Pasqua in tempo di guerra. Suor Chiara: “Il Signore non ci salva dalla sofferenza ma attraverso di essa”

Crocifisso e guerra

Buongiorno suor Chiara,
Papa Francesco in questi giorni ha detto che “nella follia della guerra si torna a crocifiggere Cristo”. Che Pasqua è questa per noi, in tempo di guerra? Che cosa possiamo augurarci?
Gemma

Cara Gemma, siamo purtroppo in un tempo in cui la notte della violenza e della guerra sembra imperversare e nascondere la luce dell’alba di un nuovo giorno di pace,

come sul Golgota, quando la terra è stata avvolta dal buio per la morte del Figlio di Dio.

Su quella croce ogni dolore, guerra e violenza sono state assunte, e il buio della notte del male è stato redento e trasformato in un’alba di pace perché il male e il peccato sono stati crocifissi per sempre. La passione di Cristo continua nelle sue membra sofferenti: Cristo è ancora crocifisso là, dove ogni dolore, violenza e crudeltà si perpetuano ingiustamente, dove il potere e il dominio non si trasformano in servizio, dove l’io prende continuamente il posto di Dio, dove si compiono ingiustizie e sfruttamento verso i più deboli e indifesi. Il Signore non ci salva dalla sofferenza, ma attraverso di essa.

Sulla croce il male è stato sconfitto dall’Amore più grande

Sulla croce il male è stato sconfitto dall’Amore più grande che si è liberamente consegnato nelle mani dei suoi uccisori, avvolgendoli con il suo perdono.

Il grido del dolore innocente che anche in questi tempi è sotto ai nostri occhi sale al cielo e pone la domanda della presenza di Dio nella storia: “Dov’è Dio in questa guerra, come in ogni guerra?”.

La risposta viene dalla croce: Dio è lì, crocifisso con i crocifissi del nostro tempo! In Gesù, Dio accetta di morire, di addossarsi tutto il male del peccato del mondo.

Lui è lì, e come sul Golgota perdona quanti anche oggi non sanno quello che fanno nelle loro azioni disumane, offrendo le sue ferite come feritoie di salvezza.

“Quando si usa la violenza non si sa più nulla di Dio”

“Quando si usa la violenza non si sa più nulla di Dio, che è Padre, e nemmeno sugli altri che sono fratelli”.

Allora, cara Gemma, questa Pasqua può essere occasione in cui fare esperienza di salvezza e liberazione.

Cristo è crocifisso per il peccato del mondo, per il mio piccolo peccato; lui salva il mondo e salva noi, entra in quelle zone oscure della nostra vita che sanno di morte, di schiavitù, verso le quali proviamo vergogna e delusione.

Il nostro piccolo peccato abbruttisce il mondo, come la nostra bontà lo abbellisce.

La Pasqua ci dice che non dobbiamo avere paura: “La tomba vuota”, ci dice papa Francesco “vuole sfidare, muovere, interrogare, ma soprattutto vuole incoraggiarci a credere e ad avere fiducia che Dio “avviene” in qualsiasi situazione, in qualsiasi persona, e che la sua luce può arrivare negli angoli più imprevedibili e più chiusi dell’esistenza e della storia”.

La Pasqua vuole fare nuove tutte le cose

La Pasqua accade anche in quest’ora buia del nostro tempo, e vuole fare nuove tutte le cose, vuole rinnovare la nostra vita: a noi cercare di vivere da salvati.

Noi sappiamo che la resurrezione è all’opera
attraverso sentieri sconosciuti o mal conosciuti
e che noi possiamo divenire questi sentieri.
Allora tentiamo di essere dei viventi, dei veri viventi
che sprigionano, senza neanche saperlo,
attraverso le parole, i gesti e i silenzi, i sì e i no del quotidiano,
il coraggio di essere dei redenti.
Buona pasqua di resurrezione!