La quaresima nel monastero

Cara Suor Chiara, mi puoi raccontare qualcosa di quello che farete o non farete durante la quaresima? E ti chiedo anche di spiegarmi il perché di quelle scelte, a me che monaca non sono e che magari fatico un po’ a capirle…  Chiara

Quaresima, tempo di grazia

Cara Chiara, la quaresima è un tempo prezioso e di grazia in cui chiedere allo Spirito di convertire la nostra vita al Vangelo, per ritornare a Dio con tutto il cuore. È un tempo privilegiato in cui la Chiesa ci invita a lasciarci riconciliare con Dio per assumere sempre di più la nostra identità di figli amati. Non si tratta di fare una cosa o un’altra, ma di scegliere, nell’oggi, la via più favorevole, per rinnovare la nostra sequela e adesione al Signore Gesù, e incamminarci decisamente verso la Pasqua. Davanti ai nostri occhi poniamo il suo volto di un Dio povero e crocifisso, che prima di noi ha vissuto il suo esodo pasquale consegnandosi per la nostra salvezza.

Liturgia e Parola

Anche il nostro cammino ha la caratteristica di un viaggio attraverso il deserto e il giardino della nostra interiorità e della vita intera, portando con noi l’umanità e l’intero cosmo. La liturgia diviene per noi maestra e guida, con i suoi ritmi quotidiani e la ricchezza della preghiera e della parola abbondante che ogni giorno accogliamo con gratitudine.

La fraternità pone al centro di questo tempo di grazia la Parola, come il cuore della conoscenza del volto di Dio e del suo mistero pasquale: Parola accolta, lungamente ascoltata e meditata nella lectio personale e fraterna. L’ascolto della Parola, elemento decisivo della vita monastica, in quaresima assume maggiore rilevanza: inclinare l’orecchio del cuore per suscitare e ravvivare la fede; una fede  che apre alla condivisione fraterna di quanto è stato meditato e interiorizzato nella nostra vita, e diviene ricchezza da “restituire” alle sorelle, come sapienza spirituale che feconda l’esistenza. È necessario che la Parola alimenti la vita, la preghiera, la contemplazione, il cammino quotidiano e diventi principio di comunione per la nostra fraternità e per il mondo. Siamo chiamate a fare dell’ascolto della Parola il centro unificante della vita, comunicandoci i frutti di questa esperienza per crescere nell’unità e nella verità del nostro cammino di ricerca del volto di Dio.

Silenzio esteriore e interiore

Questo processo, mai definitivamente concluso, presuppone un clima particolare di silenzio esteriore e interiore. In quaresima i contatti con l’esterno attraverso il parlatorio e il telefono, si riducono all’essenziale; il silenzio, abitato dalla sua presenza diviene spazio di ascolto e di ruminatio della Parola, concentrazione sull’essenziale, sguardo di fede che cerca la presenza di Dio nella vita personale e fraterna, nel cammino degli uomini. Diviene scelta di una comunicazione più sobria, ma non superficiale, perché dal silenzio abitato possa sfociare una parola sapiente e pensante che edifica la fraternità e converta quelle “chiacchiere” inutili che possono impoverire il tessuto fraterno.

Digiuno

Il carattere penitenziale della quaresima, assume poi i tratti della purificazione del cuore, dell’ascesi, per “liberarci” da tutto ciò che sa di mondano, per vivere nella logica del Vangelo e del dono. La scelta del digiuno il venerdì, memoria della passione del Signore, della sobrietà del cibo settimanale, sono forme di astinenza e di condivisione anche con i nostri fratelli che non hanno nemmeno il necessario per vivere, e il frutto del nostro digiuno si fa dono concreto per loro.

Accogliere la vita con le sue debolezze

Ma la dimensione penitenziale abbraccia l’accoglienza della vita così come accade, con i suoi tratti di limite, povertà, anzianità e malattia, fatica… di relazioni fraterne più autentiche, nell’accettazione delle differenze e dei limiti, del perdono accolto e donato, della fatica del lavoro quotidiano in cui donare il “nostro corpo” alla comunità. Esso diviene anche un mezzo prezioso per prendere contatto con la nostra debolezza e affidarla alla tenerezza di Dio e delle sorelle. La nostra vita nascosta, che non ha nulla di appariscente, è via per rinnovare una fedeltà umile e quotidiana, occasione di solidarietà e offerta, con la sorte dei fratelli che faticano e soffrono nel silenzio, portando il peso della loro esistenza.

La quaresima metafora della vita

La quaresima diviene metafora del cammino della vita, che ci trova sempre pellegrini, con la bisaccia della nostra povertà e ricchezza da portare e offrire al Signore, con il passo ritmato da una Parola che ha la forza di trasformare la vita, di un volto da contemplare, ma sempre anche da cercare insieme ai fratelli e alle sorelle che ci sono donati: è il dono di una vita ricevuta e continuamente offerta e consegnata sull’esempio di colui che è morto per amore. Questo è il tempo della salvezza!Buon cammino di quaresima.