“Tiziano Terzani, il viaggio della vita”: proiezione del film e incontro con il regista Mario Zanot a “Lo Schermo Bianco”

Un percorso straordinario da reporter di guerra a uomo di pace, consapevole della propria fragilità: “Tiziano Terzani, il viaggio della vita” è un documentario che ripercorre l’avventura umana e professionale del grande giornalista e scrittore.

Ci sarà l’occasione di vederlo a Bergamo il 25 maggio alle 21 a “Lo Schermo Bianco”, in via Daste e Spalenga 13, sala gestita dalla società cooperativa Lab 80 film (www.lab80.it). In sala sarà presente il regista Mario Zanot per dialogare con il pubblico.

Dopo “Anam, il senzanome“, che raccoglie l’ultima intervista a Tiziano Terzani, il regista Mario Zanot in questo documentario, della durata di circa un’ora, approfondisce la figura del grande giornalista e scrittore dedicandogli questo nuovo documentario.

Un lavoro durato due anni, in cui si ritrovano foto dell’archivio Terzani, Super 8 di famiglia, filmati storici, animazioni 3D, illustrazioni originali e motion graphic: tanti elementi diversi che si fondono per ripercorrere la vita di Tiziano Terzani, dall’infanzia alla morte.  

Grazie a registrazioni audio inedite, è Terzani stesso, con la sua inconfondibile voce, a narrare le tappe più significative della vita che è stato capace di inventarsi giorno dopo giorno, con determinazione e fantasia.

Alla voce narrante di Monica Guerritore il compito di congiungere tra loro i capitoli di questo incredibile viaggio. 

Terzani, fiorentino, corrispondente di guerra, è stato uno dei giornalisti più noti a livello internazionale e uno degli autori di libri di maggior successo in Italia, con più di 2.500.000 copie vendute. Profondo conoscitore dell’Asia, è stato per oltre 25 anni corrispondente del settimanale tedesco Der Spiegel e ha collaborato con il Corriere della Sera, l’Espresso e la Repubblica.

Nel film gli aneddoti divertenti si alternano a momenti drammatici, la sfera privata si intreccia con gli importanti avvenimenti storici di cui Terzani è stato testimone, osservazioni acute e riflessioni profonde si susseguono.

Terzani si guarda indietro, con spirito critico, senza nascondere i propri errori, le proprie disillusioni, come quella legata al fallimento delle tante rivoluzioni in cui aveva fortemente creduto, prima fra tutte quella cambogiana di Pol Pot e dei khmer rossi. 

Ma guarda anche al futuro, come dopo l’11 settembre, quando decide di rimettersi in cammino, nonostante la malattia, per diventare uomo di pace. 

Riflette infine sul senso della propria vita, della vita in generale, arrivando alla conclusione che l’unico vero maestro non è in nessuna foresta, non è in nessuna capanna, non è in nessuna caverna di ghiaccio dell’Himalaya: è dentro di noi.

Ma la cosa a cui tiene di più è dare un messaggio di speranza, prima di tutto ai giovani, perché è convinto che chiunque possa inventarsi la propria vita, come ha fatto lui: “Non è che le porte sono chiuse, che il mondo è già tutto sprangato, che i posti sono già presi dagli altri. Ma per nulla!”. 

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