Al Macs di Romano il ricordo dell’artista romanese Rinaldo Pigola

Al Macs, una domenica dedicata al ricordo del pittore Rinaldo Pigola. «Tu non credi? Che un povero ragazzo di paese non provi il desiderio matto di camminare in uno spazio che non siano le quattro case del borgo o di vederlo dall’alto come un falco reale, sfiorarlo con le ali, non come un bruco, o un anatroccolo che non sa volare? Ma come un uccello dalle ali grandi, forse un migratore, o un airone, di quelli che fanno come nuvole inquiete ombre sui prati e mettono il cuore in gola agli animali nelle stalle?». Questo passo è tratto dal racconto “Il volo dell’aquilone” scritto nel 1986 dal pittore romanese Rinaldo Pigola, il cui ricordo è stato fulcro del consueto appuntamento domenicale «Un’Opera al Mese» presso la Sala Tadini del Museo di Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia. Durante quest’occasione è intervenuto lo storico dell’arte Fernando Noris.

Rinaldo Pigola nasce a Romano di Lombardia nel 1918. Nel 1934 frequenta a Milano l’Accademia delle Belle Arti di Brera e cinque anni dopo viene mandato al fronte. Rimasto ferito, nel 1943, viene rimpatriato e svolge il servizio civile nell’ufficio tecnico del Comune di Bergamo. Un anno dopo, Rinaldo comincia la sua attività artistica ed espone la sua prima mostra a Trento nella sede dell’Unione Professionisti e Artisti.
Nel 1946, Rinaldo sposa Anita Dodesini e da quel momento decide di dedicarsi completamente alla professione artistica.
Dalle sue prime opere come Ritratto di bambina (1944), Ritratto di Lilliana, Donna seduta con grembiule  (1947), emerge un’impaginazione pittorica molto ampia, la predominanza del colore, in particolare del colore giallo, ma soprattutto quattro elementi principali: il senso orizzontale, la casa, il paese ovvero Romano di Lombardia e il lavoro rappresentato come impegno fisico.
Successivamente, nel 1948 Rinaldo partecipa a Milano al Premio Angelicum – Mostra biennale di Arte Sacra e nel 1949 riceve il Premio di Pittura e Scultura Città di Bergamo. Dopo essere stato a Pesaro, Terni, Modena e Monza, per partecipare ai Premi Nazionali di Arte Contemporanea, dal 1953 al 1957, Rinaldo si trasferisce a Parigi.
Nove anni dopo, nel 1966 riceve il premio alla prima Quadriennale d’Europa di Roma, vince la medaglia d’oro al Premio Giorgio Oprandi di Bergamo nel 1969 e nel 1973.
A seguire, nel 1979, Rinaldo Pigola realizza e dona alla Parrocchia di Santa Maria Assunta e San Giacomo della città di Romano di Lombardia la tela Il Crocifisso; ora è la pala dell’altare della Madonna del Carmelo nella chiesa parrocchiale. Negli stessi anni, Pigola continua a dedicarsi alle tematiche sacre e alla dimensione trascendentale come altri suoi contemporanei , Cassinari, Longaretti, Treccani, Manzoni, Burri e Fontana dove il pensiero, la logica e il ragionamento filosofico vengono espressi attraverso l’arte. Infatti, nei quadri come Totem, In rosso (1975), Composizione marrone e  In viola (1971), Pigola presenta in modo geometrico e rigorosamente razionale lo “spettacolo della sua mente” in uno spazio infinito che« va oltre le certezze della linea, della geometria e del sapere rigoroso» conclude lo storico Fernando Noris.
Poi, nel 1980 espone alla Biennale di Venezia nella Sezione Progetti Speciali e cinque anni dopo, Rinaldo si dedica alla scrittura pubblicando il racconto poetico Il girino e l’anno successivo Il volo dell’aquilone.
Verso la fine degli anni ’80 del Novecento, a Romano di Lombardia, Rinaldo realizza l’opera scultorea Il Crocifisso, il tabernacolo bronzeo e due tele informali a tema sacro per la cappella del nuovo Centro Giovanile San Filippo Neri e dal 1990 al 1998 dipinge il grande ciclo di vetrate per la chiesa parrocchiale Madre di Dio ai Cappuccini in Romano e altre due vetrate nella Cappella delle Associazioni Patriottiche della Comunità Bergamasca nel Cimitero di Bergamo. Muore a Romano di Lombardia nel 1999.