Chiamati alla risurrezione. L’idolatria del denaro e la corruzione

Aspetto la risurrezione dei morti…

Quando, recitando il Credo, proclamiamo: “Aspetto la risurrezione dei morti”, ovviamente pensiamo alla risurrezione dei nostri corpi all’ “ultimo giorno”, secondo la promessa di Gesù (Gv 5, 28) ribadita più volte da S. Paolo (Rm 8,11…). Ma c’è una promessa di Dio già nell’Antico Testamento a cui dobbiamo pure prestare attenzione, anche se non riguarda la risurrezione dei corpi.

Dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio… Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete… L’ho detto e lo farò”. (Ez 37,12-14).

Sono parole che riguardano non la risurrezione dei corpi dei defunti, ma la liberazione del popolo dalla schiavitù, dalla perdita della propria dignità, dalla morte civile e spirituale. Riguardano tutte quelle persone che sono morte ancora prima di morire, morte dentro, persone anche giovani che non attendono niente, senza speranza, perché non hanno nessuna fede.

… e aspetto anche quella degli zombi

È un tema che sta molto al cuore al Papa soprattutto in riferimento ai giovani. Alla Gmg di Cracovia, il 28 luglio del 2016, ha ripetuto ciò che aveva detto a Torino davanti alla Sindone il 24 giugno del 2015: “Mi addolora incontrare giovani che sembrano pensionati prima del tempo”. E, con animo accorato, si è rivolo a loro direttamente: “Non gettate la spugna prima di iniziare la partita!“.
Francesco stesso spiega che, quando parla così, ha in mente i giovani “essenzialmente annoiati”, quelli che “camminano con la faccia triste, come se la loro vita non avesse valore”, quelli che vanno alla ricerca della “vertigine alienante” o di quella “sensazione di sentirsi vivi per vie oscure che poi finiscono per pagare e pagare caro”. In una parola che ha in mente gli zombi, i morti ambulanti.

Primo seme di morte è l’idolatria del denaro

Ma il Papa non ha presente solo i giovani. La nostra civiltà, così salutista e vitalista, preoccupata solo dei valori del colesterolo, è in realtà tutta intrisa di sintomi di morte.
Francesco ne segnala con insistenza la causa. Il 20 settembre del 2013, in S. Marta il Papa, ha affermato che

Gesù ci aveva detto che non si può servire Dio e il denaro. C’è qualcosa tra questi due che non va… che ci allontana da Dio.

E, citando la S. Paolo (1Tm 6, 2-12) ha detto:

Quelli che vogliono arricchirsi cadono nella tentazione dell’inganno di molti desideri insensati e dannosi, che fanno affogare gli uomini nella rovina e nella perdizione.

Il Papa si riferiva a quanti dicono di essere cattolici perché vanno a messa, ma “sotto sotto fanno gli affari loro” e ha ricordato che S. Paolo definisce questi cristiani: Uomini corrotti nella mente»!
Il verbo corrompere, come sappiamo, indica, tra l’altro, proprio la decomposizione dei cadaveri. Capiamo bene perciò che cosa vuol dire il Papa quando afferma:

Il denaro corrompe. Non c’è via d’uscita. Se tu scegli questa via del denaro alla fine sarai un corrotto. Il denaro ha questa seduzione: di farti scivolare lentamente nella tua perdizione. E -attenzione!- questo non è comunismo, questo è Vangelo puro. Queste cose sono parola di Gesù.

Gesù si è privato della vita per liberare dalla corruzione

La promessa che Dio ha fatto per mezzo di Ezechiele citata all’inizio (“Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio… Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete”) si riferisce anche alla tomba dell’ingordigia in cui imputridisce tanta parte dell’umanità.
L’uomo, chiamato a essere il custode del giardino di Eden (Gen 2, 16), l’ha devastato con la sua avidità, trasformando quel giardino in un cimitero (“Quel luogo fu chiamato Kibrot Taavà [sepolcri dell’ingordigia], perché là seppellirono il popolo che s’era abbandonato all’ingordigia” (Nm 11, 34).
A Pasqua siamo chiamati tutti a risorgere da questa corruzione e ad incamminarci sulla strada della vita. Il Papa spiega che

è la strada dell’umiltà di Cristo Gesù che essendo ricco s’è fatto povero per arricchirci proprio con la sua povertà. Questa è la strada per servire Dio. Il Signore aiuti tutti noi a non cadere nella trappola dell’idolatria corruttrice del denaro.

E ci aiuti anche a venirne fuori.