Terremoto ad Haiti: oltre 1300 vittime, migliaia di dispersi. Caritas si mobilita per gli aiuti

Si fa di ora in ora più tragico il bilancio del terremoto che sabato ha colpito Haiti, in particolare il Sud-Ovest del Paese, soprattutto le province del Sud, Grand’Anse e Nippe.

Il sisma ha colpito maggiormente le città di Las Cayes, nei cui pressi c’è l’epicentro della scossa di magnitudo 7.2 (localizzata a 12 chilometri a Nord-Est di Saint-Louis du Sud, e Jérémie.

I morti accertati sono circa 1.300, i feriti 5.700, ma si parla di migliaia di dispersi. I soccorsi sono ostacolati anche dal maltempo, in particolare dall’arrivo della tempesta tropicale Grace, che da Porto Rico si sta spostando verso l’isola di Hispaniola, dove si trovano la Repubblica Dominicana e appunto Haiti.

La calamità colpisce un Paese già in grave crisi politica

Il premier haitiano, Ariel Henry, ha dichiarato lo stato di emergenza. Ma, come è noto, la calamità arriva in un Paese con un Governo debolissimo.
Il ricordo va al terribile terremoto del gennaio 2010, che colpì le zone più densamente abitate del Paese e in particolare la capitale, Port-au-Prince, provocando secondo le stime tra le 200mila e le 300mila vittime.

In questo caso, il sisma ha colpito zone meno abitate, ma con effetti comunque drammatici.
Difficile, al momento, avere notizie certe, anche per le frequenti interruzioni delle linee telefoniche.

Il direttore di Caritas Haiti, padre Jean Hervé Francois, come riferisce il Sir, si è precipitato sui luoghi del disastro, per coordinare i primi aiuti, e si attende il suo ritorno nella capitale per un bollettino dettagliato.

A Las Cayes il vescovo, il card. Chibly Langlois, è rimasto ferito nel crollo del vescovado. Il porporato è fuori pericolo, ma l’edificio è distrutto, con un bilancio di tre morti, compreso un sacerdote.

Tragico bilancio anche a Jérémie, che si trova sulla punta sudoccidentale dell’isola. “La cattedrale ha riportato gravi danni e così anche molte chiese e scuole”, riferisce al Sir il vescovo, mons. Joseph Gontrand Decoste.

La Chiesa latinoamericana si mobilita

Dopo il terremoto di magnitudo 7.2 che sabato scorso ha colpito Haiti, la Chiesa latinoamericana e dei Caraibi, attraverso il Consiglio episcopale (Celam) e altre quattro istituzioni ecclesiali del Continente – la Caritas, la Confederazione dei religiosi (Clar), la rete Clamor (che si occupa dei migranti e dei rifugiati) e la Commissione interamericana per l’educazione cattolica (Cies) –, esprime la propria vicinanza e solidarietà al popolo e alla Chiesa del Paese caraibico, attraverso un comunicato congiunto.


La Chiesa sostiene Haiti “in quest’ora di incertezza e di dolore”, che rinnova le sofferenze patite dagli haitiani con il terremoto del 2010 e si aggiunge alla crisi sociale, economica e politica”.

Gli organismi ecclesiali affermano di fare propria e di assumere la situazione “in questo momento di emergenza, con lo scopo di sviluppare azioni pastorali comuni volte a ricostruire il tessuto sociale, avviare azioni umanitarie per la cura della vita e sostenere la missione evangelizzatrice della Chiesa haitiana”.

Un appello alla solidarietà per risollevare Haiti

Allo stesso modo, le cinque organizzazioni ecclesiali chiedono solidarietà “in quest’ora di incertezza e di afflizione”, perché tutti gli uomini e le donne di buona volontà diventino “responsabili della fragilità degli altri alla ricerca di un destino comune”.

Prosegue la nota: “Chiediamo alle Nazioni latinoamericane e caraibiche e ad altre istituzioni e organizzazioni di tutto il mondo, di unirsi a questa causa per Haiti”, ricordando le parole di Papa Francesco nella sua lettera enciclica “Fratelli tutti” in cui esprime la necessità di pensarsi non solo come singole Nazioni, ma come “famiglia umana”. Il fatto che a esprimersi siano cinque organismi ecclesiali continentali, viene fatto notare, è “espressione di comunione e carità, in chiave sinodale”.
In un’ulteriore nota, anche la Conferenza episcopale messicana ha espresso la propria solidarietà al popolo e alla Chiesa di Haiti, aprendo una colletta di solidarietà.