Romano: la spiritualità cappuccina tra Bergamo e Brescia con dipinti e libri antichi

Un viaggio tra storia e fede cappuccina. Sabato scorso, nella Basilica di San Defendente di Romano di Lombardia, è stata inaugurata la mostra «Pace e Bene. La spiritualità cappuccina tra Bergamo e Brescia» che è stata realizzata dal Museo di Arte e Cultura Sacra con Fondazione Credito Bergamo come Partner Principale e in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Romano di Lombardia.

«È stata scelta dallo stesso museo come mostra principale nell’anno in cui le due città, Bergamo e Brescia sono proclamate Capitale Italiana della Cultura, un riconoscimento importante che le unisce, dando vita a proposte culturali, grazie anche a un patrimonio storico ricchissimo», interviene Angelo Loda, curatore della mostra e responsabile storico artistico della Soprintendenza di Bergamo e Brescia.

«L’esposizione “Pace e Bene” si presenta come un progetto innovativo e ambizioso fatto di un lavoro di ricerca, di studio e di richieste da parte di altri musei e collezionisti che ci hanno concesso di esporre le opere qui presenti», sottolinea Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Credito Bergamasco.

«Mi ha colpito – prosegue il dottor Piazzoli – anche il titolo della mostra, che mi ha evocato il ricordo della tv in bianco e nero, con le semplici e profonde prediche settimanali di Padre Mariano, introdotte da “Pace e Bene a Tutti” e ne ho trovato una sorprendente attualità esistenziale nell’attuale contesto storico».

Prima mostra sull’iconografia cappuccina

Con più di venti dipinti, incisioni e libri provenienti da enti, musei e fondazioni di Bergamo e Brescia, questa mostra si qualifica come la prima in Italia dedicata all’iconografia cappuccina, perché offre una panoramica completa di un patrimonio storico e artistico capace di testimoniare ancora oggi la presenza secolare di quest’ordine a Bergamo, a Brescia e persino a Romano di Lombardia.

«Il periodo considerato è dal 1587 fino alle soppressioni napoleoniche che ha portato la perdita di parte del patrimonio storico e artistico; ma, con il censimento che abbiamo fatto e che è stato la base per la mostra, abbiamo riscontrato una quantità comunque significativa di opere, alcune delle quali sono esposte qui», precisa il dottor Loda.

Quest’esposizione intende mostrare essenzialmente due aspetti: le opere aventi a tema i vari santi e beati della famiglia cappuccina e i frati bresciani e bergamaschi più noti attraverso alcuni ritratti.

San Felice da Cantalice, santo della mitezza

«Il primo santo cappuccino in mostra è San Felice da Cantalice che è qui raffigurato nel dipinto di Carlo Ceresa La Madonna consegna il Bambin Gesù a San Felice da Cantalice e di cui è proprietaria la chiesa parrocchiale di Nese di Alzano Lombardo», spiega il dottor Loda. Nell’iconografia cappuccina San Felice da Cantalice è il santo della mitezza, sorridente e che ha avuto delle visioni mistiche in cui la Vergine gli consegna Gesù Bambino; è anche protettore della coltivazione dei bachi da seta.

Successivamente,  in questa prima parte della mostra, sono esposte cinque pale che provengono dalla Chiesa della Badia a Brescia e ognuna raffigura un santo diverso: «La prima tela rappresenta San Serafino da Montegranaro con un crocifisso; nella seconda c’è Beato Lorenzo Russo a cui era stato attribuito il titolo di Dottore della Chiesa; la terza raffigura San Giuseppe da Leonessa liberato dagli angeli perché era stato torturato alla forca, al cui uncino, venne appeso per una mano e per un piede per tre giorni; la quarta tela ha protagonista San Fedele da Sigmaringen che è il primo frate cappuccino martire; nella quinta c’è San Felice da Cantalice che ha la visione dello Spirito Santo», racconta il dottor Loda.

Tre dipinti restaurati dal Convento di Bergamo

Poi, ci sono anche dei dipinti che sono stati oggetti di restauro e sono «tre che provengono dal Convento dei Cappuccini a Bergamo: due sono dei quadri che raffigurano Beato Lorenzo Russo e uno che rappresenta la santa Veronica Giuliani», aggiunge il dottor Loda. Ma, ci sono altre tele in mostra che raffigurano altri santi e beati dell’iconografia cappuccina e sono: San Crispino da Viterbo,  padre Gaetano Migliorini,  Bernardo da Offida, Giovan Francesco da Brescia, la cappuccina bresciana e mistica Beata Maddalena Martinengo e Fra Cristoforo per richiamare l’opera di Manzoni I promessi sposi.

La seconda parte della mostra è composta dalle incisioni, tra cui la litografia ottocentesca dell’albero serafico di tutti gli ordini dei cappuccini e dalla produzione libraria della stampa cappuccina e in particolare, «sono esposti i libri scritti da cappuccini bresciani che hanno all’interno un’incisione che li ritrae», conclude il dottor Loda.

La mostra «Pace e Bene. La spiritualità cappuccina tra Bergamo e Brescia» si potrà visitare fino al 7 maggio nella Basilica di San Defendente a Romano di Lombardia il sabato, la domenica e i festivi dalle 9:30 alle 12 e dalle 16 alle 18. Il catalogo è scaricabile gratuitamente sul sito della Fondazione Credito Bergamasco dalla sezione “Pubblicazioni”.