Un giovane entra in seminario. Buona strada!

Lorenzo, durante il rinfresco con alcuni giovani di Telgate

Venerdì 29 Settembre. Ore 18:30 circa. Lorenzo arriva in segreteria dove avevamo appuntamento con due o tre ragazzi per poi partire alla volta della pizzeria. Con la scusa di sistemare i tavoli rimasti in disordine dopo un compleanno gli chiedo di accompagnarmi in auditorium, dove lo accoglie un video dei suoi anni in oratorio, una bella tavolata e circa venticinque persone tra adolescenti ed educatori, per una piccola festa di saluto.

Una festa di saluto

La domenica sera, Lorenzo ha iniziato l’avventura della prima teologia nel nostro seminario, con altri sei compagni. Vivere questi momenti da curato è stato bello, mi ha emozionato, ricordandomi l’ultima domenica di settembre del 2004 quando anch’io ebbi la mia festa a sorpresa da parte dei chierichetti di Santa Caterina, che ritrovai poi il 22 Maggio 2010 ad accogliermi, con i preti, da novello sacerdote presso la splendida chiesa dei Celestini.

Un augurio diverso

Mi sono chiesto: che augurio posso fare a un giovane che entra in Seminario? Posso augurargli di diventare prete, certo, perché è bellissimo! Posso augurargli di appassionarsi alla teologia e alla pratica pastorale: giusto! Posso augurargli di costruire amicizie buone e rapporti di fiducia con i superiori: augurio importante! Ma faccio una scelta diversa: auguro a Lorenzo, ai suoi compagni, a tutti i seminaristi, a chi è alla vigilia dell’ordinazione di essere… contenti!

Questa è la pietra d’angolo: la gioia dell’incontro. Se incontrare il Signore nella preghiera, nei compagni, nelle richieste non sempre facili dei superiori, nella gente che si conosce nelle parrocchie dell’esperienza pastorale, nell’impegno di un serio studio teologico non dà gioia, la strada non è quella giusta! Non mancano le fatiche, i dubbi, talvolta qualche lacrima, certo, ma se tutto è vissuto nella consapevolezza che il Padre ama ciascuno di noi come figli e ci chiama per nome, allora non c’è mai ostacolo troppo grande.

Siate felici

È la richiesta che ho fatto anche alla gente che mi chiede di Lorenzo: per favore, quando incontrate un seminarista non chiedete “quanto manca?”. Non è una gara a cronometro, è la pazienza di un cammino dietro al Signore. Chiedete piuttosto: “Come va? Sei contento?”.

Guardate gli occhi e il sorriso, ascoltate le parole. Qualunque strada sceglieranno il Signore, lui e la Chiesa, quello che conta è proprio questo. A che serve diventare preti se poi si ha il muso lungo e si trasmette tristezza? Caro Lorenzo, cari seminaristi, siate felici: di Dio, della Chiesa, dei fratelli. Non preoccupatevi di quanto tempo ci vorrà, affidatevi a chi vi ha scelto e, con amore di Padre, non vi lascia soli! Buon cammino!