Smartphone per la Prima comunione, sì o no? Suor Chiara: “I regali non esprimono solo affetto, ma anche valori”

Buongiorno suor Chiara,
Nella classe di mia figlia, quasi tutti i suoi compagni hanno ricevuto per la prima comunione uno smartphone. Noi abbiamo scelto di non regalarglielo, perché ci sembra troppo presto e perché un regalo così non ci sembrava appropriato per un sacramento. A volte però mi chiedo se abbiamo fatto bene. Sappiamo che essere “connessi” può essere un grande vantaggio, ma nasconde anche tanti rischi, che forse i nostri figli “nativi digitali” sono portati a sottovalutare. Che cosa ne pensa?
Un caro saluto e grazie di cuore.
Michela

Siete stati coraggiosi, cara Michela!

Apprezzo l’uso dello smartphone, indispensabile per ogni evenienza quotidiana, ma non mi pare sia un oggetto appropriato da regalare in occasione della Prima comunione, sacramento che rende presente l’Amore gratuito del Signore, donato e ricevuto attraverso un piccolissimo pezzo di pane, e simbolo di un’esistenza regalata a “piene mani”, spezzata senza riserve e senza misura per il bene dei nostri fratelli. Condivido, perciò, la vostra scelta, anche se sono consapevole della complessità di questa problematica, sovente tema di dibattiti e di accese discussioni.

Forse anche nel decidere i regali per la Prima Comunione o per la Cresima sarebbe necessario prestare più attenzione, per non rischiare di veicolare al ragazzo messaggi contraddittori.

Mi pare di osservare, infatti, un poco ovunque, che spesso e con leggerezza, ci si affida alla moda di turno, al “così fan tutti!”, al “ma poi cosa dirà mio figlio?”, finendo nei vicoli ciechi della competitività e del consumismo, che non giovano a nessuno, nemmeno al ragazzo.

Il regalo è un oggetto significativo e simbolico

Il “regalo” in sé stesso è un oggetto significativo e altamente simbolico sia per chi lo riceve che per chi lo dona, soprattutto se regalato in occasioni importanti dell’esistenza; esso infatti non esprime solo l’affetto, ma anche i valori importanti nei quali credere.

Come fare, allora? Quali i criteri da tenere presenti? Con chi confrontarsi? Le domande sono lecite, vanno affrontate e magari fatte oggetto di confronto con esperti in materia.

Dal mio piccolo punto di vista mi pare di poter dire che, almeno in occasioni delle celebrazioni dei sacramenti dell’Iniziazione Cristiana, si dovrebbe considerare il significato del sacramento che si riceve, così che vi sia unità tra ciò che si celebra e la vita concreta del bambino, riservando lo smartphone e oggetti simili per altre circostanze importanti della sua vita e della sua crescita.

Se, ad esempio, l’Eucarestia è il sacramento che rende attuale il donarsi senza misura del Signore Gesù, anche i regali dovrebbero, per quanto è possibile, rendere visibile il senso del dono gratuito della propria vita e della condivisione dei beni.

Quante possibilità: progetti solidali, vacanze formative

E allora perché non regalare, ad esempio, una visita guidata a enti o a associazioni caritativi, ad una casa-famiglia? Perché non partecipare a progetti solidali sia in ambito sociale e\o dell’ecologia integrale (è possibile, ad esempio, adottare un’arnia e ricevere il miele prodotto, oppure un albero da frutto per riceverne a casa i suoi frutti, o “da ombra” per il proprio giardino dei suoi giochi, e molte altre opportunità)? Sarebbe impossibile tentare di organizzare un pranzo condiviso con gli amici più cari o addirittura con coloro che non se lo possono permettere? Oppure pensare a una vacanza formativa, semplicemente, per godersi gli affetti della famiglia? E i libri di lettura di qualità, sono fuori moda?

Stranezze? Forse! Impossibili da realizzare? Non credo!

Non sono un genitore, né lavoro in ambito educativo, ma credo che i nostri ragazzi siano sensibili a ciò che è autenticamente bello e autentico. Non deludiamoli!

Cara Michela continua con coraggio!

Auguri e grazie per la tua testimonianza.

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