Papa Francesco: è tempo di dire basta al traffico indiscriminato delle armi

Vaticano, 18 maggio 2022: l'udienza generale di Papa Francesco in piazza San Pietro - foto SIR/Marco Calvarese

“Ho il cuore affranto per la tragedia nella scuola elementare del Texas. Prego per i bambini, gli adulti e le loro famiglie”. Lo ha detto il Papa, al termine dell’udienza di oggi, prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana che come di consueto concludono l’appuntamento del mercoledì in piazza San Pietro. “È tempo di dire basta al traffico indiscriminato delle armi”, l’appello di Francesco. “Impegniamoci tutti, perché tragedie così non possono più accadere”.

“Ieri abbiamo celebrato la memoria della Beata Vergine Maria Ausiliatrice. Nelle nostre preghiere affidiamole in modo particolare il desiderio di pace dell’Ucraina e del mondo intero”. E’ il saluto del Papa ai fedeli polacchi, al termine dell’udienza di oggi in piazza San Pietro. “La Madre di Dio ci insegni la solidarietà con chi è provato dalla tragedia della guerra e ottenga la riconciliazione delle nazioni”, l’auspicio di Francesco.

Le fake news sono le stregonerie colte del mondo di oggi

“Non è un caso che la nostra sia la stagione delle fake news, delle superstizioni collettive e delle verità pseudo-scientifiche”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata alla vecchiaia, “E’ curioso”, ha proseguito a braccio Francesco: “in questa cultura del sapere, di conoscere tutte le cose, anche della precisione del sapere, si sono diffuse tante stregonerie, ma stregonerie colte, con una certa cultura ma che ti portano a una via di superstizione. Da una parte andare avanti con intelligenza nel conoscere le cose, dall’altra l’anima che ha bisogno di altre cose e che prende la strada delle superstizioni e finisce nelle stregonerie”. “La vecchiaia può imparare dalla saggezza ironica di Qoelet l’arte di portare alla luce l’inganno nascosto nel delirio di una verità della mente priva di affetti per la giustizia”, la tesi del Papa: “Gli anziani ricchi di saggezza e di umorismo fanno tanto bene ai giovani! Li salvano dalla tentazione di una conoscenza del mondo triste e priva di sapienza della vita. Questi anziani riportano i giovani alla promessa di Gesù: ‘Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati’. Saranno loro a seminare fame e sete di giustizia nei giovani”. “Coraggio e avanti!”, l’invito finale: “Tutti noi vecchi abbiamo una missione molto grande nel mondo: non cercare rifugio in questo idealismo non concreto, non reale, senza radici, nelle stregonerie della vita”.

Siamo diventati la società della stanchezza

“Di fatto, con tutto il nostro progresso e il nostro benessere, siamo davvero diventati società della stanchezza. Siamo nella società della stanchezza”. A lanciare il grido d’allarme è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata alla vecchiaia. “Dovevamo produrre benessere diffuso e tolleriamo un mercato scientificamente selettivo della salute”, la denuncia di Francesco: “Dovevamo porre un limite invalicabile alla pace, e vediamo susseguirsi guerre sempre più spietate verso le persone inermi. La scienza progredisce, naturalmente, ed è un bene. Ma la sapienza della vita è tutt’altra cosa, e sembra in stallo. Infine, questa ragione an-affettiva e ir-responsabile toglie senso ed energie anche alla conoscenza della verità”. “Il vuoto di senso e di forze aperto da questo sapere, che respinge ogni responsabilità etica e ogni affetto per il bene reale, non è innocuo”, ha fatto notare il Papa: “Non toglie soltanto le forze alla volontà del bene: per contraccolpo, apre la porta all’aggressività delle forze del male. Sono le forze di una ragione impazzita, resa cinica da un eccesso di ideologia”.

La vecchiaia porta l’appuntamento col disincanto

“La vecchiaia rende quasi inevitabile l’appuntamento col disincanto. Il disincanto nella vecchiaia viene”. Lo ha spiegato il Papa, che proseguendo il ciclo di catechesi sulla vecchiaia si è soffermato, nell’udienza di oggi in piazza San Pietro, sul Libro del Qoelet, “un altro gioiello incastonato nella Bibbia”, che ad una prima lettura “colpisce e lascia sconcertati per il suo celebre ritornello: ‘Tutto è vanità’, tutto è ‘nebbia’, ‘fumo’, ‘vuoto’”. “Stupisce trovare queste espressioni, che mettono in discussione il senso dell’esistenza, dentro la Sacra Scrittura”, ha osservato Francesco: “In realtà, la continua oscillazione di Qoelet tra senso e non-senso è la rappresentazione ironica di una conoscenza della vita che si distacca dalla passione per la giustizia, della quale è garante il giudizio di Dio. E la conclusione del Libro indica la via d’uscita dalla prova: ‘Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché qui sta tutto l’uomo’. Questo è il consiglio per risolvere questo problema”.  “Di fronte a una realtà che, in certi momenti, ci sembra ospitare tutti i contrari, riservando loro comunque lo stesso destino, che è quello di finire nel nulla, la via dell’indifferenza può apparire anche a noi l’unico rimedio ad una dolorosa disillusione”, ha argomentato il Papa: “Sorgono in noi domande come queste: I nostri sforzi hanno forse cambiato il mondo? Qualcuno è forse capace di far valere la differenza del giusto e dell’ingiusto? Sembra che tutto questo è inutile, perché fare tanti sforzi? È una specie di intuizione negativa che può presentarsi in ogni stagione della vita, ma non c’è dubbio che la vecchiaia rende quasi inevitabile l’appuntamento col disincanto. Il disincanto nella vecchiaia viene”.