“The last drop – L’ultima goccia”. Il dramma del popolo ucraino in una mostra fotografica

“The last drop”, “L’ultima goccia”: si intitola così la mostra fotografica di Fabrizio Spucches per Fondazione CESVI, curata da Nicolas Ballario e visitabile sino al 26 marzo al Chiostro di Santa Marta a Bergamo.

La nostra città lo scorso anno si è gemellata con Buča e, assieme a CESVI, ha portato sostegno alla popolazione civile colpita dalla guerra in Ucraina nell’ambito delle iniziative di emergenza finanziate dalla Cooperazione italiana. L’ultima goccia è quella che fa traboccare il vaso, un vaso traboccante disperazione e morte.

Sono le tragedie contemporanee quelle che Spucches, fotografo che per CESVI ha visitato i progetti in Ucraina e nel Corno d’Africa e incontrato le persone aiutate, racconta. Una mostra che non vuole fare confronti o paragoni, ma trasportare il visitatore per fare in modo che possa arrivare a una presa di coscienza su ciò che sta succedendo.

Se infatti può risultare più semplice comprendere il dramma che da un anno vede coinvolto il popolo ucraino, è più complesso comprenderne gli effetti in terre come la Somalia, il Kenya o l’Etiopia che – alle prese con la più grave siccità dal 1981 e un’agricoltura in ginocchio – negli ultimi anni sono state costrette a dipendere da altri Paesi per l’importazione di materie prime. Proprio da Ucraina e Russia, infatti, giungevano enormi quantità di grano verso quei Paesi, arrivando in certi casi a soddisfarne addirittura il 90% del fabbisogno.

«In Ucraina sin dalle prime fasi del conflitto abbiamo sostenuto i civili, soprattutto donne e bambini, che hanno lasciato il loro Paese, ma anche chi ha deciso di rimanerci. Nel frattempo, portiamo avanti le azioni anche in altri contesti, tra cui il Corno d’Africa, colpito dalla carestia, scenari di drammi su cui spesso l’attenzione mediatica e quindi pubblica è minore. Questa mostra riaccende i riflettori sulle crisi globali, sulle loro ricadute e sull’urgenza di agire», ha dichiarato Gloria Zavatta di CESVI durante l’inaugurazione.

Oltre cinquanta scatti, foto fortemente simboliche, che colpiscono e ci ricordano le guerre che ancora si stanno consumando e le loro conseguenze sulle popolazioni più fragili. Donne e bambini con delle spighe di grano, bambini che reggono macerie ed ordigni bellici, uomini e donne ritratti tra i resti delle loro case, ritratti di ucraini con passaporti e valige o avvolti in sacchi neri da cui spunta solo il volto – come a ricordare dei cadaveri -, un girasole tra le mani. 

«E’ una mostra fotografica che arriva dritta alla coscienza delle persone, sensibilizzando il pubblico ai temi fondamentali della nostra contemporaneità, come la guerra in Ucraina e la carestia nel Corno d’Africa – ha dichiarato Nadia Ghisalberti, assessora alla Cultura, Turismo e Tempo libero della città di Bergamo -. Due drammi umanitari che, apparentemente lontani tra loro, si scoprono in stretta connessione, mettendo in evidenza come le fragilità dell’uomo siano le medesime in ogni angolo della Terra, quando vengono a mancare le più basilari condizioni di sopravvivenza e diritti».

La mostra, al Chiostro di Santa Marta di Bergamo, è a ingresso gratuito ed è visitabile fino al 26 marzo dal martedì al venerdì dalle 11.00 alle 15.00; il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 18.00.

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