La Rete dei Musei Ecclesiastici di Bergamo è “Nella Città di Tutti”. Per la Settimana della Cultura mostre e incontri dedicati al calice

«I musei ecclesiastici, per loro natura, sono chiamati a favorire l’incontro e il dialogo nella comunità territoriale». Sono parole importanti quelle di Papa Francesco nei confronti di questi luoghi culturali, ricchi di tesori che testimoniano la bellezza e la storia di una comunità.

Dal 2005, esiste la Rete dei Musei Ecclesiastici della Diocesi di Bergamo che è sostenuta dalla Regione Lombardia e dalla Provincia di Bergamo. È un sistema museale, all’interno del quale i musei coinvolti, mettendo in comune risorse economiche, pastorali e umane, creano una rete di servizi organicamente integrati che possano raggiungere così i parametri standard, soprattutto per quanto attiene alla gestione conservativa, culturale e di fruibilità delle singole realtà.

I musei coinvolti nella Rete sono: il Museo Diocesano Adriano Bernareggi, il Museo d’Arte Sacra San Martino di Alzano Lombardo, il Museo della Basilica di Gandino, il Museo di Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia, il Museo Parrocchiale “don Carlo Villa” di Rossino, il Museo parrocchiale di Santa Maria Assunta di Vertova e il Museo di San Lorenzo di Zogno.

Sebbene questi musei siano distanti tra loro, dove nel contempo le parrocchie pianificheranno altre iniziative, «in occasione della Settimana della Cultura, abbiamo voluto trovare un elemento comune che permetta di evidenziare come un insieme di musei ecclesiastici dia il loro apporto specifico e la capacità di produrre qualcosa di significativo», sottolinea monsignor Tarcisio Tironi, Coordinatore della Rete dei Musei Ecclesiastici della Diocesi di Bergamo.

L’elemento scelto è il calice inebriante e spiega monsignor Tironi, «ogni museo della rete avrà il compito di sceglierne uno e abilitarlo alla sua maniera».

Romano di Lombardia, il calice del tenore Rubini

Si parte con il Museo di Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia, di cui monsignor Tironi è direttore. L’iniziativa s’intitola «Calice colmo di ebbrezza. Il dono di Gian Battista Rubini alla chiesa parrocchiale».

«Gian Battista Rubini è il famoso tenore che rende la nostra realtà molto significativa; nel 1850, Gian Battista Rubini regalò alla chiesa parrocchiale un calice come segno di partecipazione alla sua chiesa e alla sua comunità, tant’è vero che sotto il calice è inciso “G.B. Rubini dona alla sua chiesa di Romano, 1850”», afferma monsignor Tironi.

Durante la Settimana della Cultura, si terranno degli interventi che metteranno al centro il calice e la figura di Gian Battista Rubini: la conferenza «Rubini e i teatri di S. Pietroburgo e Mosca» e l’incontro «Il Calice di Rubini».

«In uno si affronterà il rapporto tra Rubini e San Pietroburgo e nel secondo ci sarà una relatrice, esperta in oreficeria religiosa, che descriverà le caratteristiche di questo calice», spiega monsignor Tironi.

Domenica 16 aprile alle 11 o sabato 22 aprile alle 18:30 ci sarà una messa cantata con una corale che ricorderà il momento in cui Gian Battista Rubini cantò alla messa solenne composta da Rossini.

Il calice donato dal tenore Gian Battista Rubini alla chiesa di Romano di Lombardia

Inoltre, per rendere quest’iniziativa ancor più importante, dice monsignor Tironi, «verranno attivate delle collaborazioni con la Fondazione Opere Pie Rubini, il Museo, l’Associazione Anziani e Pensionati, la scuola di musica, il Corpo Bandistico e l’istituto comprensivo che portano il suo nome». Saranno previsti anche dei laboratori dedicati ai ragazzi.

