Verso l’alt(r)o, meditazione della settimana: restauri di luce

Aprile, chi va a scuola lo sa bene, è il mese delle gite. Città Alta è una delle mete più gettonate per i viaggi d’istruzione, soprattutto quest’anno, visto che Bergamo è capitale della cultura.

Proprio qualche giorno fa con le  classi prime (medie) sono entrato in S. Maria Maggiore e assieme agli alunni, ai colleghi e alla guida che ci accompagnava ho potuto ammirare  dal vivo  il  prezioso lavoro di restauro delle tarsie lignee del coro di Lorenzo Lotto.

Mi ha colpito particolarmente il macchinario utilizzato dal restauratore per  togliere incrostazioni e altre impurità dal legno. Da quanto ho capito (confesso di essere un profano dell’argomento) questo strumento colpiva con delle onde luminose ben mirate e di durata stabilita  il pezzo da restaurare. 

Era la luce a ripulire il pezzo, senza danneggiare in alcun modo il legno e l’opera d’arte tornava a risplendere, suscitando l’ammirazione e la curiosità di turisti e visitatori provenienti da ogni dove (abbiamo incontrato francesi, inglesi, indiani, tutti intenti a guardare questo lavoro meticoloso).

Sarà stato il fatto di essere in chiesa, sarà che la Pasqua è passata da poco,  però mi è sembrato calzante il paragone tra il lavoro del restauratore e quello di Gesù.  Gesù, infatti, si presenta nel Vangelo di Giovanni come la Luce che viene ad illuminare con la sua grazia ogni uomo e lo aiuta a  disincrostarsi da tutto ciò che non lo rende libero e a brillare di nuovo.  Ma io sono disposto a lasciarmi disincrostare, a rinunciare a quella patina scura che ho lasciato che si depositasse su di me nel tempo? 

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