Ascoltare, sperimentare, testimoniare: sono gli ingredienti più importanti della catechesi per gli adulti secondo le indicazioni di fratel Enzo Biemmi, nei giorni scorsi a Bergamo per un incontro con i catechisti della nostra diocesi. «Ci troviamo – spiega fratel Enzo – in un momento di passaggio molto forte dal punto di vista culturale. Gli adulti che abbiamo di fronte nelle nostre parrocchie hanno seguito la catechesi tradizionale, hanno una formazione cristiana, ma poi – per la maggior parte – si sono allontanati dalla comunità. Hanno un’infarinatura di cristianesimo che però non ha fatto presa sulla vita delle persone, sulle loro scelte, salvo alcune eccezioni. Credo che la sfida più difficile e importante sia accompagnare questi adulti a una riscoperta della fede non di tipo intellettuale ma nell’esperienza, nella vita. Ci sono alcune esperienze che, come indicano anche gli Orientamenti sulla catechesi della Cei del 2014, possono diventare vere e proprie soglie di fede, ovvero concrete possibilità di riavvicinarsi».
Sono momenti che coincidono in genere con esperienze forti, cruciali della vita: come quando ci si innamora, si battezza un bambino, lo si accompagna nei sacramenti di iniziazione cristiana. «Da parte della Chiesa – sottolinea fratel Biemmi – è importante che non ci sia soltanto un annuncio verbale del messaggio cristiano ma uno stile di accoglienza, una proposta di esperienze che possano far riscoprire come significativa una parola bella di Vangelo, un patrimonio di formazione religiosa che è rimasto lì latente. Poi ci sono passaggi invece difficili, periodi di crisi, comunque decisivi: problemi a livello familiare, il fallimento di un matrimonio, una malattia, un lutto. Per sostenere questi momenti anche secondo una prospettiva di fede si può attingere alla grande spinta di Amoris Laetitia, la lettera del Papa accompagna la famiglia in tutta la vita, nei suoi momenti belli e meno belli, con una parola del Vangelo. E inizia proprio dicendo che ogni esperienza d’amore è una gioia per la Chiesa. La sostanza comunque è che la proposta di fede dev’essere legata a ciò che le persone realmente vivono e non alla sistematicità dei contenuti da trasmettere».
Questa particolare attenzione si traduce in un metodo diverso: «La Chiesa ha fatto molti passi, ha lavorato molto su questo aspetto negli ultimi anni, e so che anche la diocesi di Bergamo ha avviato corsi di formazione molto validi per i catechisti degli adulti, li ho anche accompagnati nel periodo di avvio. Non è più una catechesi in cui c’è qualcuno che dice qualcosa e gli altri ascoltano, ma si tratta di un cammino condiviso, con una metodologia partecipativa in cui si fa grande spazio alla vita delle persone stesse. Una catechesi, insomma, marcatamente più narrativa e più partecipata, ormai patrimonio di molte diocesi italiane. Ci siamo discostati dal metodo espositivo dottrinale, si tratta molto di più di catechesi con gli adulti piuttosto che agli adulti o per gli adulti. Chi accompagna si implica personalmente in modo testimoniale, c’è spazio per uno scambio di esperienze e per l’ascolto della parola di Dio».
Chi sono e quali caratteristiche devono avere i catechisti degli adulti? «Spesso non ci sono abbastanza persone a disposizione – continua fratel Biemmi – perciò tendiamo ad affidare l’accompagnamento degli adulti a chi ha già esperienze con i bambini e i ragazzi. Questo però può creare difficoltà, perché sia i contenuti sia la metodologia sono diversi. Scatta subito l’idea che bisogna conoscere bene i contenuti e saperli spiegare bene, invece no. Non si può improvvisare, certo, è necessaria una preparazione, ma serve di più aver lavorato su di sé e sulla propria storia di vita, avere metodi per dare la parola agli adulti, riassumere quello che dicono, metterli a confronto con il Vangelo».
La testimonianza è quindi l’aspetto decisivo: «Chi frequenta la catechesi per adulti apprezza di poter avere accanto persone che leggono con loro, dialogano, si confrontano sulla vita, non hanno paura a manifestare se stessi e la propria ricerca di fede, e questo convince molto di più di un incontro in cui vengono semplicemente trasmessi contenuti, anche se in modo molto competente».
Fratel Enzo Biemmi appartiene alla Congregazione dei Fratelli della Sacra Famiglia. Si è formato prima all’Università di Filosofia di Torino, poi allo Studio Teologico di Verona. Si è specializzato in pastorale e catechesi all’Istituto Superiore di Pastorale Catechistica di Parigi (ISPC) e ha conseguito il dottorato in teologia all’Università Cattolica di Parigi e in Storia delle Religioni e Antropologia Religiosa alla Sorbona.
Dal 1997 al 2003 è stato direttore della rivista Evangelizzare (EDB). È direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Verona, diocesi nella quale ha ricoperto per dieci anni il ruolo di responsabile della formazione dei catechisti degli adulti. Ha sempre cercato di coniugare riflessione e sperimentazione pastorale, come documentano le sue pubblicazioni e i suoi interventi in varie riviste e convegni ecclesiali. Attualmente è membro della Consulta nazionale per la catechesi e Presidente dell’Equipe europea dei catecheti.
Tra i suoi scritti ricordiamo:
Accompagnare gli adulti nella fede. Linee di metodologia catechistica, Elledici 1994;
Collana: Itinerari di catechesi degli adulti, 10 volumi pubblicati (Abbiamo incontrato Gesù,1994; Siate perfetti come il Padre vostro,1995; Parabole di vita, 1996; La novità del Vangelo, 1997; Nella forza dello Spirito, 1998; Vivere da figli, 1998; Ecco io faccio nuove tutte le cose, 1999; Sulla strada del crocifisso, 2000; Davvero il Signore è risorto, 2000; Una Chiesa che serve, 2001) EDB;
Tempi forti, sussidio per la catechesi dei tempi di Avvento e Quaresima, EDB, 1997-1999;
Compagni di viaggio. Laboratorio di formazione per animatori, catechisti di adulti e operatori pastorali, EDB 2003;
Il secondo annuncio. La grazia di ricominciare. Enzo Biemmi, EDB 2011.
Generare e lasciar partire, EDB, 2014
Errare, EDB, 2015
Legarsi, lasciarsi, essere lasciati, ricominciare, 2016