Giovani di Spirito. Tante proposte per vivere insieme la fede

Si è chiuso un anno carico di proposte spirituali per i giovani. Un anno che voleva essere un rilancio, per dare fiducia a quella sorta di istinto interiore di cui le giovani generazioni sono “portatici sane”, e che chiede di trovare uno sbocco, addirittura un’educazione, per evitare di spegnersi o di atrofizzarsi in forme irriconoscibili.

Occorre constatare innanzitutto questo: forse non tutti, ma diversi giovani cercano una preghiera seria, all’altezza della loro vita e delle sfide che in essa li attendono.

Più di 80 hanno partecipato al percorso del Gruppo Samuele, altri 100 al secondo anno del Samuele, una 50ina sono stati continui nei ritiri mensili del sabato pomeriggio, 130 hanno preso parte al percorso dei giovani in preghiera del terzo venerdì del mese, 80 agli Esercizi Spirituali…

Vero che non sono cifre astronomiche, anche tenendo presente che nel conteggio c’è chi rientra in più esperienze. Ma è altrettanto vero che più di 200 giovani della nostra diocesi si sono detti disponibili a un percorso assiduo che intacca il tempo libero e sacro del weekend per avere a che fare con la fede, la propria interiorità e la questione di Dio.

Non di rado, le forze di una parrocchia, già impegnate in mille cose che servono per tenere in piedi la baracca, faticano a dare strada ai passi di chi cammina più speditamente sulla strada che conduce alla ricerca della fede esplicita.

E quei quattro o cinque giovani che vivono sulla propria pelle tale bisogno si sentono dei pesci fuor d’acqua. La dimensione diocesana ha permesso di offrire una proposta che ha occupato uno spazio vuoto, e difficilmente riempibile.

Oltre che per i numeri, questa è una seconda conquista importante: l’idea della fede cristiana come squisitamente ecclesiale, con confini più ampi di quelli che geograficamente identificano paesi e comunità cristiane. Per questi giovani le maglie dell’appartenenza, quando si allargano, non si indeboliscono.

Da non trascurare è anche il consolidamento di équipe di giovani che curano le diverse proposte: hanno preso forma e si sono strutturati dei gruppi di giovani, a cui altri si possono aggiungere, che pensano e realizzano tempi spirituali per i propri coetanei.

Una preghiera giovane anzitutto perché pregata dai giovani, non solo per i giovani come destinatari. 

Significativo è che tali momenti sono riusciti a raggiungere anche diversi ragazzi e ragazze la cui fede orbita dentro circuiti molto diversi da quelli parrocchiali. Perché la riscoperta di essere credente accade in luoghi e contesti imprevedibili, a volte molto lontani da quelli che sono stati pensati per suscitarla e per custodirla.

È importante però che ci sia – e che sia facilmente rintracciabile – una proposta capace di incontrare tale sussulto dello spirito a tempo opportuno. Così questi luoghi e tempi di preghiera si trasformano in veri e propri laboratori: esperienze dentro cui si contaminano e si ibridano percorsi credenti molto diversi, dando vita a piccole eco di Pentecoste, che fanno intuire il movimento plurale di fede “cattolica” che viene avanti dal domani.

Forse, oltre a interrogarsi con un certo timore su che fine farà la fede ricevuta dal passato, si potrebbe accogliere con un po’ più entusiasmo anche la fede che già percorre il presente, e darle una mano a sbocciare.

Anche perché, fatto sorprendente, questi giovani hanno cercato e trovato una proposta non addomesticata: niente preghiere costruite appositamente ad arte, o effetti speciali, o… Preghiera e basta.

Senza troppe cornici per imbonire la fatica e ammaliare i sensi. Le forme più tradizionali della preghiera popolare e comunitaria, come la catechesi esplicita a misura di giovane e le forme di incontro che nascono dal silenzio sono stati gli ingredienti che hanno caratterizzato questi momenti.

Una sorta di ritorno all’essenziale, di equipaggiamento del soggetto che, vissuto a livello diocesano, rimane come abilitazione personale, da ritrovare poi nel quotidiano delle comunità cristiane e degli ambienti di vita frequentati. Senza preghiera non c’è fede: senza una preghiera giovane, la fede invecchia.

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