L’appello di Papa Francesco: una giornata di preghiera e digiuno per la pace in Ucraina

Vaticano, 16 febbraio 2022: udienza generale di Papa Francesco in Aula Paolo VI - Foto SIR/Marco Calvarese

Una Giornata di preghiera e digiuno per la pace in Ucraina. A proporla “a credenti e non credenti”, è stato il Papa, al termine dell’udienza di oggi in Aula Paolo VI. “Vorrei appellarmi a tutti, credenti e non credenti”, ha detto Francesco: “Gesù ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. Invito tutti a fare il prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, una Giornata di digiuno per la pace. Incoraggio in modo speciale i credenti, perché in quel giorno si dedichino intensamente alla preghiera e al digiuno. La Regina della pace preservi il mondo dalla follia della guerra”.

No alle azioni che provocano sofferenza ai popoli

“Prego tutte le parti coinvolte perché si astengano da ogni azione che provochi ancora più sofferenza tra le popolazioni, destabilizzando la convivenza tra le nazioni e screditando il diritto internazionale”.

È l’ennesimo appello per la pace in Ucraina, pronunciato dal Papa al termine dell’udienza di oggi in Aula Paolo VI, prima dei saluti in lingua italiana.

“Ho un grande dolore nel cuore per il per il peggioramento della situazione nell’Ucraina”, ha esordito Francesco. “Nonostante sforzi diplomatici delle ultime settimane – ha denunciato Francesco – si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. Con me tanta gente nel mondo sta provando angoscia e preoccupazione. Ancora una volta la pace di tutti è minacciata da interessi di parte”.

“Vorrei appellarmi a quanti hanno responsabilità politica perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è il Dio della pace e non della guerra: il padre di tutti, non solo di qualcuno, che ci vuole fratelli e non nemici”.

La vecchiaia è una questione urgente: dare valore agli anziani

“Assieme alle migrazioni, la vecchiaia è tra le questioni più urgenti che la famiglia umana è chiamata ad affrontare in questo tempo”.

Ne è convinto il Papa, che ha iniziato oggi, in Aula Paolo VI, un nuovo ciclo di catechesi sul senso della vecchiaia. “Mai siamo stati così numerosi nella storia umana”, ha sottolineato Francesco, secondo il quale “il rischio di essere scartati è ancora più frequente”, perché “gli anziani sono visti spesso come un peso”.

“Nella drammatica prima fase della pandemia sono stati loro a pagare il prezzo più alto”, ha fatto notare il Papa: “Erano già la parte più debole e trascurata: non li guardavamo troppo da vivi, non li abbiamo neppure visti morire”.

“Ho trovato questa Carta per i diritti degli anziani e i doveri della comunità, editata dai governi non dalla  Chiesa, è una cosa laica”, ha aggiunto a braccio: “è buona, è interessante, per conoscere che gli anziani hanno dei diritti. Farà bene leggerla”.

“Non si tratta solo di un cambiamento quantitativo”, il monito di Francesco: “è in gioco l’unità delle età della vita: ossia, il reale punto di riferimento per la comprensione e l’apprezzamento della vita umana nella sua interezza”.

“C’è amicizia, c’è alleanza fra le diverse età della vita o prevalgono la separazione e lo scarto?”, si è chiesto il Papa: “Tutti viviamo in un presente dove convivono bambini, giovani, adulti e anziani. Però è cambiata la proporzione: la longevità è diventata di massa e, in ampie regioni del mondo, l’infanzia è distribuita a piccole dosi. Abbiamo parlato sull’inverno demografico, pure. Uno squilibrio che ha tante conseguenze”.