Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. Che cosa significa essere fratelli

FRATELLI

Di che reggimento siete
Fratelli
Parola tremante nella notte
foglia appena nata
Nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli

Giuseppe Ungaretti
(Mariano il 15 luglio 1916)

Fratelli è una poesia scritta dal poeta Giuseppe Ungaretti ai tempi della prima guerra mondiale. Il poeta inizialmente era un interventista, era cioè a favore del conflitto; una volta al fronte però si rese conto delle atrocità che la guerra portava con sé e cambiò repentinamente idea. Scrisse in trincea poesie brevi e intense, come questa, in cui il lettore si trova per così dire trasportato al fronte, accanto al poeta e ai suoi compagni. 

La scena di cui si parla nel testo riportato sopra si svolge di  notte. Al sopraggiungere di un altro gruppo di militari sorge spontaneo chiedere loro il reggimento di appartenenza.  Si trattava di una domanda  molto comune tra i soldati di allora, per i quali  dichiarare il proprio reggimento significava palesare la propria identità, un’identità che la guerra aveva reso sempre più anonima. 

La rivolta del cuore dell’uomo alla guerra

Eppure, l’apostrofe ‘Fratelli’, che da sola costituisce il secondo verso,  rompe il meccanismo della guerra-annientatrice di identità. Si tratta di un’ “involontaria rivolta” del cuore dell’uomo che non si lascia annichilire dalla guerra, ma fa riemergere in un contesto di morte un germoglio di umanità. 

Quegli uomini di fronte a me,  prima che membri di un determinato reggimento, prima che soldati, sono fratelli miei, non fosse altro che per il fatto che si trovano a  vivere la mia stessa tragedia. 

Questa consapevolezza è solo una “foglia appena nata” di umanità in un deserto di distruzione, ma è sufficiente per dire qualcosa sull’uomo di ogni tempo, ossia che è chiamato ad essere fratello per l’altro uomo, prima che nemico.  In questo tempo di Quaresima e di conflitti risuona forte l’invito alla conversione del cuore, che implica un cambiamento dello sguardo con cui si guarda l’altro. Ungaretti ci direbbe che questo ‘cambio di sguardo’ sarà tanto più fruttuoso quanto più coltiveremo  la parola ‘Fratelli’.