La storia di Alexandria Ocasio-Cortez al Congresso Usa, i giovani e il sogno di cambiare il mondo

Da barista in un ristorante messicano di Union Square a deputata del Congresso americano: sembra una fiaba quella di Alexandria Ocasio-Cortez, che a 29 anni è diventata il simbolo delle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti.

E’ una donna, è la più giovane deputata al Congresso di sempre, e viene da una modesta famiglia portoricana. Non solo, quindi, incarna perfettamente il sogno americano, ma rappresenta anche la punta avanzata di quel movimento di attivismo femminile che ha acquisito importanza al di là dell’Atlantico ma anche in Europa dopo il caso Weinstein – lo scandalo delle attrici – e la nascita del movimento #MeToo, per la denuncia delle molestie e delle discriminazioni subite dalle donne sul posto di lavoro, diventato col tempo una sorta di movimento per la promozione femminile. Alexandria appartiene, per di più, a una minoranza etnica: la sua elezione segna quindi (simbolicamente) anche una bella rivincita per i lavoratori stranieri e gli immigrati “tagliati fuori” da Trump. Il segno più incoraggiante, però, è certamente la sua età: alle ultime elezioni presidenziali americane i giovani avevano disertato le urne, ora invece tornano in campo con un impegno che gli osservatori si augurano diventi “contagioso”. E’ una “pasionaria” Alexandria, con posizioni tutt’altro che moderate, che a molti risultano “scomode”: è una studentessa prodigio, le hanno perfino dedicato un asteroide per meriti scolastici, il 23238 Ocasio-Cortez; si è laureata a Boston in economia e relazioni internazionali, ma alla fine ha preferito tornare a New York per fare lavoro sociale mantenendosi con impieghi umili. Ha mostrato, insomma, coraggio e coerenza nel portare avanti le sue idee, e questo fa di lei un esempio positivo che ci auguriamo si replichi anche nel Vecchio Continente, e magari anche più vicino, nella prossima tornata elettorale. E’ un bel segnale la partecipazione di tanti giovani ai corsi di formazione alla politica promossi sul territorio. Niente “sdraiati”, insomma, come racconta anche la ricerca del progetto Be Young’s condotta da diocesi e Università di Bergamo di cui parliamo nel dossier. Come scriveva Jules Renard, “Non mi occupo di politica è come dire non mi occupo della vita”.