Alzano Lombardo, il calice del 1923 e gli altri

A seguire, c’è il Museo d’Arte Sacra San Martino di Alzano Lombardo che ha intitolato la sua iniziativa «I tesori nascosti della Basilica: il calice del 1923 e gli altri calici».

Il calice del centenario è stato realizzato da Luigi Genazi di Milano e riproduce il pulpito scolpito in marmo da Andrea Fantoni su disegno di Gian Battista Caniana. Questo calice era stato donato nel 1923 dalla gente di Alzano al parroco, allora monsignor Santo Balduzzi; al piede del calice è inciso: “A mons. S. Balduzzi gli alzanesi 20 maggio 1923 feste giubilari e basilicali”.

Nella Settimana della Cultura, nella giornata di venerdì 28 aprile, alle 20:30, si terrà una relazione sul calice del centenario a cura di Franco Blumer, l’orefice che ha restaurato la Madonnina del Duomo di Milano.

Il calice del Centenario che sarà esposto nel Museo d’Arte Sacra San Martino di Alzano Lombardo.

Vertova, la simbologia nella Passione di Cristo

Il terzo museo è il Museo parrocchiale di Santa Maria Assunta di Vertova. Nell’obiettivo di legare il calice all’iconografia del Venerdì Santo, chiama la sua iniziativa «L’amaro calice. Iconografia e simbologia del calice nella Passione di Cristo tra Vertova e Colzate».

In occasione del venerdì santo, è consuetudine che a Vertova si tenga una processione e vengano portati: il calice, il crocefisso di Andrea Fantoni del 1725 e i due dipinti L’Ultima Cena di Gregorio Lazzarini e la Madonna del Suffragio di Giuseppe Brina.

Durante la Settimana della Cultura, oltre alla processione, spiega monsignor Tironi, «saranno mostrati, all’interno della chiesa e del museo di Vertova, due calici d’argento e due preziosi veli di color rosso che si pongono sopra i calici». La visita, per chi lo desidera, proseguirà nel Santuario di San Patrizio.

Rossino, in mostra gli oggetti di culto

Per quanto riguarda il Museo Parrocchiale don Carlo Villa di Rossino, sono state pensate le seguenti attività culturali. La prima sarà «Il calice eucaristico tra forma, simbolo, funzione” e sarà un’esposizione con particolare allestimento e percorso all’interno del museo; sarà mostrato uno dei calici più antichi e presente nella collezione, perché risalente all’inizio del XVII secolo. La seconda sarà «Il calice eucaristico nell’immagine sacra popolare», una rassegna espositiva di stampe sacre, santini, carte di preghiera, libri edificanti, oggetti di culto (medaglie, medagliette devozionali) dai secoli XVII al XX. In più, svela monsignor Tironi, «verrà presentato il crocefisso di Rossino del XVII secolo che è stato donato e poi ci sarà un’esposizione di opere scultoree legate a un progetto di un calice liturgico». Poi, ci saranno due seminari dal titolo «Il mito del calice. Dal Sacro Graal alla funzione liturgica canonica» e «Il calice nell’arte. Giacomo Manzù e il Calice di Santa Rita da Cascia».

Gandino, il calice di Esztergom e i paramenti sacri

Il quinto museo della rete è il Museo della Basilica di Gandino ha pensato, dal 15 al 23 di aprile, all’esposizione del ”calice di Esztergom” e dei paramenti sacri rossi dal XVI° al XIX° secolo. Con questa mostra, si vuole mettere in relazione il calice in filigrana del Cinquecento, che veniva utilizzato per le feste più importanti, con quello dei paramenti in tessuto pregiato e di colore rosso; questi paramenti risalgono tra il 1460 e il 1900 e richiameranno il colore del vino e del sangue di Gesù.

Infine, il Museo di San Lorenzo di Zogno collegherà il calice al tema della pace, mentre il Museo diocesano Bernareggi sta ancora studiando la modalità con la quale mettere al centro il calice, come elemento comune», conclude monsignor Tironi.

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare via mail retemuseibergamo@fondazionebernareggi.it .

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