Telo quaresimale: un racconto scritto con ago e filo diventa opera d’arte collettiva

Tra ottobre e dicembre 2022, due volte la settimana, nel Bischofshof si è ricamato insieme in gruppi di tre o quattro persone, per tre ore consecutive. Alla realizzazione del telo quaresimale hanno partecipato 52 persone.

Siede solo, stremato e sanguinante, col dolore scritto in volto. Il braccio poggiato sulla coscia e la testa abbandonata sconsolatamente sulla mano destra. Terminata la flagellazione, il Figlio di Dio, coronato di spine e sprofondato nella brutalità di cui solo l’uomo è capace, attende di essere crocifisso. In questo modo lo scultore tardo-gotico Hans Leinberger (1475/1480 – dopo il 1531) plasma il legno per dar vita, attorno al 1525, al suo “Christus in der Rast” (il riposo di Cristo).

Il mondo è chiuso in casa per la pandemia quando il Diözesankunstverein (DKV – associazione artistica diocesana) di Linz in Austria, si appresta a celebrare i suoi 160 anni di attività. Il virus riesce a far rinviare per tre volte i festeggiamenti, ma non spegne il desiderio di fare e vivere l’arte.

Nell’autunno dello scorso anno il DKV incarica l’artista francese Cécile Belmont di realizzare il telo quaresimale per la cappella del Bischofshof che, nel centro di Linz, ospita la residenza del vescovo, il vicariato generale e gli uffici di curia.

Cécile pensa subito al “Christus in der Rast”, che aveva visto qualche anno prima al Bode Museum di Berlino, dove la scultura fa parte della collezione permanente. L’umanità che trasuda quell’immagine del Figlio di Dio sfinito dal dolore sarebbe stata al centro della sua opera, una sorta di “telo sindonico” per raccontare agli uomini e alle donne del terzo Millennio l’infinita follia dell’amore che Dio ha per ciascuno di loro.

Il 13 ottobre dello scorso anno Belmont pubblica sul suo profilo Ig l’immagine del bozzetto puntellato da tante matassine di filo da ricamo di varie sfumature e tonalità. “Per la cappella del Bischofshof prepareremo un telo quaresimale che sarà un ricamo collettivo. Lavoreremo in piccoli gruppi – scriveva su Ig l’artista –. Tutti sono invitati a partecipare. Non è richiesta alcuna conoscenza tecnica. Non si tratta di ricamare ‘correttamente’, ma ciascuno lo farà a modo suo: in modo sperimentale, ansioso, approssimativo… Il telo quaresimale sarà la somma della calligrafia e della personalità di tutti quelli che parteciperanno a questa opera”.

Tra ottobre e dicembre 2022, due volte la settimana, nel Bischofshof si è ricamato insieme in gruppi di tre o quattro persone, per tre ore consecutive. Alla realizzazione del telo quaresimale hanno partecipato 52 persone, coordinate da Cécile Belmont. Per dare forma a questa opera collettiva sono state necessarie 285 ore di lavoro.

Da circa un millennio i teli quaresimali coprono nelle chiese le pale d’altare durante la quaresima. Un “digiuno degli occhi” che ha lo scopo di attirare l’attenzione sull’essenziale della fede. “Il risultato finale di questa opera è la somma del lavoro di chi ha partecipato al progetto”. Donne, uomini e anche due bambini che, con ago e filo, hanno scritto questo singolare “sudario”.

Alle spalle del “Christus in Rast” si intravede lo skyline di Linz. “La cappella del Bischofshof – spiega l’artista – si trova nel cortile della residenza vescovile e della curia, vale a dire in un luogo in cui le persone lavorano per e nella Chiesa. Il ‘Christus in Rast’ vuole rammentare la necessità di pause nel lavoro di tutti i giorni. Il Bischofshof, poi, si trova nel centro di Linz, da qui la scelta di porre sullo sfondo il profilo della città”.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *