La necessità di risparmiare acqua. Suor Chiara: anche i cristiani chiamati a costruire un mondo più equo

Buongiorno suor Chiara,
Ho notato che siamo solo alla fine di marzo ma in molti comuni sono già state diffuse ordinanze per invitare al risparmio dell’acqua. Di solito accade solo d’estate. Negli ultimi mesi le giornate di pioggia sono state davvero rare. Questo mi ha indotto a pensare che i giovani che si mobilitano per sensibilizzare le persone nei confronti dei cambiamenti climatici hanno sicuramente ragione. Forse, come cristiani, non abbiamo pensato abbastanza finora a un uso equo e attento delle risorse, come l’acqua. Cosa ne pensa?
Clara

Forse, come dici tu, cara Clara, non abbiamo riflettuto sufficientemente. Probabilmente non ci siamo nemmeno resi conto, come tutti, della gravità della situazione ecologica in cui ci troviamo, oppure, non abbiamo dato adeguata attenzione, preferendo chiudere gli occhi, gli orecchi e il cuore ai gemiti della terra e del creato intero, facendo “orecchio da mercante”, preoccupati soprattutto del nostro benessere.

Magari, non ci siamo nemmeno lasciati illuminare dalla nostra fede che, da sola, sarebbe stata sufficiente a richiamarci alla nostra corresponsabilità nella costruzione di un mondo più giusto e incoraggiarci nel dare il nostro contributo. Qualcuno, poi, erroneamente, pensa che la problematica citata non abbia nulla a che vedere con il nostro essere cristiani.

Io invece penso che non sia così! La nostra fede, infatti, ci chiama a dare il nostro piccolo o grande apporto nella ricerca di soluzioni ai gravissimi problemi attuali, come quello dell’equa distribuzione delle risorse, davanti ai quali non possiamo “voltare la faccia dall’altra parte”. 

L’incontro personale con Gesù, incarnato, morto e risorto, infatti, ci immerge nella storia come lievito nella pasta del mondo, affinché possa tutta “fermentare” nel bene, nella giustizia e la nostra casa comune, la Creazione, possa divenire sempre accessibile a tutti, secondo il disegno di Dio. 

Come racconta il libro della Genesi, Egli ha affidato all’uomo il cosmo, quale ricco e prezioso giardino, affinché lo coltivasse e lo custodisse con cura, delicatezza, impegno e responsabilità.

Questo è il suo sogno per noi, il suo desiderio per l’intera umanità. 

L’esperienza del peccato, però, è stata drammatica e ha avuto conseguenze nefaste per tutti!

Il nostro rifiuto di Dio e del suo amore ha sovvertito quell’armonia per la quale e nella quale Egli ci aveva creati, snaturando anche la nostra relazione con il creato, trasformandoci in predoni egoisti disposti, anche ad uccidere, pur di arricchire i nostri “granai”.

Ne è derivato, in tal modo, uno squilibrio globale, che ci si lascia sgomenti. Mai e poi mai, ci saremmo immaginati una situazione simile, davanti alla quale ci sentiamo piccoli, impotenti. 

Con il passare dei giorni, poi, ci siamo accorti che tutto è connesso e che qualsiasi scelta si ripercuote positivamente su tutto e su tutti: non solo le ingiustizie verso i più poveri, ad esempio, lasciano profonde ferite sull’intero pianeta, ma anche le nostre “piccinerie” quotidiane; non solo la guerra, con il suo bagaglio di distruzione e di morte sovverte ogni equilibrio, rovinando veramente tutto, ma anche le nostre piccole vendette quotidiane, nascoste, ma reali. E gli esempi potrebbero essere molti.

Come cristiani ci sentiamo interpellati ad “esserci” e a dare il nostro contributo; ciascuno, nella sua quotidianità, infatti, può impegnarsi a compiere gesti che aprano brecce di vita sullo sfondo a tinte scure nel quale siamo immersi, a porre atti “eterni” di amore e di pace, che abbiano il sapore della speranza, a schiudere varchi di fiducia relazionale, attraverso i quali è possibile intravvedere un futuro buono per tutti.

Rimettiamo però a fondamento del nostro impegno, la nostra relazione con Dio, prendiamoci cura della nostra fede: essa ci aiuterà ad aprire gli occhi sulla realtà odierna e a trovare, nella concretezza quotidiana, vie percorribili di giustizia, di rispetto e salvaguardia del creato, di pace, di solidarietà e di condivisione, nella certezza che i frutti buoni non si faranno attendere!

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