rosario maggio
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Maggio: Perché ci è tanto caro il mese del Rosario?

La devozione del mese di maggio con le sue pie pratiche è una delle più care ai cristiani di ogni epoca. Al centro di questa devozione c’è la recita del Rosario, che pare abbia avuto origine già nel XII secolo nell’ambito dei Certosini e poi diffusasi capillarmente grazie agli Ordini Mendicanti, segnatamente i Domenicani, nell’ambito della loro predicazione contro la diffusione delle eresie.

Nella nostra Diocesi

Nella diocesi di Bergamo la devozione del mese di maggio fu introdotta dall’ex gesuita Luigi Mozzi, arciprete della Cattedrale, nell’ambito delle Congregazioni mariane – erano una iniziativa studiata espressamente per la gioventù, per una più accurata formazione cristiana – dove il Rosario era recitato quotidianamente insieme a meditazioni mariane. Iniziate dai gesuiti nel loro collegio romano, queste congregazioni si diffusero rapidamente nell’intera Europa. A Bergamo, la prima Congregazione mariana fu introdotta nel 1741 nell’allora parrocchia di San Pancrazio in Città Alta, dal 1793 diretta dal Mozzi e dai canonici don Lorenzo Tomini e don Gaetano Benaglio. L’espandersi impressionante di queste congregazioni allarmò le autorità politiche francesi, che allora dominavano la Bergamasca, che nel 1797 esiliarono il Mozzi e nel 1807 decretarono la soppressione di tutte le congregazioni mariane, mai più risorte. 

Passata la bufera napoleonica, nel corso dell’Ottocento la devozione del mese di maggio si diffuse capillarmente nelle parrocchie e fra il popolo, grazie soprattutto all’opera di don Giovanni Brignoli, prevosto di Pignolo.

Da ieri a oggi

Dall’Ottocento fino ai giorni nostri, nel corso del mese di maggio, la gente confluisce in chiese, chiesette e santuari, ma nei decenni recenti anche negli androni dei condomini e in luoghi all’aperto, per la recita del Rosario, favorendo anche la socializzazione nella nostra cultura individualistica. Il mese si chiude con una funzione particolare, con Rosario, riflessioni e benedizione. Abbiamo appurato che nelle parrocchie bergamasche l’omiletica accostava la bellezza della natura del mese di maggio alla bellezza interiore di Maria e alle sue virtù. Oggi la predicazione punta soprattutto a presentare Maria come la prima credente e colei che ha ascoltato pienamente la Parola di Dio. Anche le preghiere si inseriscono nell’ottica del tempo. Ieri, in tempi di guerra, nel mese di maggio si pregava per i soldati al fronte e i caduti e per la pace. Nel santuario della Madonna delle Rose, per esempio, in tempi di guerra, riprendendo la storia dell’Apparizione (Maria apparve a due mercanti smarriti indicando la strada con una luce nella notte) i fedeli recitavano: «O Maria, come secoli fa hai indicato la strada ai due mercanti smarriti, fa ritrovare la strada del ritorno a casa dalla guerra a mio marito, fidanzato, figlio, fratello». Nel Dopoguerra si pregava per la difesa dei valori cristiani, per il Pontefice attaccato da più parti, per i cristiani perseguitati nei Paesi comunisti. Oggi si prega per i bisogni contemporanei e, nella guerra in corso in Ucraina, per quelle popolazioni martoriate e per la pace. In molte parrocchie si è conservata la tradizione del pellegrinaggio ai santuari. Alcuni hanno un raggio devozionale geograficamente circoscritto. Altri, invece, sono meta di fedeli anche da fuori regione.

Perché il Rosario

C’è chi afferma che il Rosario sia lungo e ripetitivo. Invece, oltre a essere raccomandato da ogni Pontefice, è una delle espressioni semplici ma concrete per ripercorrere la storia della salvezza: mentre si ripetono il Padre Nostro e le Ave Maria, la mente ripercorre i misteri di Cristo (vita, passione, morte, risurrezione e glorificazione) e, insieme a Maria, attraversa gli eventi a cui Lei ha partecipato unita al Figlio. Dunque il Rosario è una preghiera non di Maria, ma con Maria, ed è la sintesi del Vangelo.

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