Verso l’alt(r)o, meditazione della settimana. Quanti maestri abbiamo

Lo sapeva bene Freud quando riteneva che solo la cultura poteva difendere
la Civiltà dalla spinta alla distruzione animata dalla pulsione di morte.
La Scuola contribuisce a far esistere il mondo perché un insegnamento,
in particolare quello che accompagna la crescita (la cosiddetta «Scuola dell’obbligo»),
non si misura dalla somma nozionistica delle informazioni che dispensa,
ma dalla sua capacità di rendere disponibile la
cultura come un nuovo mondo,
un altro mondo rispetto a quello di cui si nutre il legame familiare. […]

Se tutto sospinge i nostri giovani verso l’assenza di mondo, verso il ritiro autistico,
verso la coltivazione di mondi isolati (tecnologici, virtuali, sintomatici),
la Scuola è ancora ciò che salvaguarda l’umano, l’incontro, le relazioni, gli scambi,
le amicizie, le scoperte intellettuali, l’eros.
Un bravo insegnante non è forse quello che sa fare esistere nuovi mondi?
Non è quello che crede ancora che un’ora di lezione possa cambiare la vita?

Massimo Recalcati, L’ora di lezione

Credo molto nel valore che possono assumere questi “nuovi mondi” di cui parla Recalcati. Mondi che non esistono ai sensi eppure che danno valore al mondo reale. Queste righe citate trasudano passione, le senti raggiungerti in profondità come un appello ad accenderti, anche se non sei un insegnante. Leggendole, a me si è formata in testa la frase “è vero, è così!”.

Ripenso agli anni delle scuole, soprattutto delle superiori, e ritrovo i volti di alcuni insegnanti. Mi capita a volte di parlare con delle persone e di citare alcuni professori che mi hanno cambiato la vita. La professoressa di italiano mi ha aperto il mondo della letteratura, lasciando intravedere quei nuovi mondi tanto preziosi. La professoressa di inglese mi ha aiutato ad affrontare le mie paure e a risolverle con gli strumenti che ho. Il professore di educazione fisica mi ha mostrato che anche il ruolo considerato probabilmente il meno nobile nel sistema scolastico può arricchirsi di impegno, utilità e dignità. Proprio per questa contrapposizione, la portata del suo esempio è stata travolgente, un insegnamento utile nella vita quotidiana di cittadino adulto. Il punto centrale del mio ricordo non è la quantità nozionistica dei loro discorsi, piuttosto la capacità di accendere la mia passione con la loro, come sottolinea Recalcati.

Ho poi un altro Maestro, Gesù. Anche Lui pieno di passione per la vita, per l’uomo. Lui mi insegna a voler bene persino a me stesso, mi accende di una grande passione per la vita e per gli altri. Lo considero il mio Maestro più grande, perché Gesù – nonostante sia il Figlio di Dio – non è invidioso se accolgo gli insegnamenti di altri uomini: è il mio Maestro più grande proprio perché non ha paura di farsi piccolo.

Non è invidioso se io o altre persone dovessimo superarLo in qualcosa, anzi Lui stesso riconosce il valore di ogni uomo e ci invita a esprimerci al massimo della nostra creatività: Gv 14,12 «In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste».

È contento per te anche se non lo riconosci come tua guida: è il mio Maestro più vero perché riconosce la verità del mio impegno, senza bisogno di certificarlo e prendersi parte dei meriti.

Grazie all’insegnamento di Gesù, nella mia vita adotto continuamente nuovi maestri appassionati di vita tra le persone che mi trovo accanto. Sento che la mia vita così è sempre più ricca e serena, perché accompagnato nel mio cammino.

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