Francia, riflessioni per il Sinodo. Parola di Dio, credibilità e fraternità

La “Raccolta nazionale di sintesi locali sul Sinodo 2023 sulla sinodalità”, frutto dei contributi delle diocesi francesi, è scandito attorno a tre bisogni: “l’importanza di rigenerarsi nella Parola di Dio”, “l’urgenza di offrire segni significativi e credibili nella società odierna”, “la necessità di luoghi di dialogo fraterno”.

I cattolici francesi percepiscono “la lettura comune delle Scritture come un fondamento della vita ecclesiale” perché tutti vi possono trovare un posto, perché rinnova la vita ecclesiale e comunitaria, perché nella meditazione della Parola “si coniugano profondità e libertà”.

Generano delusioni le omelie che “non si radicano sufficientemente nella Parola di Dio”; si chiede che “la predicazione venga estesa ai laici e in particolare alle voci femminili”, che i battezzati ricevano “una migliore formazione biblica” e i pastori omiletica e che si promuovano celebrazioni della Parola.

Servono “segni credibili della bontà di Dio e dell’uguale dignità dei battezzati” che parlino di una “Chiesa più fraterna”, si dice nella seconda parte. La sinodalità, cammino di ascolto, dialogo e discernimento, è l’esperienza vissuta che si chiede continui soprattutto nello sforzo di ascolto reciproco. Ai sacerdoti si chiede “accompagnamento, più che di dirigere le parrocchie come fossero imprese”.

Ascoltare la voce delle donne e valorizzare il loro contributo

Tra i problemi segnalati: autoritarismo, difficoltà nei rapporti con le donne, un atteggiamento sovrastante più che fraterno. Si auspicano evoluzioni nella formazione dei sacerdoti e anche “che il celibato dei sacerdoti sia lasciato alla loro libera scelta”. E poi le donne: “se il loro servizio è apprezzato, la loro voce sembra essere ignorata”.

Diaconato, e in misura minore, sacerdozio per le donne, tra le richieste. In questa seconda parte anche una riflessione su autorità nella Chiesa e sulla liturgia.

L’ultima parte è dedicata alla fraternità: come coltivarla e servirla e come invece l’escludere persone (omosessuali, divorziati risposati) “sia una grave contro-testimonianze”. Centrale il dialogo, all’interno della Chiesa e con chi ne sta fuori.

Il processo sinodale in Francia ha mobilitato più di 150mila persone, che tra l’ottobre 2021 e l’aprile 2022 si sono riunite e confrontate con le domande inviate dalla segreteria generale del Sinodo.

Difficoltà di raggiungere tutti, resistenza al cambiamento

Un lavoro di sintesi e di discernimento è stato poi compiuto a livello delle diocesi e pubblicato nella “Raccolta nazionale di sintesi locali sul Sinodo 2023 sulla sinodalità”, disponibile sul sito della Conferenza episcopale francese.

Questo testo, insieme a un documento che i vescovi stanno ancora elaborando, saranno inviati alla segreteria del dicastero vaticano.

Nel documento di sintesi dei contributi diocesani si riferisce che la proposta di Sinodo ha suscitato duplici reazioni: da un lato “generosa partecipazione” e la “sensazione di vivere un’esperienza promettente, un processo comunitario di ascolto e discernimento”.

Dall’altra, “resistenze di vario genere” e la “difficoltà di sentire le voci dei più fragili, di raggiungere e mobilitare i giovani e i giovani adulti; il timore di alcuni che questo processo serva a imporre cambiamenti alla Chiesa a cui sono legati; difficoltà per molti sacerdoti di riconoscere l’interesse di questo sinodo”.

A condizionare il cammino francese nei periodo in questione, la ricezione del rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa e la pandemia. Di qui è emersa “più evidente la necessità di prendersi cura gli uni degli altri” e la “profonda aspirazione a una Chiesa più fraterna”.