Don Andrea Patelli di Credaro: “Un prete appassionato di Dio e degli uomini”

«Don Andrea è di carattere aperto, è buono, sereno e generoso. Sono qui soltanto da un anno, ma ho avuto modo di conoscerlo bene. Il paese è addobbato a festa con tanti striscioni e bandiere. E uno striscione dice il cuore e l’orgoglio di tutti: “Don Andrea, Credaro è con te”. E la gioia è ancora più grande, perché l’ultimo prete novello nativo è stato ordinato nel lontano 1970».

Sono le parole del parroco don Carlo Caccia alla vigilia dell’ordinazione sacerdotale di un figlio della parrocchia: don Andrea Patelli, 30 anni. E lui per la sua ordinazione ha pensato al Salmo 22: «E io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza».

«È lo slogan che ho scelto — racconta don Patelli — e che ritengo essere in grado di riassumere quanto ho vissuto durante il mio cammino di discernimento in Seminario, scoprendo quanto sia stupendo mettere tutta la mia vita nelle mani di Colui che ha condiviso tutto di noi e che ora prende forma nel ministero sacerdotale dentro la Chiesa. Gli anni in Seminario sono volati e sono stati intensi».

Don Patelli ha voluto sottolineare l’ininterrotto legame con l’amata parrocchia di Credaro con una scelta assai significativa: l’immaginetta personale della sua ordinazione sacerdotale raffigura un affresco conservato nell’antica chiesa parrocchiale del paese nativo, opera di Lorenzo Lotto.  

«A prima vista — prosegue don Patelli — potrebbe sembrare una comunissima scena del presepe, ma osservando meglio mi ricorda come il Signore non abbia avuto vergogna a essere quel Pastore pronto a “sporcarsi le mani” per venirmi ad incontrare nella mia umanità. E lo ha fatto nella forma dell’umiltà, della povertà e della piccolezza. La nascita di Gesù è già annuncio della Passione. Questa immaginetta mi sembra esprimere bene il Salmo che ho scelto, per diventare un prete appassionato di Dio e degli uomini».

Alla vigilia dell’ordinazione, sempre sulle pagine di «Alere», il periodico del Seminario diocesano, confida i sentimenti che porta nel cuore in questi giorni in attesa dell’ordinazione. «Sono i più diversi. Si tratta di emozioni e timori, di gioia e trepidazione, di coraggio e paura. Molti sono poi i ricordi che affiorano: le esperienze fatte, prima e dopo il Seminario, i volti delle molte persone incontrate lungo gli anni e tutti coloro che mi hanno accompagnato e mostrato con la loro vita l’attualità e la concretezza del Vangelo». 

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