Da Albegno a Milano a piedi come gli antichi pellegrini: «Un gesto forte che esprime la bellezza di stare insieme»

«Il nostro sarà un camminare insieme “verso Papa Francesco”. Infatti, il pellegrinaggio a piedi esprime la spiritualità, la bellezza dello stare insieme e anche una solidarietà reciproca». Don Gian Camillo Brescianini, parroco di Albegno, guiderà il gruppo di 30 persone della parrocchia che raggiungeranno Milano a piedi, come gli antichi pellegrini. I chilometri del tragitto che separa la frazione di Treviolo dal capoluogo lombardo sono un’inezia per don Brescianini. Infatti, non è nuovo a queste imprese. «La proposta del pellegrinaggio a piedi a Milano è venuta direttamente da me, perché mi piace molto camminare — racconta —. Infatti, quando ero parroco di Cene, dal 1997 fino al 2016, ho guidato diversi pellegrinaggi a piedi con mete anche molto lontane, per esempio quelli con destinazione Santiago de Compostela in Spagna e il santuario portoghese di Fatima. L’ho proposto e ho trovato subito le trenta adesioni. La tipologia del pellegrinaggio a piedi è una forte esperienza primordiale, ha attraversano i secoli del cristianesimo in Europa ed è presente in tutte le religioni».

La partenza dei 30 del gruppo di Albegno scoccherà alla mezzanotte tra venerdì e sabato. L’arrivo a Milano è previsto fra le 8 e le 9 del sabato. Il ritorno sarà, a scelta dei partecipanti, ancora a piedi, oppure in auto, pullman o treno. Don Brescianini sottolinea con forza la valenza dei significati della sua iniziativa. «Il nostro sarà un pellegrinaggio a piedi “verso Papa Francesco”, come ho ribadito ai partecipanti. Essere e farsi pellegrini a piedi è una esperienza forte, avvincente, indimenticabile e con più significati. Per esempio, significa camminare insieme, farsi prossimo, testimoniare la fede cristiana per le strade del mondo. Significa esprimere una spiritualità, trascorrere del tempo accanto agli altri. Ma significa anche solidarietà e attenzione a ogni altro. Infatti, camminando, il più forte si ferma per attendere il fratello più debole o più affaticato che si attarda, per offrirgli un aiuto, un incoraggiamento, una ricarica».