La democrazia, la sua forza e le sue debolezze in scena ne “Le Supplici” di Euripide al Teatro Sociale

È straordinaria l’attualità de “Le Supplici”, tragedia che Euripide scrisse nel 423 a. C., un testo che celebra la pace. Lo vedremo in scena al Teatro Sociale con la compagnia Atir diretta da Serena Sinigaglia il 26 gennaio alle 20,30 e il 27 alle 10,30 (spettacolo fuori abbonamento) nell’ambito della rassegna Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti.

Le “supplici” del titolo sono le madri dei soldati, condotti da Ippocrate, che hanno assediato Tebe e sono caduti combattendo con Polinice contro Eteocle. Gli abitanti della città hanno lasciato i loro corpi senza sepoltura, perciò le madri di quei sette combattenti si recano a Eleusi con la guida di Adrasto per ottenere da Teseo, re di Atene, la possibilità di riavere e onorare le spoglie dei figli. 

«Amo i classici da sempre – osserva la regista Serena Sinigaglia – : con essi imparo cos’è il teatro e cos’è l’essere umano. Con i contemporanei imparo a conoscere la realtà presente e l’epoca in cui vivo. Insomma classico e contemporaneo si riguardano, si specchiano l’un con l’altro, si nutrono a vicenda. Come tradizione e innovazione». 

L’idea di mettere in scena questa tragedia di Euripide accompagna Sinigaglia da diversi anni: “Adesso è arrivato il momento di farlo. Il crollo dei valori dell’umanesimo, il prevalere della forza, dell’ambiguità più feroce, il trionfo del narcisismo e della pochezza emergono da questo testo per ritrovarsi intatti tra le pieghe dei giorni stranianti e strazianti che stiamo vivendo. È incredibile quanto una scrittura che risale al 423 a.C. risuoni chiara e forte alle orecchie di un cittadino del terzo millennio”.

Ci sono diversi aspetti di decadenza nella democrazia ateniese, così come la descrive Euripide: “Fa acqua da ogni parte – continua Sinigaglia -, contraddice i suoi stessi valori, è populismo che finge di affermare i sacri valori della libertà. È manipolazione a tratti persino grossolana, si chiama democrazia ma assomiglia troppo ad un’oligarchia. Sembra lo strumento migliore per scansare le responsabilità e restare ad ogni costo sempre e comunque impuniti. È la legge del più forte, anche se apparentemente garantisce spazio e parola a tutti. Le supplici sono le sette madri degli eroi uccisi presso le porte di Tebe. Giungono ad Atene per implorare Teseo: recuperi i cadaveri dei vinti, dei figli uccisi, a costo di fare guerra a Tebe che non li vuole restituire.

Tebe sotto la tirannide di Creonte, Atene sotto la democrazia di Teseo. Ancora una volta una stranezza: può essere la democrazia in mano ad una persona sola? Non è una contraddizione in termini?
Il discorso tanto caro a Euripide, che parla di pacifismo e amore tra i popoli, di dolore e di pietà di queste madri che hanno perso i figli, di un intero paese che ha perso i propri eroi, si intreccia con un sottile ragionamento politico, capace di rendere questa tragedia un unicum per l’antichità.

Le madri sono interpretate da sette attrici: Francesca Ciocchetti, Matilde Facheris, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan, Deborah Zuin.
“Queste attrici straordinarie – commenta la regista – , a cui mi lega un lungo sodalizio artistico, interpreteranno dunque il coro delle supplici e saranno anche, di volta in volta, i diversi personaggi della tragedia: Teseo, l’araldo tebano, Etra, Adrasto, il messaggero, il coro dei bimbi, Atena.
Un rito funebre che si trasforma in un rito di memoria attiva, un andare a scandagliare le ragioni politiche che hanno portato alla morte i figli e più in generale alla distruzione dei valori dell’umanesimo. Che siano le donne a compiere questo viaggio di ricostruzione e conoscenza mi è parso necessario e naturale».

Traduzione di Maddalena Giovannelli e Nicola Fogazzi. Drammaturgia a cura di Gabriele Scotti. Cori a cura di Francesca Della Monica. Scene di Maria Spazzi. Costumi di Katarina Vukcevic. Luci di Alessandro Verazzi. Produzione ATIR – Nidodiragno/CMC – Fondazione Teatro Due, Parma. Durata dello spettacolo: 1 ora e 15 minuti senza intervallo. Al termine di ognuna delle due rappresentazioni avrà luogo un incontro con la compagnia, moderato da Maria Grazia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi. Prezzi biglietti: intero 19 euro, ridotto 15 euro. Info e biglietti qui.

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