Pellegrinaggio pastorale, i giovani della Valle del Lujo incontrano il vescovo. L’esperienza più forte è camminare insieme

Il pellegrinaggio pastorale del vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi nell’ultimo mese si è soffermato nelle parrocchie della fraternità 1 della Comunità ecclesiale territoriale 3 della bassa Val Seriana, toccando numerose piccole parrocchie.

Fra esse quelle della Valle del Lujo, un luogo dove nonostante i piccoli numeri la vita delle comunità continua ad essere vivace. Lo dimostra l’incontro intenso che ha avuto con il gruppo giovani della Valle, che per “camminare insieme” si sono dati anche una “carta di impegni”. Ad accompagnarli ci sono alcuni educatori e don Claudio Federici, parroco di Abbazia e responsabile della pastorale giovanile della Valle.

“Camminare insieme – ha ricordato il vescovo – è un’esperienza che contiene tanti aspetti della fede: ascoltarsi, aspettarsi, condividere momenti di fatica e di gioia”.

“Camminare insieme”, però, può essere anche una bella immagine per descrivere un pomeriggio trascorso insieme, seduti intorno a un tavolo, parlando con semplicità, in un dialogo dai toni informali e familiari, mentre fuori la neve e il silenzio creavano una cornice ovattata.

“Non è scontato che la chiesa si metta in ascolto – ha sottolineato Marco Campana, uno degli educatori del gruppo – e per i giovani questo vale molto”.

Sono tanti e importanti i temi affrontati attraverso le domande preparate per monsignor Beschi, a partire dalla ricerca e dall’esperienza profonda e personale della fede per abbracciare orizzonti più ampi, che in modi diversi hanno a che fare con il futuro.

La partecipazione cresce se si creano legami

La pandemia, riflettono i giovani, ha accentuato la tendenza delle persone a isolarsi, a stare per conto proprio, ponendo la questione della “partecipazione” alla vita collettiva: “Se in generale i segni di un calo della partecipazione sono evidenti – ha detto il vescovo – continuano a esserci occasioni in cui la gente si riunisce per un evento, come le partite di calcio o l’inaugurazione della Capitale della cultura, accanto a segnali preoccupanti di pigrizia partecipativa come l’astensione alle elezioni politiche”.

Cosa fare per contrastare questa tendenza nel mondo giovanile? “La partecipazione cresce se alle persone si offre riconoscimento, se ognuna viene considerata nella sua unicità, con le sue caratteristiche e i suoi talenti”.

Senza questo restano “la solitudine, l’abbandono, la sensazione di non valere nulla e di non appartenere a nessuno”.

I giovani si sono chiesti se esistano oggi buone ragioni per credere, il vescovo li ha invitati a riflettere sulla fede nel senso più ampio, come dimensione costitutiva dell’esistenza: “Senza fede non si può vivere” perché essa è il presupposto per creare buone relazioni e quindi per stare nel mondo.

Sperimentare la fiducia, alimentare la fedeltà

“Siamo spesso educati al sospetto, quando una persona si avvicina non pensiamo subito che abbia buone intenzioni. Si moltiplicano i sistemi di sicurezza, ma non ci garantiranno tranquillità se non sentiamo di poterci fidare. L’insicurezza alimenta l’aggressività, e non è bello vivere in una società in cui domina la violenza. D’altra parte se fatichiamo ad avere fiducia fra di noi, non riusciamo ad averla neanche in Dio”.

È fondamentale, aggiunge monsignor Beschi, sperimentare concretamente la fiducia, “grazie alla famiglia oppure a buone amicizie” e alimentarla con la fedeltà “un comportamento a volte disprezzato, ma indispensabile”. 

Proprio nel gruppo si trova un aiuto prezioso per vivere la fede: “Credere non è mai semplice, condividerlo con gli altri migliora e rafforza”.

I giovani hanno espresso qualche preoccupazione per il futuro delle comunità della Valle, un territorio di periferia che soffre un po’ la lontananza e i collegamenti lenti con il capoluogo, manifestando un desiderio di “continuità nelle attività e nelle iniziative”. Il vescovo li ha rassicurati garantendo che “la chiesa farà la sua parte”.

Le marmellate cucinate insieme per sostenere i progetti

C’è coraggio, impegno e intraprendenza nelle attività messe in atto dai giovani di questo gruppo, che per autofinanziarsi preparano insieme torte e marmellate casalinghe nella cucina dell’oratorio e promuovono camminate, viaggi, incontri: “Non è facile – ha commentato Campana – essere attrattivi, non si può competere con le possibilità che i giovani trovano al di fuori dell’oratorio. Bisogna cambiare approccio e impastarsi con la vita, creare occasioni di condivisione, far capire che la fede ha ripercussioni autentiche sulla vita, prestando molta attenzione a essere coerenti”.

A volte basta poco, come avventurarsi insieme su un sentiero di montagna. “La testimonianza – ha osservato il vescovo – è come un seme, rende credibili le nostre azioni. Facciamo un torto a noi stessi quando rinunciamo a creare buone relazioni, fondate sulla stima reciproca, e a prendercene cura”.

Una “Carta” costitutiva con gli impegni del gruppo

“Nessun vento è favorevole per un marinaio che non sa dove andare”: il Gruppo giovani della Valle del Lujo ha scelto questa frase significativa di Seneca per aprire la “Carta” costitutiva, frutto del lavoro di tutti, che contiene gli impegni e i capisaldi delle attività. L’hanno presentata anche al vescovo nel corso del loro incontro.

Il gruppo è nato nel 2019 con l’intento di offrire uno spazio per continuare la formazione in oratorio al termine dei percorsi per adolescenti. Sono una quindicina, hanno un’età compresa tra i 18 e i 25 anni. Si ritrovano per due volte al mese in un giorno feriale, e in più organizzano un’uscita in un weekend. “All’interno del gruppo – scrivono nella carta, che ogni nuovo membro sottoscrive al momento dell’adesione – intendiamo crescere, imparare, fare nuove esperienze alla luce di quei valori che vogliamo offrirci per dare un senso più pieno alla nostra vita”.

I capisaldi della loro attività sono “Comunità, strada, servizio e vita di fede”. Si propongono come luogo aperto e inclusivo, esprimono l’intenzione di svolgere attività nella natura “trovando nel creato la via più diretta a Dio”, impegnandosi fra l’altro “a migliorare noi stessi e gli altri nello spirito del Vangelo e a fare in tutte le cose oggi meglio di ieri, domani meglio di oggi”.

Organizzano uscite in altri oratori e strutture, associando momenti di riflessione e cammino. Negli ultimi due anni hanno promosso e in parte autofinanziato due pellegrinaggi da Bologna a Firenze e da Subiaco a Montecassino. Alimentano il desiderio di rendersi utili nella comunità, prestando un servizio: “gratuito, competente e coerente con il percorso che stiamo vivendo”. Seguono un cammino fatto anche di ricerca, interrogandosi “sul significato del nostro essere cristiani” facendo del loro meglio “per rispettare e mantenere i principi sui quali la nostra comunità si fonda”.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *