Colognola, teatro protagonista per la Settimana della cultura

Nella parrocchia di Colognola, sarà il teatro il protagonista della Settimana della cultura. «Abbiamo accolto ben volentieri l’invito, da parte della Diocesi, a organizzare qualcosa di significativo per i sette giorni di “Nella città di tutti” – spiega Daniella Bertoletti, regista teatrale e direttrice artistica della compagnia «Teatro del nodo» –. E abbiamo subito pensato al teatro che, ormai da dieci anni, fa parte della nostra comunità. Una forma d’arte che, da strumento, è mutato in un linguaggio importante se non fondamentale».

Ma non è sempre stato così. «Faccio teatro da una vita ed è da vent’anni che, a Colognola, c’è un corso di teatro per adulti – spiega Bertoletti –. Ma è solo con l’arrivo dell’attuale parroco, don Francesco Poli, che, circa dieci anni fa, finalmente, ha preso il via una e vera e propria rassegna.

La sala cineteatro dell’oratorio di Colognola, quindi, non è stata più utilizzata solo come luogo da affittare ma ha cominciato a proporre degli spettacoli propri, attraverso la compagnia “Teatro del nodo” e all’interno di una kermesse intitolata “INTeatro”.

All’inizio, il lavoro è risultato faticoso, non è stato facile: la risposta del quartiere è stata un po’ tiepida. La gente difficilmente veniva a teatro, perché non era abituata. Poi, negli anni, piano, piano, siamo riusciti a coinvolgere più persone e anche la rete sociale di Colognola».

Tre saranno gli appuntamenti che si svolgeranno presso il teatro dell’oratorio (via San Sisto n. 9). «Tutti e tre gli spettacoli saranno delle letture teatrali – dice Bertoletti –. La prima (voce e strumentista) andrà in scena alle ore 15 di domenica 16 aprile e si intitola “Sua Maestà la lettrice”. È tratta dal libro “La sovrana lettrice” di Alan Bennett e, fondamentalmente, tratta del piacere di leggere. Trovo importante proporre uno spettacolo come questo perché, si sa, ormai si legge davvero poco. La lettura spalanca mondi, fa vedere le cose in una prospettiva diversa. È un momento di relax ma anche di incontro con l’autore e i suoi personaggi. Dopo una buona lettura, la vita diventa migliore.

Il secondo incontro, alle 16.30 di mercoledì 19 aprile, sarà incentrato sulla figura di San Francesco e sarà rivolto soprattutto ai ragazzi delle elementari e di prima media.

La sceneggiatura originale è a opera di Raffaella Simoncini.

L’ultimo spettacolo, invece, dal titolo “È l’uomo per me”, si svolgerà alle 21 di sabato 22 aprile, ed è ispirato al libro “Ferite a morte” di Serena Dandini e tratta della violenza di genere. Diamo voce alle donne uccise che, a un certo punto, dicono la loro.

È un’antologia di monologhi sulla falsariga della celebre “Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Master. Alla lettura parteciperanno anche due uomini, perché lo spettacolo riguarda anche loro, soprattutto loro. Solo lottando assieme, uomini e donne potranno sconfiggere la piaga dei femminicidi.

La performance si concluderà con l’apparizione di una ballerina che danzerà sulle note di “Vietato morire”, brano di Ermal Meta».

La speranza è che il programma possa suscitare l’interesse delle persone. «Cyberbullismo, violenza di genere, mafia, sfruttamento del lavoro, immigrazione: da tempo, il nostro teatro è attento alle tematiche attuali – afferma Bertoletti –. Ma, come detto, esso non può ridursi a mero strumento di conoscenza. Il teatro è, prima di tutto, un momento di condivisione. La pandemia ha un po’ frenato il tutto, ma l’entusiasmo è rimasto. La Settimana della cultura è un’ottima occasione per far capire a cittadini e parrocchiani quanto sia importante, attraverso l’arte, potersi incontrare».

Dello stesso parere il parroco. «Il teatro è motivo di incontro e di crescita – afferma don Francesco Poli –. A tal proposito, siamo contenti di partecipare alla Settimana della cultura organizzata dalla Diocesi e di farlo attraverso temi che riguardano la violenza di genere e l’importanza della lettura. Questioni essenziali, sia da un punto di vista sociale che culturale.

È necessario, infatti, lavorare sul rispetto della donna e della persona umana in generale, cogliendola nella sua concezione evangelica. Vogliamo farlo assieme ai genitori, alle famiglie e a chiunque si occupa di educazione e formazione.

Per quanto riguarda la lettura, invece, è bene ricordare che, nell’era della tecnologia, essa rischia di divenire una dimensione poco frequentata. Il pericolo è quello di non sapersi esprimere in modo adeguato e, automaticamente, di non riuscire più a pensar bene.

Il linguaggio, sia nella sua forma orale che scritta, va curato. Per questo, il confronto con la parola (nelle sue varie declinazioni, fra cui la poesia e il teatro) può aiutare gli adolescenti e i giovani a rapportarsi meglio con la realtà e, in particolar modo, con la bellezza. Ma la bellezza (sia che essa prenda la forma di un testo letterario che di un corpo femminile) necessita, prima di tutto, di pieno rispetto.

Ma ciò richiede un grande impegno, in modo che il nostro modo di fare teatro non si riduca a semplice laboratorio ma permetta a noi tutti di farci laboratorio di solidarietà e condivisione, per il nostro quartiere e per la nostra comunità».

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