Volti e storie di nuove povertà ai tempi del covid-19. Tremila richieste al fondo “Ricominciamo insieme”

Numeri importanti. E dietro le cifre ci sono storie. Segnate dalla fatica ma toccate anche dalla solidarietà. Fili che si intrecciano, perché lo spirito della ripartenza è farlo insieme.

Il fondo Ricominciamo insieme, nato in primavera per far fronte all’emergenza economico-sociale generata dalla pandemia, si sta radicando sempre più nel tessuto sociale della Diocesi. A fare da cabina di regia è la Caritas diocesana. Insieme c’è un esercito di volontari che ha unito le forze e messo in piedi un edificio dalle fondamenta solide che ora si solleva in alto.

“Ricominciamo Insieme è un fondo da ben 10 milioni di euro istituito per far fronte al COVID-19, con un’attenzione particolare alle famiglie e alle piccole aziende – spiega il direttore di Caritas don Roberto Trussardi -. 2 milioni sono stati messi da Caritas e Diakonia, 1 milione dai Vescovi italiani della CEI attingendo ai fondi dell’Otto per mille, 1 milione dalla Diocesi, 1 milione dai sacerdoti che hanno offerto tre mensilità del proprio stipendio e da altre offerte. Gli altri 5 milioni vengono da una grande erogazione libera di Intesa San Paolo”.

Le persone bisognose compiono il primo passaggio dal proprio parroco o dalla commissione predisposta dai parroci, talvolta a livello di singola parrocchia, altre volte invece come Unità pastorale o fraternità: due o tre persone che ricevono, accolgono e ascoltano. Le richieste vengono inviate a Caritas, che procede a vagliare la domanda, e per i tre mesi successivi arriva la carta soldo, una sorta di bancomat: 600 euro al mese per chi vive solo, 800 euro per le coppie, 1.000 euro per le famiglie con un figlio e 1.200 per quelle con due figli.

“Sino ad ora sono arrivate circa 3.000 richieste e sono state attivate 1.800 carte soldo – spiega don Roberto -. Delle altre, alcune non erano complete: mancavano alcuni criteri, quindi abbiamo rimandato al territorio la pratica prima di elargire; alcuni non lo riceveranno perché vivono nel territorio della provincia ma non della Diocesi, che è più piccola; altri ancora non lo riceveranno perché erano già poveri prima del COVID e vengono aiutati con un altro fondo, Nessuno resti indietro, che consiste in una erogazione una tantum”.

Le richieste per il fondo Ricominciamo insieme possono essere presentate sino al 31 dicembre 2020, le erogazioni continueranno quindi per i primi tre mesi del prossimo anno.

Se numerose sono state le richieste di aiuto, altrettanto imponente è il numero di forze che si sono mobilitate per tendere una mano. E molti dei protagonisti della solidarietà sono volti nuovi.

“Nelle commissioni sono coinvolti circa 220, 230 volontari. Ci sono volontari storici di Caritas, ma anche molti nuovi ed è notevole che si sia abbassata anche l’età, ci sono diversi 50/60enni”. 150 nuovi volontari nel mondo Caritas. “Per accedere agli aiuti è previsto un incontro iniziale e la carta soldo viene mandata alla commissione, che effettua la consegna: non è solo un modo per spingerli a dire grazie, che pure è importante, ma soprattutto per creare una relazione, una conoscenza. Il povero non è solo un fruitore di servizi ma è un cittadino e un figlio di Dio, da trattare come tutti. Nel fare qualcosa per lui si crea una relazione”. Ricominciare insieme è anche questo.