Santuario di San Vittore di Brembate: laboratori, convegni, visite. Tanti gli eventi per la Settimana della Cultura

«Riscoprire la storia di un edificio e del luogo in cui esso sorge, significa riscoprire le origini della propria comunità e, quindi, delle proprie radici». Nelle parole di Sergio Primo Del Bello, archivista e ricercatore, emerge tutta la passione dello studioso. È anche questa passione che ha permesso, negli ultimi anni, il recupero del santuario di San Vittore di Brembate: sarà proprio questo luogo sacro il fulcro attorno al quale ruoterà, a Brembate, la Settimana della cultura («Nella città di tutti»), organizzata della diocesi di Bergamo nei giorni che andranno dal 15 al 23 aprile.

«Il santuario di San Vittore si presenta oggi come un complesso su tre livelli sovrapposti – spiega Del Bello, coordinatore del progetto di ricerche storiche su San Vittore nonché referente, assieme a Gabriella Plati, per la Settimana della cultura –, al primo, poco più alto del greto del fiume, si trovano tre grotte residue di una più grande erosione provocata dall’acqua; al secondo, in un’ampia grotta, è stata ricavata la chiesa rupestre ipogea, mentre al terzo è stata eretta la chiesa quattrocentesca e la canonica. La primitiva chiesa inferiore, a cui si accede mediante una scala esterna (costruita nell’Ottocento), è la più antica, segnalata, per la prima volta, nel 962. È dotata di un altare e un presbiterio».

Nell’aula, invece, si trova il fonte battesimale, formato da una vasca in pietra abbellita da piccole sculture. Verso il fondo della grotta (circondata da diversi affreschi) vi è un piccolo altare. «L’identificazione delle varie fasi di costruzione è stata possibile grazie alla ricerca condotta assieme al professor Gian Pietro Brogiolo, archeologo medievale dell’Università di Padova – racconta Del Bello –. Un aiuto fondamentale, inoltre, è stato dato dal Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Bergamo e dalle ditte RedTech e Ecogeo. Tramite laser scanner, sono stati effettuati rilievi tridimensionali e fotografici e, successivamente, una lettura stratigrafica del sito.

Oltre la prima fase (risalente al X secolo) e all’ultima (risalente al XV secolo), ne è stata individuata anche un’altra intermedia, appartenente al XII secolo. San Vittore è un luogo davvero molto bello, particolare, evocativo. A causa di ciò, abbiamo pensato che poteva essere il protagonista della Settimana della cultura».

Quattro gli appuntamenti, tutti presso il santuario. «Il primo evento si terrà durante la mattina di mercoledì 19 aprile – afferma Del Bello –. Sarà un laboratorio in cui, ai
ragazzi delle scuole medie di Brembate, verrà mostrato un plastico (realizzato dal Patronato San Vincenzo) che riproduce il sito di San Vittore. Il plastico in questione, però, sarà diviso in tanti blocchi: agli studenti il compito di assemblarlo come un puzzle, in modo che, attraverso un momento ludico e creativo, possano identificare e ordinare le tre fasi principali che hanno portato alla costruzione della chiesa e, dunque, comprendere al meglio come essa si sia evoluta nel tempo.

Alla sera della stessa data, invece, il restauratore Maurizio Orlando parlerà dei lavori che porteranno a nudo gli affreschi della facciata della chiesa inferiore, mentre l’architetto Aurelio Sandal Marengoni presenterà gli studi di rilievo effettuati. Illustrerà la tecnologia utilizzata, la particolarità della trasposizione tridimensionale e le difficoltà incontrate. La prenotazione non è obbligatoria, ma consigliata.

Il terzo evento si svolgerà la mattina di sabato 22 aprile e sarà in realtà un seminario di approfondimento. Un vero e proprio corso di formazione, di circa quattro ore, rivolto agli architetti, ai pianificatori, agli urbanisti, agli archeologi, ai geometri e agli ingegneri. Chiunque iscritto all’albo di una delle categorie di professionisti elencate, partecipando a questa giornata, potrà ricevere dei crediti formativi. Il corso illustrerà le ricerche effettuate e il lavoro svolto da Brogiolo.

La parte finale della giornata sarà invece occupata da una dimostrazione di volo con i droni e dell’utilizzo che di essi si può fare in un contesto come quello di San Vittore. L’iscrizione (entro il 31 marzo, a questa mail: segreteria@hueb.eu ndr) è obbligatoria». Spazio, inoltre, nella mattina e nel pomeriggio del 16 e del 23 aprile, alle visite guidate che, gestite dai volontari dell’associazione «Amici di San Vittore», formeranno il quarto appuntamento della Settimana della cultura.


«Abbiamo aderito alla proposta della Diocesi perché ci sembrava in linea con “Bergamo Brescia capitale italiana della cultura” – dice Del Bello –, ma anche per attirare l’attenzione su un bene della nostra comunità che, fino a qualche anno fa, era poco conosciuto e trascurato. La ricerca storica e archivistica ha portato ai restauri e alle visite guidate: è come se il luogo avesse ripreso vita, come se la comunità si fosse riappropriata di un pezzo della propria memoria. Purtroppo, però, la strada è
ancora lunga, gli studi storici non sono ancora stati completati e i fondi scarseggiano. Ma gli scorsi giorni è giunta la notizia che San Vittore, nell’undicesima edizione Fai «I luoghi del cuore», ha raggiunto l’ottava posizione. E sono state contate solo le firme online. Ad ogni modo, avendo superato le 2500 firme, abbiamo diritto a partecipare a un bando Fai che prevede dei finanziamenti. Potremo così sperare in un proseguimento dei restauri».

Ma l’importanza simbolica di San Vittore non è solo quella data da grotte e affreschi. «Mi piace guardare al Santuario di San Vittore come a un primo segno della presenza cristiana sul territorio – afferma don Cesare Passera, parroco di Brembate –. Questo è il pensiero che ho quando volgo lo sguardo alla chiesa rupestre: un posto sacro che testimonia, in modo evidente, il radicamento della fede agli albori della nostra comunità. Un luogo che, anche se inserito in una kermesse culturale, non può non essere considerato, prima di tutto, di preghiera, in cui la nostra gente si recava e tutt’ora si reca per esprimere la propria devozione al santo martire. Un santuario, il nostro, che, a maggio, ricorrenza di San Vittore, diventa il centro della vita del paese. È da questo sentimento popolare e religioso che è nato il desiderio di riappropriarsi, anche artisticamente e storicamente, di questo spazio, così da renderlo fruibile non solo ai parrocchiani ma anche ai visitatori dei comuni vicini. E questo è bene non dimenticarlo».