Bernadette, un saggio di Alberto Maggi: “Una santa imperfetta, una ragazza semplice plasmata dallo Spirito”

Marie Bernarde Soubirous, detta Bernadette, mistica e religiosa francese, proclamata santa da Papa Pio XI nel 1933, conosciuta per le apparizioni mariane alle quali riferì di aver assistito in una grotta del suo paese natale, vive di una luce nuova nel saggio “Bernadette” (Garzanti 2022, pp. 360, 18,00 euro) di Alberto Maggi, che racconta “La vera storia di una santa imperfetta”, come recita il sottotitolo del testo. 

Nata il 7 gennaio 1844 a Lourdes, cittadina dei Pirenei, e morta il 16 aprile 1879 nel convento delle Suore della Carità di Nevers, Bernadette vide la propria esistenza cambiare per sempre l’11 febbraio 1858. A quattordici anni, mentre assieme a una sorella e a un’amica raccoglieva legna da ardere in un boschetto vicino alla grotta di Massabielle (poco fuori Lourdes), ebbe la prima visione di ciò che descrisse come “una piccola signora giovane” in piedi in una nicchia della roccia. Da quel giorno in poi, una moltitudine di persone sempre più vasta fu conquistata dal mistero di quel luogo, oggi divenuto meta di milioni di pellegrini da tutto il Pianeta. 

Il biblista Alberto Maggi,  frate dell’Ordine dei Servi di Maria, fondatore del Centro Studi Biblici “G. Vannucci” a Montefano in provincia di Macerata, da noi intervistato, offre una visione autentica di Bernadette, piccola grande donna di un metro e quaranta, analfabeta, poverissima, dalla vita breve ma immortale. 

  • “Non è una santa. È solo Bernadette…”. La definizione di Bernadette Soubirous da parte dell’abbé René Laurentin, mariologo di fama internazionale e uno dei più grandi studiosi di Lourdes, esergo del volume, rappresenta il senso profondo del libro che illustra al lettore una “santa imperfetta”, lontana da quel santino preconfezionato che l’agiografia ha consegnato alla storia? 

«Certamente. Bernadette creatura plasmata dallo Spirito, supera gli angusti confini di una santità stereotipata. Lei è una donna nata dallo Spirito, quindi libera e intraprendente, per certi versi addirittura strafottente. Bernadette, la più misera, la più ignorante di Lourdes è capace di tenere testa al rappresentante di Napoleone III, il procuratore imperiale. Come avrà fatto? Quindi al di là della santità, quella di Bernadette è una bellissima figura, io l’ho scritto da innamorato questo libro e spero che chi lo legga si innamori di Bernadette». 

  • L’abbé René Laurentin dichiarò, inoltre, che “la dimostrazione più eclatante dell’apparizione è Bernadette… lei stessa è un’apparizione”. Chi era davvero Bernadette e quale fu l’ambiente in cui nacque?

«Bernadette è analfabeta, un po’ tonta perché a quattordici anni ancora non sa pronunciare bene il proprio cognome e non sa la sua esatta età, non conosce i mesi e i giorni della settimana. A scuola è un disastro, perché Bernadette non ha memoria. Poi avviene l’episodio nella grotta. Lì Bernadette si trasforma e alta solo un metro e quaranta, diventa un gigante, piena di sicurezza e animata da una grande forza d’animo. Cosa è successo nella grotta? Questo è il grande mistero di Lourdes, sappiamo che questa esperienza ha trasformato Bernadette Soubirous, figlia primogenita di una famiglia poverissima, nata da genitori inaffidabili, François, il padre indolente e poco volenteroso, Louise Castérot, la madre con la pericolosa tendenza a bere». 

  • È vero che durante la sedicesima apparizione, avvenuta il 25 marzo 1858, la Vergine si presenta a Bernadette come Immacolata concezione confermando il dogma del concepimento immacolato di Maria promulgato da Papa Pio IX l’8 dicembre 1854? 

«Sì. Quando Bernadette sente dire alla Signora “Io sono l’Immacolata Concezione”, Bernadette risponde: “Ma allora non sei la Vergine! Sei immacolata”. La ragazza pensa che l’apparizione sia un’anima del Purgatorio, per questo corre dal parroco tutta affannata dicendogli che non ha visto la Madonna ma un’anima immacolata, la parola “concezione”, Bernadette non l’ha capita, è troppo difficile per lei». 

  • Quante volte la Madonna apparve a Bernadette e qual è il significato biblico delle apparizioni? 

