TuXTutti: la cura e il servizio al centro del Cre è una rivoluzione

Questo Cre sarà una rivoluzione e a dirlo è proprio il tema scelto: la cura e il servizio. Già al centro delle esperienze d’oratorio e amplificate durante l’estate, queste due attenzioni saranno le protagoniste dei mesi estivi.

Sarà un Cre a “TuXTutti” in cui un semplice “Tu” potrà fare la differenza “per tutti”. Un po’ com’è sempre stato, ma nell’arco dell’estate 2023 saremo chiamati a prendere ancora maggior consapevolezza e a mettere al centro i due pilastri portanti dell’esperienza.

La trilogia del Cre-Grest: come si arriva a TuXTutti?

A questo punto viene da chiedersi il perché di un tema simile. La domanda che sorge spontanea è legata un ulteriore interrogativo mosso dalla redazione del Cre-Grest nell’estate del 2019.

In quel periodo si concludeva la prima trilogia proposta da ODL (Oratori Diocesi Lombarde) riguardante il creato, l’operato dell’uomo e la vocazione. Al termine del percorso sorgerà una domanda: “Che cosa fa di un uomo un uomo?”. Un quesito immenso che ha dato la possibilità di scavare a fondo nell’umanità cogliendo la provocazione di Papa Francesco che nel 2015 -ricordando a tutti il cambiamento d’epoca in cui siamo immersi- aveva intitolato il convegno di Firenze “In Gesù Cristo, un nuovo umanesimo”.

Dopo aver superato l’estate del 2020 caratterizzata dalla pandemia e avendo colto le nuove sfide emerse, la trilogia ha iniziato il suo percorso nel 2021 con “Hurrà – Giocheranno sulle sue piazze” con l’obiettivo di riscoprire se stessi attraverso il valore del gioco. Il 2022 è stato l’anno delle emozioni: con un Cre da “Batticuore” è stato davvero possibile sperimentare la “Gioia piena alla tua presenza” compiendo un processo di alfabetizzazione emotiva. La sfida a cui siamo chiamati quest’estate è il cimentarsi nel Cre per riscoprirsi bambini, ragazzi, adolescenti, giovani, sacerdoti e adulti capaci di cura e di servizio. Insomma: una vera e propria comunità che si riconoscere in quel “villaggio” indispensabile “per crescere un uomo”.

La cura e il servizio come tema del Cre 2023

Ora verrebbe giustamente da chiedersi dove sia tutta questa rivoluzione. In fondo, il Cre era già di per sé un’esperienza di cura e servizio: l’abbiamo sempre vissuta così e -al di là della particolarità del tema- questi due aspetti sono sempre emersi come filo rosso sia nell’agire che nel raccontare. La rivoluzione sta nella risposta alla società odierna. In un mondo in cui diventare adulti non coincide più con una presa di responsabilità e un desiderio di partecipazione alla vita comune, l’entrata nel mondo adulto si riduce all’acquisire i diritti da cittadino ed è basata su un’esperienza strettamente individuale.

L’obiettivo del prossimo Cre sarà il prendere consapevolezza che nessuno basta a se stesso (e nessun si salva da solo, come abbiamo imparato durante la pandemia). Rimettere al centro la cura e il servizio è riconoscerne il valore inestimabile all’interno della società. “Il compimento dell’esistenza -si legge sul manuale del Cre 2023- non può darsi al di fuori dello sforzo di costruzione di una società giusta. Non si arriva al traguardo da soli!”.

Ecco in cosa consiste la rivoluzione: nel rendersi conto che il prendersi cura del prossimo è un gesto che “fa di un uomo un uomo”, è un atto di crescita e un’azione cristiana. Sì, proprio così: la cura e il servizio sono caratteristiche cristiane perché “ciò che lo rende speciale per il cristiano è il fatto che Dio si riconosca in quel gesto e lo rivendichi come suo -prosegue l’introduzione al tema-. Non esistono dunque una carità cristiana e una carità umana, ma dei gesti che, nella misura in cui realizzano un atto di cura, parlano la lingua in cui Dio stesso si riconosce e istituiscono la possibilità dell’incontro”. Esiste, però, l’essere un “TuXTutti”.

“TuXTutti – E chi è mio prossimo” è il titolo del Cre 2023

Proprio questo il titolo del Cre sarà “TuXTutti – E chi è mio prossimo?”. Lavorando, pensando e progettando insieme si può essere davvero quel “Tu” che fa la differenza “XTutti”. La comunità educante può davvero sperimentare il valore della cura e i suoi benefici.

Nella grammatica del linguaggio della cura, inoltre, ci sarà una guida d’eccezione: il Buon Samaritano. Nel Vangelo di Luca – il cui versetto viene preso di riferimento come sottotitolo del Cre – si raccontano tutti i gesti con cui il Buon Samaritano soccorre il malcapitato.

Ne ha compassione, si prende cura del presente soccorrendolo attraverso azioni concrete e immediate (Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura) e non si limita a questo. Con premura, il Buon Samaritano volge lo sguardo al futuro (“Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”) come a dire “ci sono stato, ci sono e ci sarò”.

Una promessa di cura che ha davvero del rivoluzionario con l’augurio che tutto questo possa realizzarsi in ogni singola esperienza.

Il desiderio è che in ogni oratorio si possa essere avvolti da questa atmosfera che va dall’accoglienza al sentirsi custoditi, ma anche coinvolti da una comunità educante capace di crescere ogni  bambino agendo come un villaggio.

Questo Cre sarà una rivoluzione perché saremo semplicemente chiamati ad essere “TuXTutti”.

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