Monastero Matris Domini, 750 anni di storia. “La vita contemplativa è come un faro”

Monastero Matris Domini Bergamo

Chi percorre viale delle Mura sulla destra intravede un campanile. È quello della chiesa del monastero Matris Domini, che pare quasi soffocato dai condomini che lo circondano. Eppure, da 750 anni le monache Domenicane continuano la vita contemplativa, fatta di preghiera. Infatti, la nascita del monastero viene ufficialmente datata al 25 marzo 1273, quando il vescovo Guiscardo Suardi consacrò la chiesa, dando inizio alla comunità contemplativa delle monache Domenicane. L’anniversario vedrà l’intervento del vescovo Francesco Beschi.

La storia della chiesa e del monastero

La chiesa del monastero doveva essere piccola e disadorna. Agli inizi del 1300 venne infatti ampliata e affrescata. Un’altra ristrutturazione avvenne nel 1600, dopo che il cardinale Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, nella sua memorabile visita apostolica alla nostra diocesi (1575) ordinò alle monache di ristrutturare la chiesa secondo le riforme del Concilio di Trento. In seguito venne ampliato anche il monastero. Altri lavori avvennero nel 1700.

Soppresso dalle leggi napoleoniche

Seguendo la sorte di altri monasteri, il 19 giugno 1798 il monastero venne soppresso dalle leggi napoleoniche, che consideravano i monasteri inutili e superati nella società in via di emancipazione.

I beni furono incamerati dalla Repubblica Cisalpina. Le monache però poterono restare nel monastero, destinato ad accogliere le religiose di altri conventi soppressi, ma obbligate a sospendere la vita monastica, a non accogliere postulanti, vestire abiti borghesi, celebrare le funzioni in forma privata, anche se, grazie alla scarsa sorveglianza, la loro vita poté proseguire pur nella clandestinità.

L’avvento della dominazione austriaca confermò la politica dei Francesi. Le reiterate richieste delle monache di poter ripristinare la vita monastica rimasero lettera morta. Anzi, nel 1817 vennero sfrattate, trovando ospitalità in famiglie del vicinato.

La trasformazione in caserma e ospedale militare

Il monastero fu trasformato in caserma e nel 1832 in ospedale militare. Dopo molte richieste inviate all’imperatore austriaco, finalmente nel 1835 il monastero riprese la normale vita monastica, con la condizione sospensiva di attivare un educandato per ragazze. Questo tipo di scuola era già in corso in casa di Teresa Marchiondi, che poi si fece monaca insieme ad alcune insegnanti e inservienti e così la scuola venne trasferita nei locali del monastero. Con sé la signorina Marchiondi portò il Crocifisso miracoloso, assai venerato anche nei giorni nostri. La scuola si concluse 40 anni dopo, essendo decaduta la prescrizione.

La comunità monastica subì un ulteriore colpo durante la Seconda guerra mondiale (1940-44), quando i tedeschi requisirono il monastero trasformandolo in carcere politico, le monache confinate nei locali del noviziato e le loro celle destinate ai prigionieri. Con la Liberazione, le monache ripresero possesso del monastero, che aveva subito ingenti danni sia per la precedente destinazione, sia per i disordini seguiti al 25 aprile 1945. Furono così necessari vasti lavori di ripristino.

Un luogo per fermarsi a pregare nel silenzio

Nonostante tutte queste difficoltà, il monastero ha continuato la sua missione. Negli ultimi anni la chiesa è un luogo per fermarsi a pregare nel silenzio e incontrare le monache. Questi i momenti di ogni giorno, aperti a tutti: alle 6,30 Lodi, alle 7 Messa, alle 18 Vespri (alle 19 il martedì).

La domenica e giorni festivi: Vespri alle 17,30 e Messa alle 18. Recentemente, in attesa di una sistemazione, il monastero accolto 18 donne ucraine con i loro bambini fuggiti dalla guerra in corso.

L’attuale priora è suor Angelita Roncelli, 55 anni, nativa di Ponte San Pietro, con alle spalle impegni in parrocchia, lavoro come ragioniera e poi come docente di Religione alle medie e una laurea alla Cattolica in Lettere moderne. È più che mai convinta che anche nel terzo millennio la vita claustrale ha molto da dire e testimoniare.

Suor Angelita Roncelli

La vita contemplativa è come un faro

«Nella Chiesa la preghiera è centrale — racconta —. Papa Francesco ha affermato: “Che ne sarebbe della Chiesa senza la vita contemplativa?”. E ha ringraziato il Signore del dono di tante persone che nei monasteri si dedicato totalmente alla preghiera. Inoltre — prosegue la priora — sempre il Papa ha detto che la vita contemplativa è come un faro che segnala un porto a chi si è perduto in alto mare».

Cosa vi chiede la gente? «Soprattutto le nostre preghiere — risponde suor Roncelli —, come per i malati e la pace nelle famiglie». Il monastero è anche su internet https://www.matrisdomini.org/.

LE CELEBRAZIONI

Venerdì 24 marzo: alle 18 preghiera e musica. Sabato 25 marzo: alle 10,30 Messa presieduta dal vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi. Domenica 26 marzo: alle 18 Messa celebrata da fra Angelo Preda, priore dei Domenicani di San Bartolomeo.

  1. buon giorno, è possibile poter ricevere una copia della vostra pubblicazione periodica “PREDICARE IN SILENZIO” ?
    ringrazio anticipatamente
    una saluto ed una preghiera x tutte voi

    ROCCO GALLICCHIO
    VIA MAESTRI DEL LAVORO N. 1
    50134 FIRENZE

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