“Cristo crocifisso è l’amore che non si rassegna mai, neppure davanti al male”

«La Passione di Cristo è particolarmente segnata da una impressionante crudeltà. E noi avvertiamo che la crudeltà accompagna l’uomo. Invece deve farci riflettere che Gesù ha risposto alla crudeltà senza reagire, perché Cristo crocifisso è l’amore che non si rassegna mai, neppure davanti al male e alle crudeltà».

È un passaggio delle riflessioni del vescovo Francesco Beschi, che è intervenuto, nel Venerdì Santo 7 aprile, all’incontro di preghiera proposto da Acli Bergamo nella chiesa parrocchiale delle Grazie, che concluso il percorso di incontri quaresimali per i lavoratori, sempre molto frequentati.

L’incontro ha visto alternarsi preghiere, brani evangelici sulla Passione e la recita di una preghiera composta da Papa Francesco sulle tante croci che infieriscono su troppe persone nel mondo.

«Ancora una volta partecipo con gioia a questo momento di preghiera — ha detto il vescovo nelle riflessioni — che avviene sempre nel cuore della nostra città che si sta muovendo e che lavora. E anche nel cuore della nostra città la Passione di Cristo è al centro della storia». Monsignor Beschi ha confidato di essere stato colpito da un particolare nei Vangeli della Passione.

«Quest’anno, più degli altri anni, mi ha particolarmente colpito una caratteristica comune nella narrazione della Passione negli evangelisti, cioè lo scatenarsi della crudeltà che si manifesta nella vicenda di Gesù Cristo, dal suo arresto alla morte. Una crudeltà impressionante dal punto di vista fisico, che avviene dal momento dell’arresto alla flagellazione e alla condanna alla pena capitale». Purtroppo la crudeltà caratterizza l’uomo e il mondo.

«La crudeltà — ha aggiunto il vescovo — cresce, sembra non fermarsi mai, e la avvertiamo attorno a noi, come la guerra in corso in Ucraina. La crudeltà accompagna i comportamenti dell’uomo, le vicende nelle famiglie e le convivenze sociali. L’uomo è capace di crudeltà e può reagire diventando a sua volta malvagio. Ma questo deve farci riflettere, pensando soprattutto che  Gesù Cristo reagisce alla crudeltà senza reagire, senza difendersi e nessuno lo difende».

Perché siamo capaci di crudeltà e perché Cristo non reagisce? «Gesù Cristo muore come un maledetto — ha risposto monsignor Beschi —, ma la sua non è una scelta eroica di sacrificarsi per gli amici e per il popolo, ma ha assunto su di sé il male per liberare l’uomo dal peccato e dalla morte. Il Crocifisso è l’amore che non si rassegna mai. La vita sensata per l’uomo è quella liberata dalle croci e Gesù Cristo ci libera dalle croci con la sua morte in Croce. Il progresso è avvenuto e avviene perché l’uomo sente il bisogno di liberarsi dal male e siamo convinti che soltanto l’amore libera dal male. Non vogliamo essere quelli che scaricano le croci sulle spalle degli altri e neppure assumere quelle degli altri. Ma il male e le croci sono liberati soltanto dall’amore». Al termine, Daniele Rocchetti, presidente provinciale Acli, ha porto gli auguri pasquali al vescovo.

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