Inghilterra e Galles, documento per il Sinodo. Il sogno di una Chiesa familiare e missionaria

Sul sito dei vescovi di Inghilterra e Galles sono disponibili la “sintesi nazionale” di quanto emerso nella fase diocesana del sinodo mondiale e una “riflessione” degli stessi presuli sul documento nazionale.

Oltre 700 pagine di rapporti da diocesi, enti, associazioni, movimenti ecclesiali sono confluiti in un documento di 27 pagine, che muove dal racconto della Chiesa nella pandemia per poi descrivere l’esperienza del Sinodo: “Per molti è stata una rivelazione; dopo decenni di frequentazione ecclesiale, è stata la prima volta che veniva loro chiesto di parlare”.

Quindi tre parti successive condensano le riflessioni e le proposte legate al “sogno di una Chiesa amorevole, misericordiosa, familiare e missionaria in cui tutti sono coinvolti, una Chiesa sinodale aperta alla guida dello Spirito che meglio è in grado di costruire il Regno di Dio in queste isole”, anticipa l’introduzione.

Punto di partenza: una Chiesa ferita chiamata alla conversione

“Una Chiesa ferita chiamata alla conversione”: è la prima parte che esprime il desiderio di una “Chiesa che abbracci”, luogo di vicinanza, accoglienza, integrazione e inclusività, di “sacerdoti che facilitino” la partecipazione e la corresponsabilità, in modo che “sacerdoti e laici si vedano come entrambi responsabili della missione della Chiesa”; qui si parla di formazione dei sacerdoti, di ammettere i laici alla governance della Chiesa (e in particolare le donne, con un riferimento anche alla possibilità che possano predicare), del bisogno di comunità genuinamente sinodali, di formazione e di informazione, di un linguaggio capace di parlare alla vita delle persone.

La parte “Verità, misericordia e accoglienza” mette in questione alcuni insegnamenti della Chiesa (soprattutto nell’ambito dei sacramenti), in nome del desiderio di una Chiesa che esprima meglio la misericordia di Dio, e si ferma a lungo su alcuni gruppi marginalizzati: donne, comunità Lgbtq+, giovani, separati risposati, persone di colore, tradizionalisti… Nella terza parte sono condensati i desideri e le richieste per andare “verso una Chiesa sinodale in Inghilterra e Galles”.

“Con voi condividiamo un profondo desiderio che la Chiesa sia al centro del nostro mondo, irradiando a tutti l’amore e la misericordia di Gesù Cristo”: lo scrivono i vescovi di Inghilterra e Galles nella loro riflessione sulla sintesi nazionale dei contributi diocesani per il Sinodo.

Ripartendo dai “segni dei tempi”, i vescovi scrivono: “Per poter raccogliere un buon raccolto, sappiamo, ad esempio, che abbiamo il dovere di difendere la vita umana e i diritti umani, di riscoprire il valore centrale del matrimonio e della vita familiare, di eliminare le ingiustizie e di affrontare la minaccia della catastrofe climatica”.

Un cammino di comunione, partecipazione e missione

Al “discernimento del cuore del vescovo” è rimesso il compito nella Chiesa di comprendere “i prossimi passi del cammino di comunione, partecipazione e missione”.

Un’attenzione da avere sarà “cercare di coinvolgere il 90% che assiste alla messa domenicale ma non ha ancora partecipato ad alcun processo sinodale”.

“In tutte le risposte è evidente la preoccupazione di rinnovare il dinamismo missionario della Chiesa a livello locale”: serve un “ethos sinodale per migliorare il processo decisionale trasparente e collaborativo, ascoltando, in particolare, coloro che potrebbero avere una voce debole”, nel “nostro comune bisogno di valorizzare tutti coloro che arricchiscono la nostra Chiesa con la loro presenza”.

Imparare ad accompagnare: una capacità del cuore

Si parla quindi di accompagnamento: “Imparare ad accompagnare gli altri è una disposizione, una capacità del cuore, che desideriamo sviluppare nelle nostre comunità nel servizio pastorale degli altri”.

La formazione è un altro punto su cui si fermano i vescovi: “Quanto più siamo formati nell’amore di Cristo, tanto meglio siamo attrezzati per essere l’amore di Cristo verso e per gli altri”. Crescere individualmente e come comunità di discepoli missionari è il compito che sta di fronte e “insieme discerneremo quali nuove priorità evangelizzatrici devono essere intraprese”.

I vescovi concludono la riflessione citando Santa Teresa di Lisieux e il suo desiderio di essere discepola missionario come “l’amore nel cuore della Chiesa”: come ogni famiglia è segnata dal fallimento, “anche la famiglia umana della Chiesa ha bisogno di imparare come l’amore e la misericordia di Cristo possono essere espressi e offerti, con fedeltà e coerenza, oggi”.