italiani.