Lucia, la santa del dono

Foto: anche a me santa Lucia ha portato un dono…

Bambino di seconda elementare. “Don sai che Santa Lucia mi ha portato il gioco che volevo? È da tanto che lo aspettavo! Certo l’asino ha sporcato un po’, ma la mamma ha detto che non fa niente. E poi sai che mi ha lasciato anche una bustina con dei soldini per i bambini poveri? Me lo ha scritto con una biro che scrive con la polvere d’oro. E tu don hai fatto un pochettino il bravo? Ti ha portato qualcosa??”.

“Anch’io ho fatto il bravo”

Ascolto il cucciolo d’uomo che mi parla con una certa commozione. I suoi occhi grandi e il suo sorriso tolgono il fiato. Anche a lui manca il fiato: sembra debba battere il record delle parole da dire in un minuto. Ha paura di non riuscire a dirmi tutto: vuole raccontarmi di sé e sapere di me. Poi mi guarda, in attesa di risposta. Devo rispondergli. Apro un sacchetto rigorosamente nerazzurro: “Sai, avevo paura di non essere stato abbastanza bravo, ma quando mi sono alzato il 13 dicembre ho trovato questa maglia dell’Atalanta con il mio nome. Mi piaceva tanto. E, sai, anche a me ha lasciato una bustina con i soldini per i bambini poveri. Hai visto? Ci vuole proprio bene Santa Lucia e a tutti e due ha dato il compito di dare questi soldini ai poveri! Perché oggi deve essere festa per tutti!”.

Guarda con occhi sgranati la maglia, sorride, batte il “cinque” sulla mia mano e corre via: il suo gioco lo aspetta.

Rifletto. È troppo bella Santa Lucia. Ricordo quando da bambino partivamo coi nonni da Borgo Santa Caterina per andare in centro e portare la letterina da Santa Lucia, nella sua chiesetta. Ricordo la preparazione del bigliettino con il grazie e della carota con pane e acqua per l’asinello. Ricordo la sveglia al mattino con la corsa per vedere se fosse passata.

Santa Lucia e la pedagogia semplice del dono

È stata una pedagogia semplice ma splendida. Innanzitutto c’era l’attesa. A quei tempi (25/30 anni fa, non nel Paleozoico!), il dono era atteso e l’attesa faceva gustare il dono. Il dono si gusta se è atteso, perché se alla manifestazione di un desiderio corrisponde immediatamente il suo esaudimento, non passa un giorno e già ci si stanca di quanto ricevuto e si vuole altro. Poi, il dono era semplice, perché come diceva mia nonna “Santa Lucia porta qualcosa a tutti, non può spendere tutto solo per un bambino”. E con poco si era contenti.

Poi, Santa Lucia portava sempre qualcosa da condividere: soldini da portare in chiesa, caramelle. Il dono era anche da condividere, per gioire insieme e per ricordare che anche se si è nell’abbondanza, c’è sempre qualcuno che piange perché non ha nulla.

Grazie, Santa Lucia, perché ci insegni la pedagogia del dono. Del dono atteso, del dono giusto, del dono condiviso. È proprio il Signore che ti manda. Chi può mandarti a portarci i doni se non Colui che si è fatto dono, per tutti?

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