Mani in Pagina: quando “manca” qualcosa, è l’inizio di una grande avventura

“A tutti manca qualcosa. Qualcosa che non puoi mai riuscire a trovare eppure continui a cercare” scrive Pierdomenico Baccalario nel romanzo “Il grande manca” (Il Castoro). Il senso della “mancanza” è indefinibile, inafferrabile, ma è anche una preziosa spinta alla ricerca e all’azione, uno stimolo che aiuta a crescere. Abbiamo scelto cinque libri speciali che ne parlano in modo diverso.

C’è un buco in questo libro: “Il grande manca”

“Il grande manca” di Baccalario si presenta con una veste grafica particolare: sulla destra, circa a metà della copertina c’è un buco che attraversa tutte le pagine e che ha un significato ben preciso, che si scopre durante la lettura (niente spoiler).
Vittorio, il protagonista, è un ragazzo di 14 anni che sente la mancanza del fratello Federico, in coma dopo un incidente avvenuto in circostanze non chiare.
Per colmare questo vuoto e sentire comunque la presenza del fratello cerca di completare la collezione di libri e fumetti che lui aveva avviato, parla con i suoi amici, cerca di farsi spazio nella tristezza dei suoi genitori. Una lettura intensa, coinvolgente, commovente, che spinge a indagare nelle proprie “mancanze” e a trovare modi creativi per colmarle.

Ogni giorno indossiamo una “maschera” diversa

È un viaggio nel mondo delle emozioni “Il signor senzatesta” (La Margherita) di Ghislaine Herbéra, che nel 2011 ha vinto il Bologna Ragazzi Award. Un libro fatto per spiegare ai bambini e ragazzi le emozioni, adatto dai 6 anni in su.
Mostra che ogni giorno in noi si muovono tante energie diverse, positive e negative, e nessuna ci definisce e caratterizza in modo permanente.

Nella vita del signor Senzatesta ci sono infatti mille “maschere” da cambiare ogni giorno, da indossare quando ci si sente felici, infelici, arrabbiati, soddisfatti, amichevoli oppure no. Il signor Senzatesta cerca nel suo ricco armadio la maschera giusta da indossare quando incontrerà la sua innamorata.

Le maschere che si vedono nelle pagine del libro vengono da culture di tutto il mondo e possono essere usate come “modelli” per rappresentare le emozioni. Le illustrazioni raffinate e i testi essenziali rendono questo libro una piccola “opera d’arte”.

Fare spazio dentro di sé perché nasca qualcosa di nuovo

Sono immagini spiazzanti, in continuo movimento quelle del silent book “Senza” (Kite) dell’autrice portoghese Catarina Sobral. Una storia che può essere raccontata in mille modi diversi, a seconda del luogo, del momento e degli ascoltatori. Scenari che cambiano continuamente, come la vita.

Conosciamo soltanto i contorni del protagonista, che si presenta come una sagoma vuota. La sua però ci appare come una mancanza “accogliente”, pronta ad affacciarsi sul mondo e a farsi contaminare e “riempire” di colori grazie a incontri speciali.

Nelle illustrazioni si mischiano tante tecniche diverse, con un effetto affascinante e coinvolgente, un invito a una lettura ricca e stratificata. Saper stare “senza”, accettare un po’ di vuoto dentro di sé, può essere in fondo la condizione ideale per far germogliare qualcosa di nuovo, come accade in questo originale albo illustrato. La bellezza di uno sguardo diverso, la scoperta di avere accanto qualcuno come noi. L’invito a prendersi cura di un cuore che batte a un ritmo tutto suo.

Il potere dei sogni e della fantasia ne “La storia infinita”

Un magnifico classico “La storia infinita” (Longanesi) di Michael Ende è la chiave per un’interpretazione fantasiosa del senso della mancanza. Al giovane protagonista Bastian manca la mamma, che è morta di recente, gli manca il coraggio di reagire ai soprusi dei prepotenti. Nel mondo della fantasia trova però le risorse che gli permetteranno di crescere e di trovare il suo posto. Incontra creature fantastiche, amici preziosi come il FortunaDrago, deve combattere contro il Nulla che minaccia la sopravvivenza di tutti. Scopre il potere dei sogni, delle parole, della fantasia. Torna con una consapevolezza nuova.

C’è sempre un rimedio per scacciare la tristezza

Anche la tristezza è la manifestazione, a volte, del senso della mancanza. Lo racconta in modo divertente, semplice, adatto anche ai più piccoli “Perché (a volte) mi sento triste?” (Usborne) di Katye Daynes con illustrazioni di Amy Willcox. La storia propone piccole storie che spiegano la tristezza e il senso di mancanza attingendo alla vita quotidiana dei più piccoli: quando la mamma non c’è, quando non trovano un giocattolo, quando un amico si allontana. Aprire le finestrelle, però, ribalta sempre la prospettiva: c’è sempre qualcosa che possiamo fare per superare un momento di difficoltà e sentirci di nuovo bene. L’importante è parlarne con qualcuno, affrontarlo, trovare una soluzione.

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