Allied, la spy story romantica con Brad Pitt e Marion Cotillard ci fa rimpiangere Casablanca

«È il rombo del cannone o il mio cuore che batte?». Vietato, anzi, vietatissimo, qualsiasi paragone con “Casablanca” (il film) anche se questo “Allied – Un’ombra nascosta” si svolge a Casablanca (la città) durante la seconda guerra mondiale. Vietato, anzi, vietatissimo qualsiasi paragone, perché, ovviamente, Brad Pitt e Marion Cotillard non sono nemmeno la pallida ombra di Humphrey Bogart e Ingrid Bergman (anche se vogliono farcelo credere) e poi, soprattutto, perché non è più il tempo di quel cinema lì. Ma non è più, ahinoi, nemmeno il tempo di film come “Mr. E Mrs. Smith” dove la coppia, non ancora scoppiata, Pitt-Jolie “giocava” con il doppio ruolo di marito e moglie e spia l’uno dell’altro, in un giocattolone tutto spara-spara che possedeva anche un suo certo appeal. Qui il gioco si fa da un lato più sottile ma dall’altro più smaccatamente scoperto sul versante del polpettone sentimental-spionistico. È come se Zemeckis (dove sono finite l’inventiva sfrenata di “Ritorno al futuro”, l’energia combinatoria di “Chi ha incastrato Roger Rabbit”, la fantasmagorica narrativa di “Forrest Gump” o l’umanesimo di “Cast Away” tanto per dirne qualcuno)  avesse abdicato al proprio universo narrativo per abbracciare – per altro più che dignitosamente – un cinema “di genere” un po’ però, al di fuori delle sue corde. Tanto che nemmeno la chiacchierata, presunta (smentita e, probabilmente inverosimile) “love story” che sarebbe scoppiata sul set tra Brad Pitt e Marion Cotillard, che ha trovato posto sui media poco più che lo spazio di un mattino, riesce a dare una qualche credibilità alla pellicola. Questo per dire che la “chimica” tra i due attori, sullo schermo, non convince nemmeno lo spettatore più disposto a cedere le armi della cosiddetta “sospensione dell’incredulità”, pur di “credere” a quello che sta vedendo. Eppure, detto tutto questo, l’insieme sembra funzionare e, fatte le debite proporzioni con il cinema di genere, con i nobili antenati, con un filone (quello bellico-sentimentale) che non è certo più al centro dell’immaginario dello spettatore di questo scorcio di millennio, la vicenda narrata in “Allied – Un’ombra nascosta” per certi versi ci prende e ci conquista proprio per il suo “mood” vintage, una sua certa grazia retrò, una combinazione di elementi che riescono a coinvolgerci malgrado ne riconosciamo la maldestra volontà di sedurci. Insomma, una spy story dai risvolti romantici e dal finale inaspettato che non lascia comunque indifferenti ma che, soprattutto, ci fa rimpiangere un certo cinema che fu e che non può certo tornare se non in forma fantasmatica e quasi olografica, almeno per ricordarci che è esistito.

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