Papa Francesco ad Azione Cattolica: “Allargate il cuore. Nelle vostre parrocchie accogliete le persone come sono”

“Vi invito a portare avanti la vostra esperienza apostolica radicati in parrocchia, che non è una struttura caduca, perché è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione”. È l’esortazione del Papa, che nella parte centrale del discorso rivolto all’Azione Cattolica Italiana, nella festa che si sta svolgendo in piazza San Pietro per i 150 dell’associazione, ha citato l’Evangelii gaudium. La parrocchia, ha spiegato Francesco, “è lo spazio in cui le persone possono sentirsi accolte così come sono, e possono essere accompagnate attraverso percorsi di maturazione umana e spirituale a crescere nella fede e nell’amore per il creato e per i fratelli”. “Questo è vero però solo se la parrocchia non si chiude in sé stessa, se anche l’Azione Cattolica che vive in parrocchia non si chiude in sé stessa – il monito del Papa – ma aiuta la parrocchia perché rimanga in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eletti che guardano a se stessi”, ha concluso citando ancora una volta l’Evangelii gaudium. “Per favore, questo no!”, ha aggiunto salutato da un applauso.
“Avere una bella storia alle spalle non serve per camminare con gli occhi all’indietro – fareste uno schianto – non serve per guardarsi allo specchio – tanti siamo brutti, è meglio di no! – non serve per mettersi comodi in poltrona: questo ingrassa e fa male al colesterolo”. A lanciare il monito, condito di espressioni a braccio, è stato il Papa, nel discorso rivolto all’Azione cattolica. Francesco ha ricordato che “fare memoria di un lungo itinerario di vita aiuta a rendersi consapevoli di essere popolo che cammina prendendosi cura di tutti, aiutando ognuno a crescere umanamente e nella fede, condividendo la misericordia con cui il Signore ci accarezza”. “Vi incoraggio a continuare ad essere un popolo di discepoli-missionari che vivono e testimoniano la gioia di sapere che il Signore ci ama di un amore infinito, e che insieme a lui amano profondamente la storia in cui abitiamo”, la consegna del Papa, che subito dopo ha citato “i grandi testimoni di santità che hanno tracciato la strada della vostra associazione”: Giuseppe Toniolo, Armida Barelli, Piergiorgio Frassati, Antonietta Meo – Nennolina, di cui è in corso la causa di beatificazione (ndr) – Teresio Olivelli, Vittorio Bachelet. “Azione Cattolica, vivi all’altezza della tua storia!”, ha esclamato Francesco.
“Cari soci di Azione Cattolica, ogni vostra iniziativa, ogni proposta, ogni cammino sia esperienza missionaria, destinata all’evangelizzazione, non all’autoconservazione”. Comincia così la parte finale del discorso del Papa per i 150 anni dell’Azione Cattolica. “Il vostro appartenere alla diocesi e alla parrocchia si incarni lungo le strade delle città, dei quartieri e dei paesi”, l’invito: “Come è accaduto in questi centocinquanta anni, sentite forte dentro di voi la responsabilità di gettare il seme buono del Vangelo nella vita del mondo, attraverso il servizio della carità, l’impegno politico, la passione educativa e la partecipazione al confronto culturale”. “Mettetevi in politica, ma per favore, nella grande politica, nella politica con la P maiuscola!”, la raccomandazione a braccio. “Allargate il vostro cuore per allargare il cuore delle vostre parrocchie”, ha proseguito Francesco: “Siate viandanti della fede, per incontrare tutti, accogliere tutti, ascoltare tutti, abbracciare tutti”. “Ogni vita è vita amata dal Signore, ogni volto ci mostra il volto di Cristo, specialmente quello del povero, di chi è ferito dalla vita e di chi si sente abbandonato, di chi fugge dalla morte e cerca riparo tra le nostre case, nelle nostre città”, ha affermato Francesco, che citando l’Evangelii gaudium ha ribadito: “Nessuno può sentirsi esonerato dalla preoccupazione per i poveri e per la giustizia sociale”. “Rimanete aperti alla realtà che vi circonda”, l’altro imperativo: “Cercate senza timore il dialogo con chi vive accanto a voi, con chi la pensa diversamente ma come voi desidera la pace, la giustizia, la fraternità. È nel dialogo che si può progettare un futuro condiviso. È attraverso il dialogo che costruiamo la pace, prendendoci cura di tutti e dialogando con tutti”.
“Cari ragazzi, giovani e adulti di Azione Cattolica: andate, raggiungete tutte le periferie!”, l’esortazione finale: “Andate, e là siate Chiesa, con la forza dello Spirito Santo”.

Foto Siciliani/Gennari Sir