Rileggendo gli esami. Una studentessa racconta

Flavia con la sorellina

L’esame che conclude la scuola secondaria di primo grado è il primo che gli studenti affrontano da quando è stato abolito l’esame di quinta elementare. Quest’anno, per via di una nuova normativa riguardante la presenza a queste prove degli insegnanti di religione cattolica, ho partecipato anch’io, da insegnante, all’esame dei miei studenti. Ho prestato assistenza durante la prova scritta di matematica di una classe e ho ascoltato l’esame orale di tutti i 121 studenti di terza media di Grumello del Monte e Telgate. Stando con loro, ne ho colto l’impegno, le paure, le ansie e la determinazione a far bene. È passato quasi un mese dalla conclusione degli esami, così ho pensato di cedere la tastiera a Flavia, una mia alunna di Grumello, che ci racconta, rileggendo il vissuto, lo stato d’animo con cui una ragazza affronta il primo esame scolastico della sua vita. La ringrazio di cuore per la testimonianza e le auguro un buon cammino al Liceo Mascheroni, dove ho studiato anch’io, che Flavia frequenterà dal prossimo settembre.

Innanzitutto mi presento: sono Flavia, ho 14 anni e ho appena concluso gli esami statali di fine terza media. Era un momento che immaginavo sin dai tempi delle elementari: il fatto di dover parlare davanti ad adulti con cui non avevo un rapporto informale mi mandava in panico. Inizio dicendo che questi tre anni di scuola media mi hanno cambiata molto: ero molto timida, rimanevo sulle mie e non immaginavo sarei riuscita a combattere il costante senso di delusione. Ora non ho più soggezione di altre persone, ma ciò non significa non PORTARE RISPETTO. Inoltre, sono sempre stata molto pretenziosa con me stessa: ho cercato di raggiungere sempre il massimo, riscontrando delusioni e vittorie.

Sono arrivata, dunque, al giorno del mio esame, con la voglia di sfoggiare il mio impegno: avevo voglia di sfogarmi, parlare di fronte ai professori che mi hanno seguita per tre anni e che hanno assistito alla mia crescita. Il momento in cui mi sono trovata sola con il documento assegnatomi dalla commissione mi è servito per rendermi conto che l’esame si stava realizzando, ed è stato lì che l’ansia ha cominciato a farsi sentire. Allo scadere dei 30 minuti a mia disposizione per organizzare il discorso, sono stata chiamata, sono entrata nell’aula della commissione , ho firmato il documento di attestazione e tutto ha preso inizio. Essendo il primo esame della mia vita non potevo essere sicura riguardo alcun aspetto. Una volta seduta al tavolo, la mia preoccupazione era incentrata sul dover continuamente muovere lo sguardo per poter vedere tutti i professori. L’ansia ha lasciato posto alla mia sicurezza, tutta quella accumulata negli anni di scuola e che pian piano è arrivata in superficie. Quelle dieci facce, le stesse che tre anni fa mi mettevano soggezione al solo pensiero, mi sembravano pendere dalle mie labbra, come se l’alunno avesse preso il posto del maestro, ed egli fosse orgoglioso del proprio lavoro. Ho sempre desiderato riscattarmi dalla timidezza e dalla paura di mettermi in luce: credo sia stata questa la mia vittoria più grande. Ciò che ricorderò per tutta la vita, dunque, sarà la soddisfazione che ho provato al termine del mio esame e che, credo, sarà importantissima per poter continuare ad andare avanti, senza lasciarmi condizionare da quello che dicono gli altri. Prendo l’occasione per ringraziare, una volta tanto, me stessa: sembrerà strano, ma dato che premiamo sempre lo sforzo degli altri, per una volta premiamo anche il nostro.

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