Due parroci di Bergamo, Salvini, la benedizione alla sede della Lega

Foto: don Roberto Mocchi, parroco di Botta di Sedrina e don Pierangelo Redondi, parroco di Sedrina, con il segretario della Lega Matteo Salvini

“Non sono leghista” ha assicurato don Roberto Mocchi, parroco di Botta di Sedrina che, insieme con don Pierangelo Redondi, parroco di Sedrina, ha benedetto la sede della Lega alla presenza di Matteo Salvini. “Non ho fatto nulla di male”, ha aggiunto. La notizia ha fatto il giro dei giornali, soprattutto laici, anche di fuori Bergamo.

Attorno all’iniziativa dei due parroci si è sviluppata una discussione, talvolta abbastanza vivace. A bocce ferme, a distanza di qualche giorno, è possibile qualche considerazione.

Don Mocchi: “Non sono leghista”

Quando un prete si impegna vistosamente in un evento che è anche politico, l’unica cosa che può dire è quello che ha detto don Mocchi: “Non sono leghista”. Non sono di quel partito. Ma, se qualcuno glielo avesse chiesto, don Mocchi avrebbe dovuto aggiungere: “Non sono del PD, non sono di Fratelli d’Italia, non sono di Forza Italia, non sono di Italia Viva…”. Un uomo di Chiesa, quando deve dire pubblicamente qualcosa che ha a che fare con i partiti, può dire soltanto quello che non è. Ma don Mocchi – e il suo amico don Redondi – che cosa pensano della politica leghista degli immigrati, delle chiusure verso l’Europa, dei milioni che la Lega deve restituire allo Stato? E che cosa pensano della politica in genere, dell’impegno dei cristiani, dei giovani senza lavoro, eccetera eccetera? Perché, i preti sono estranei ai partiti ma non sono estranei alla politica. Ma, lì, a una benedizione, non potevano dire tutte quelle cose. Ma allora perché ci sono andati? Ed era proprio necessario che ci andassero?

“Me lo hanno chiesto i miei parrocchiani”

“Perché ce lo hanno chiesto”, ha risposto don Mocchi. Facciamo un’ipotesi. I parrocchiani leghisti invitano don Mocchi a benedire la sede. Gli dicono che ci sarà Salvini. Don Mocchi risponde: “Benissimo, verrò a benedire la sede, ma dopo che Salvini sarà partito. Voi fate la vostra manifestazione. Poi faremo un momento di preghiera insieme”. Un momento di preghiera con i propri parrocchiani ha, forse, un senso. Ma la presenza di un politico di quel peso stravolge totalmente l’evento. Non è il segretario della Lega di Sedrina, è Salvini, politico controverso, divisivo, dentro il mondo cristiano soprattutto. A quel punto non si tratta più di un evento di preghiera cui partecipa un uomo politico, ma è un evento politico condito con la preghiera di un parroco come minimo un po’ ingenuo che non capisce quello che sta facendo. (Ipotesi B: i due parroci non sapevano che c’era Salvini. A proposito: come mai tutti e due i parroci? Non ne bastava uno? E come mai i leghisti del paese non li avevano informati? In ogni caso, arrivati sul posto e preso atto della sorpresa, potevano tranquillamente dire: fate la vostra manifestazione. Veniamo dopo per la benedizione. Anche perché, sia detto in tutta libertà, se la Lega chiede la benedizione della sede è perché ha molta fede? Solo per quello?).

La foto: il celebrante, Salvini, e i due chierichetti, i parroci

Ci vuole una buona dose di coraggio, infatti, a liquidare tutto con il dire “non ho fatto nulla di male”. Don Mocchi sarebbe stato di quei preti che nel secolo scorso hanno benedetto le armate naziste o gli squadroni fascisti. Che cosa c’è di male? Don Mocchi ha fatto qualcosa di peggio: ha fatto una colossale sciocchezza. Il male chiede sempre un po’ di intelligenza e un po’ di forza. La sciocchezza non ha bisogno né dell’una né dell’altra. Si fa perché si fa, così, tanto non c’è nulla di male. La benedizione fa sempre bene.

Guardate la foto. I due eroi ecclesiastici, paciocconi e sorridenti, stanno uno a destra e uno a sinistra. Salvini è il celebrante con tanto di crocifisso in mano e i due parroci sono i suoi chierichetti. Perfetto. Mi sarei aspettato il contrario: i due parroci con il crocifisso e Salvini che tiene in mano tutto quello che vuole.

I due uomini di Chiesa si sono prestati – speriamo solo per eccesso di ingenuità – a quello che Salvini sta facendo da tempo. Lui è il difensore della fede che difende il crocifisso. La Chiesa, invece di annunciare la profezia scomoda e faticosa del Vangelo, dà una mano al potente di  turno. E questo non è né scomodo né faticoso. Si fa. Tanto non c’è nulla di male.

Solo che, più la Chiesa è così, più in molti credenti sorge logica la domanda: a che cosa serve una Chiesa siffatta? E le sue benedizioni che cosa danno, di grande e di bello, agli uomini di oggi?