«Le apparizioni sono state diciotto. Nel libro, almeno dalla mia ricerca, quello che mi sembra di poter dire è che Bernadette è la donna delle beatitudini, dalla prima beatitudine, la scelta della povertà, all’ultima, quella della persecuzione. Quella centrale, quando Gesù dice: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”. Credo che Bernadette abbia fatto una profonda esperienza di Dio e dopo l’abbia manifestata secondo quello che si può tradurre. Ma come si fa a tradurre quello che è ineffabile in qualcosa di comprensibile? Ritengo Bernadette una grande mistica, che ha fatto l’esperienza di Dio». 

  • L’apparizione confidò tre segreti a Bernadette, che lei non volle mai rivelare a nessuno. Quali potrebbero essere questi segreti? 

«Bernadette è stata tenace, è stata ricattata per questi segreti, ma non ha mai, mai, mai ceduto. Ci sono tre segreti e una preghiera in patois, nel dialetto locale, che la Vergine ha insegnato a Bernadette e che lei ha recitato fino all’ultimo giorno di vita. C’è l’ipotesi che almeno uno dei segreti sia la scelta radicale di Bernadette per la povertà, altrimenti non si capisce come questa ragazza che sarebbe potuto diventare la più ricca di Francia, non avesse mai accettato neanche un centesimo.

  • Perché la Vergine Maria appare proprio a lei? 

«L’ha detto la stessa Bernadette: “Perché peggio non ha trovato” ». 

  • Possiamo solo immaginare le migliaia di domande, umiliazioni e incredulità collettiva dovette sopportare la giovane Soubirous dal giorno dell’apparizione. Ce ne vuole parlare? 

«È stata tartassata, è stata pressata da laici ma soprattutto dal clero, incontri e interrogatori difficili con preti supponenti, venne accusata addirittura di essere indemoniata e di essere una strega. Bernadette ha sofferto moltissimo, perché era anche accusata di essere una imbrogliona, ma è sempre rimasta imperturbabile di fronte a questo diluvio di accuse e di cattiverie. È stata presa a schiaffi, minacciata di essere rinchiusa non in prigione, ma in un manicomio, considerata una pazza. “Io non vi devo convincere, io devo solo far sapere”. Bernadette venne interrogata anche dal commissario di polizia di Lourdes Dominique Jacomet, che è stato sempre rappresentato come una persona perfida, cattiva. In realtà non era così, il poliziotto era figlio di una ragazza madre e ciò nell’Ottocento significava disonore e povertà. Quindi Jacomet aveva una particolare attenzione nei confronti delle classi povere. A Lourdes il poliziotto era stimatissimo, a un certo punto questo uomo di legge si trova di fronte questa ragazzina che gli crea tutto questo pandemonio. Jacomet pensa di risolvere al più presto questa rogna, del resto Bernadette è solo una ragazzina ignorante. Ma Bernadette tiene testa al commissario, eludendo le sue domande a tranello». 

  • Come fu la vita in convento di Bernadette dove morì? 

«Fu un martirio, la cattiveria, il sadismo delle suore nei suoi confronti mi ha fatto piangere. Quello che ha sofferto, povera creatura, anche perché la consideravano troppo orgogliosa. Non era vero, era ingenua. Gliene hanno fatto di tutti i colori: umiliazioni, perfidie, castighi stupidi e assurdi. Bernadette è morta giovane, aveva una serie di gravi patologie, tra le quali la tubercolosi. C’è da dire che quando entrò in convento, Bernadette è stata sottomessa al lavaggio del cervello della spiritualità del tempo, che diceva che più soffrivi e più eri accetto a Dio e che i mali erano inviati da Dio. Quindi sì, Bernadette soffriva di gravi malattie, ma questo suo atteggiamento di rifiuto anche del medico, ha aggravato le sue condizioni fisiche». 

  • Lourdes, capitale della spiritualità cristiana, viene visitata ogni anno da più di 5 milioni di pellegrini provenienti da oltre 140 paesi. Vi è tornato di recente e quando fu  la prima volta che si recò a Lourdes? 

«La prima volta fu nel 1966, quando svolgevo il servizio militare e avvenne durante un pellegrinaggio di militari. Vi sono tornato quando scrivevo il libro, perché sono pignolo e orologio alla mano ho fatto tutti i percorsi di Bernadette, e ci tornerò a maggio, quando il 20 presenterò il libro. Per capire Lourdes occorre andarci, c’è in quella grotta qualcosa di straordinario. Nella copertina del volume ho fatto mettere la nicchia ma senza quella brutta statua della Madonna che a Bernadette non è mai piaciuta, apposta non l’hanno voluta all’inaugurazione. Questa nicchia scura è qualcosa che attrae. È come accompagnare Bernadette nella sua trasformazione».