I litigi e il perdono: esercizi di riconciliazione in famiglia, da usare con creatività

Don Francesco Scanziani, sacerdote della diocesi di Milano, scrive un’esauriente “Lectio divina per coppie che non si rassegnano”, come recita il sottotitolo del testo “I litigi e il perdono” (Ancora 2023, Collana “Percorsi familiari”, Prefazione di Francesca Dosso e Alfonso Colzani, pp. 136, 15,00 euro).

Il volume dedicato “A don Silvano Caccia in memoria” raccoglie le meditazioni proposte durante un corso di esercizi tenutosi presso il Centro di Spiritualità “Villa Annunciata” di Casaglia di Besana, in collaborazione con l’opera Madonnina del Grappa e l’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia. Il corso è stato preparato e guidato dall’autore con la collaborazione di don Marco Paleari, e dall’Équipe dell’Opera Madonnina del Grappa.

Di questa guida alla riconciliazione tra coniugi, che segue la prima edizione del volume uscito nel 2009 ora ampliata e arricchita con riferimenti all’esortazione apostolica “Amoris laetitia” di Papa Francesco del 19 marzo 2016, ne parliamo con don Scanziani che insegna Teologia nel Seminario arcivescovile, all’Istituto Superiore di Scienze Religiose e nella Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale. 

  • Questo libro può essere inteso come un itinerario concreto, guidato passo dopo passo, da vivere in coppia o individualmente, ma anche in un cammino di gruppo sulle vie del perdono?

«“Lampada sui miei passi Signore, è la tua parola” (sl ). Seguendo la via tracciata dal card. C.M. Martini, abbiamo cercato di stare in ascolto della Parola di Dio, proponendo un semplice percorso di sequela. Si tratta di muovere alcuni passi dietro a Gesù e con Lui; anzi, concretamente, “fare degli esercizi”, nello Spirito. Per questo si tratta di una traccia che si può percorrere a diversi livelli – magari progressivamente -: personale, di coppia e in gruppo. Ciascuno la utilizzi con creatività».

  • Perdonare è l’azione più vitale di tutte in famiglia?

«Sono gli sposi a testimoniare quanto sia quotidiana l’arte del perdono, quasi l’aria che si respira. Riguarda, infatti, soprattutto le piccole cose di tutti i giorni, ma che feriscono le relazioni: incomprensioni, disattenzioni, dimenticanze, parole non dette o dette male, chiusure su di sé… Forse, più che i grandi slanci di perdono, si tratta soprattutto di imparare a “condonare” gli/le, mancanze di tutti i giorni».

  • Perché ci si separa e cosa fare nei momenti di crisi della coppia? 

«Ogni vicenda è unica e un po’ a sé. In ogni caso, merita un’attenzione specifica, come avrebbe fatto Gesù. Per questo, non oserei generalizzare un po’ troppo sbrigativamente: né nella diagnosi, tantomeno nello sforzo di soluzione. Vale almeno la pena porsi accanto, ascoltare, farsi compagni di viaggio – un po’ come Gesù coi due discepoli di Emmaus, anche loro in fuga e delusi. Dove si arriverà non è scritto in anticipo, ma almeno avremo cercato di regalare una presenza fraterna». 

  • Come reagire all’incomprensione, alle ferite, ai tradimenti? 

«“Come avrebbe fatto Gesù? Anzi, come ha fatto il Maestro?”. Credo che questa possa essere la via da seguire. Se ci pensiamo bene, se vi dedichiamo la nostra preghiera, scopriremmo che lui stesso ha utilizzato risposte differenti: a seconda dei contesti, degli interlocutori o dei momenti del suo cammino. Questo ci dà grande libertà e spazio di azione, rispettoso del momento che viviamo».

  • Spesso in famiglia ci si fa del male: tra coniugi, tra genitori e figli, tra fratelli. Per quale motivo avviliamo ciò che di più nobile e prezioso troviamo nella vita, cioè i nostri legami più cari?

«Lo ha anticipato Gesù: “… Se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello” (Mt 18,35). Così conclude la splendida parabola del padrone che perdona al suo servo. Non invita al perdono genericamente, ma lo precisa nei confronti “del proprio fratello”. Non si scandalizza che capiti proprio nei legami più intimi: lui – che conosce i nostri cuori – lo sa, lo ha sperimentato sulla sua pelle, tra i suoi amici più stretti; proprio per questo, ci accoglie così come siamo, e ci invita a fare altrettanto».

  • Nell’“Amoris Laetitia”, Papa Francesco fa un riferimento al perdono. Ce ne vuole parlare?

«Papa Francesco parla tantissimo della Misericordia del Padre verso di noi; in AL vi dedica alcuni numeri (105-108) nel commento all’inno alla Carità (1Cor 13). Sulla scia della Parola di Dio non lo propone come un dovere morale. Anzi, riconosce che non è facile e indica come primo obiettivo di “passare attraverso l’esperienza liberante di comprendere e perdonare se stessi” (AL 107). E questo “presuppone l’esperienza di essere perdonati da Dio, giustificati gratuitamente e non per i nostri meriti” (AL 108). Poche, agili pennellate ma che tratteggiano già tutto un itinerario di vita».

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