Le violenze del “branco” fanno paura. Suor Chiara: incontrare i giovani senza giudicarli

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Cara suor Chiara,
Sono una nonna e mi chiamo Anna. Dall’inizio dell’anno a Milano si sono verificati diversi atti di violenza che hanno avuto come protagonisti bande di adolescenti e giovani: violenze a carico di ragazze a Capodanno, nei giorni scorsi risse e addirittura sparatorie contro le forze dell’ordine. Sono molto preoccupata da questo fenomeno e timorosa quando esco e incontro dei giovani in gruppo. Ma i genitori non li educano più ai valori? Anch’io ho dei nipoti adolescenti, vedo come sono impazienti e a volte scostanti con i genitori e con noi, ho paura che possano prendere una brutta strada. Noi nonni cosa possiamo fare? Vi chiedo una preghiera, e grazie per la vostra risposta.
Un saluto affettuoso nonna Anna

Cara nonna Anna quanto è successo a Milano la notte di Capodanno ha lasciato tutte le persone attonite poiché sembra incredibile che possano accadere episodi simili davanti agli occhi di tutti.

Questi atti di violenza, uniti agli altri che in questo tempo i mezzi di comunicazione rilevano, sono la punta di un iceberg, di un malessere sociale che coinvolge le nuove generazioni.

Siamo in un tempo difficile nel quale le persone più fragili, e le nuove generazioni, sono quelle che più ne subiscono le conseguenze.

Non bisogna generalizzare: il mondo giovanile è variegato

I giovani non sono tutti violenti, non dobbiamo generalizzare, poiché il fenomeno giovanile è molto variegato: ci sono giovani che sanno cosa vogliono e s’impegnano nello studio, hanno un progetto da realizzare; altri non cercano nulla, vivono dipendenti dai social o impegnati a soddisfare i propri bisogni; altri ancora si pongono domande esistenziali, si interrogano, sono in ricerca del senso del loro esistere, si pongono a servizio verso dei più deboli.

Purtroppo una certa cultura violenta condiziona e presenta modelli in cui la forza, il potere e il successo devono prevalere ad ogni costo senza sapere dove stia il limite, e le persone si sentono padrone assolute della propria esistenza senza considerare quella di chi vive loro accanto.

I media e i social non fanno sempre un buon servizio proponendo anche negli orari di maggiore odiens programmi violenti.

Troppo spesso ci dimentichiamo che i giovani sono figli, oltre che delle loro famiglie, anche di una stagione storica e delle scelte conseguenti. Grande danno è compiuto anche da chi abdica al ruolo di educatori, ancor peggio da parte di chi veicola idee e stili di vita volti a favore di un individualismo che reclama solo diritti e rifiuta ogni dovere.

Il frutto di una generazione che ha rinunciato ad essere adulta

Gli esperti affermano che i giovani sono il frutto di una generazione che ha rinunciato ad essere “adulta”, ha rifiutato di divenire punto di riferimento abdicando alla responsabilità delle scelte e al suo ruolo educativo. C’è poi un vuoto ideale per cui si è rinunciato a trasmettere la passione del pensare ed è venuta meno una vita vissuta anche nel sacrificio e nell’impegno. 

 Non è certamente facile e immediato intercettare i giovani, occorre incontrarli senza giudicarli, là dove vivono, studiano, lavorano, si divertono.

Cara nonna, mi chiedi cosa fare, e forse il primo passo, quello più semplice che tutti possiamo compiere è quello di ascoltarli, di dialogare con loro senza giudicarli, stando loro vicini, prossimi. Non servono grandi iniziative, quelle le possono e devono fare gli oratori e le agenzie educative: i giovani hanno bisogno di essere ascoltati, amati, compresi nei loro passaggi di crescita, nei loro dubbi, nelle loro incertezze o paure.

Papa Francesco: tanti giovani sono esposti alla sofferenza

Papa Francesco, a cui stanno molto a cuore i giovani, ha più volte affermato:” la gioventù non è un oggetto che può essere analizzato in termini astratti: esistono i giovani con le loro vite concrete. Nel mondo di oggi, pieno di progressi, tanti giovani sono esposti alla sofferenza e alla manipolazione”.

Tu, nel tuo piccolo puoi farti testimoni dei valori in cui credi e che per te sono importanti, perché i giovani hanno bisogno di testimoni, non di maestri! Non ti scoraggiare se apparentemente sembrano non accogliere i tuoi valori o i tuoi insegnamenti: rimangono come semi posti nel terreno della loro vita, eredità preziosa che nel tempo darà frutto.

Le nonne, con l’affetto e la pazienza che l’età e l’esperienza ha plasmato, sono segno di quelle radici che dicono stabilità e che le nuove generazioni non possono avere, ma sono necessarie a offrire sicurezza e una certa armonia del vivere. Continua ad essere vicina ai tuoi nipoti con la forza della fede e della preghiera affidandoli al Signore che conosce e ama ogni suo figlio con amore di Padre. 

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