«Da una parte l’ipocrisia dei dottori della legge, dall’altra parte la sincerità, l’umiltà e la fede della donna». Con queste parole, pronunciate fuori testo, il Papa ha sintetizzato il brano evangelico al centro della catechesi odierna, in cui i protagonisti sono Simone e l’anonima peccatrice. «Tutti noi siamo peccatori -, ha proseguito Francesco sempre a braccio: – Tante volte cadiamo nella tentazione dell’ipocrisia, di credersi migliori degli altri».
«Tutti noi guardiamo il nostro peccato, le nostre cadute, i nostri sbagli, e guardiamo il Signore -, l’invito del Papa, secondo il quale – questa è la linea di salvezza: il rapporto tra noi peccatori e il Signore. Se io mi sento giusto, questo rapporto di salvezza non si dà».
«La donna peccatrice ci insegna il legame tra fede, amore e riconoscenza -, ha spiegato il Papa:- Le sono stati perdonati molti peccati e per questo ama molto, invece colui al quale si perdona poco, ama poco. Anche lo stesso Simone deve ammettere che ama di più colui al quale è stato condonato di più. Dio ha racchiuso tutti nello stesso mistero di misericordia; e da questo amore, che sempre ci precede, tutti noi impariamo ad amare».
«Lasciamo che l’amore di Cristo si riversi in noi – l’invito finale di Francesco:-. Così, nell’amore riconoscente che riversiamo a nostra volta sui nostri fratelli, nelle nostre case, in famiglia, nella società si comunica a tutti la misericordia del Signore».