L’arcivescovo Delpini incontra i sacristi: “Il vostro impegno è umile e prezioso”

«Il sacrista non è un prestatore d’opera. Il vostro è un impegno spesso svolto in umiltà, anche se non vi fanno monumenti. Con il vostro servizio e con uno stile di accoglienza e amabilità, potete essere segno per gli altri di un Altro, cioè il Signore». Queste le parole dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini rivolte ai sacristi bergamaschi nel ritiro quaresimale in preparazione alla Pasqua, che si è svolto in due momenti martedì 7 marzo nella parrocchia di Santa Caterina. L’iniziativa si è inserita nelle celebrazioni in corso per il centenario di fondazione dell’associazione bergamasca.

IL RITIRO AI CELESTINI

Il primo momento si è svolto nella chiesa dei Celestini, dove l’arcivescovo di Milano, accolto dal saluto di Claudio Sala, presidente dell’associazione diocesana, ha tenuto le riflessioni. «Vi porgo il mio grazie per il vostro impegno in chiese e in santuari — ha detto monsignor Delpini —. È un servizio prezioso e umile, ma grazie al quale possono tenersi bene le celebrazioni». Le sue meditazioni si sono incentrate su quattro punti, riferiti al servizio dei sacristi. «Il primo è “il pericolo del cameriere”, che è colui che prepara la festa agli altri senza parteciparvi. Così anche il sacrista che, aiutando gli altri nelle chiese, rischiano di assorbire la propria interiorità nel servizio esteriore, a scapito della crescita della fede personale». L’altro punto è il «precedere». «Voi arrivate prima di tutti nelle chiese per predisporre tutto. Cercate prima di far crescere in voi il desiderio di incontrare il Signore». Il terzo punto è «testimoniare». «Il sacrista non si riduce a prestare un servizio, ma può testimoniare con gioia la fede e aiutare gli altri a pregare». Infine il quarto punto. «È “essere amabili”. Regole e orari non siano mai un assoluto nel vostro servizio. Siate amabili e accoglienti, in modo tale da far sentire le persone benvenute in chiesa». Al termine, don Michele Carrara, assistente ecclesiastico diocesano dell’associazione, ha ringraziato l’arcivescovo. «Faremo tesoro delle sue parole».

LA MESSA IN SANTUARIO

Tutti si sono poi trasferiti nel vicino santuario dell’Addolorata per la benedizione, l’adorazione eucaristica e le Confessioni. È seguita la Messa. All’omelia, monsignor Delpini ha proposto tre «vie di santità» per ogni sacrista: il tempo, il cambio, l’aiuto. «La prima via di santità è il tempo. Voi lo vivete al contrario, perché, soprattutto nelle feste, gli altri riposano mentre il vostro lavoro aumenta. L’altra via è il cambio, cioè i trasferimenti dei preti. Ogni parroco ha una sua sensibilità. A uno che vuole tante candele e fiori succede un altro che preferisce la sobrietà. Questi cambi talvolta sono sofferenza e prova per i sacristi. Vi chiedo di adattarvi alle esigenze di ogni prete». Infine l’aiuto. «Se ne avete bisogno in determinate occasioni, abbiate l’umiltà a chiedere un aiuto, magari anche a persone giovani che possono poi seguirvi nel servizio. Ricordatevi che la sagrestia non è proprietà privata del sacrista».

Al termine il prevosto monsignor Pasquale Pezzoli ha ringraziato monsignor Delpini per la sua presenza. «Per noi è un grande onore averla fra noi. Le sue parole sono un insegnamento per ogni credente e ogni comunità». L’arcivescovo ha ringraziato per la calorosa accoglienza, esprimendo di essere rimato colpito dalla bellezza artistica della chiesa dei Celestini e anche del santuario, «che è al centro della devozione della vostra città». Monsignor Delpini ha poi donato al presidente Sala un’artistica medaglia raffigurante i santi milanesi Ambrogio e Carlo Borromeo.

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