Papa Francesco: “Non c’è santità senza cura per i poveri”. L’appello per la pace in Ucraina

Foto Vatican Media - Sir

Papa Francesco ha concluso l’ultima udienza generale prima della consueta pausa estiva con un ennesimo appello per la pace in Ucraina. Al centro della catechesi, la figura di Mary MacKillop, la religiosa australiana fondatrice delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore.

“Domani celebreremo la solennità dei Santi Pietro e Paolo: l’esempio e la protezione di questi due apostoli sostengano ciascuno di noi nella sequela di Cristo. Alla loro intercessione affidiamo la cara popolazione Ucraina, perché possa presto ritrovare la pace”. Anche nell’ultima udienza generale prima della consueta pausa estiva Papa Francesco non ha mancato di lanciare un ennesimo appello per la pace.

Non scordiamo le sofferenze dell’Ucraina

“Si soffre tanto in Ucraina, non dimentichiamo questo”, ha aggiunto a braccio. Sempre fuori testo l’esordio dell’udienza in piazza San Pietro, nel quale il Papa ha ringraziato le migliaia di fedeli che hanno affollato la zona delimitata dal colonnato del Bernini per essere accorsi così numerosi all’appuntamento del mercoledì nonostante il caldo decisamente estivo sulla Capitale.

Al centro della catechesi, “una religiosa straordinaria, Santa Mary MacKillop, fondatrice delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore, che ha dedicato la sua vita alla formazione intellettuale e religiosa dei poveri nell’Australia rurale”.

“Non c’è santità senza cura per i poveri, i bisognosi, coloro che sono ai margini della società”. A ribadirlo, a braccio, è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata a Mary MacKillop, la religiosa australiana fondatrice delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore.

“Una caratteristica essenziale del suo zelo per il Vangelo consisteva nel prendersi cura dei poveri e degli emarginati”, ha ricordato Francesco.

“E questo è molto importante”, ha proseguito a braccio: “Nella strada della santità dei cristiani, i poveri sono protagonisti. Una persona non può andare avanti nella santità se non si dedica anche a loro, in un modo o in un altro. Sono loro che dicono che il protagonista della storia è il mendicante. Sono loro che attirano l’attenzione su questa grande ingiustizia che è la fame nel mondo. Oggi si spendono soldi per le armi, e non per il cibo. Non c’è santità senza cura per i poveri, i bisognosi coloro che sono ai margini della santità”.

“L’educazione cattolica è una forma di evangelizzazione. È una grande forma di evangelizzazione”.

Lo ha detto, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata a Mary MacKillop, fondatrice delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore, che ha dedicato la sua vita alla formazione intellettuale e religiosa dei poveri nell’Australia rurale.

La storia di Mary MacKillop, educatrice nell’Australia rurale

Mary MacKillop nasce nei pressi di Melbourne da genitori emigrati in Australia dalla Scozia, ha raccontato Francesco: “Da ragazza, si sentì chiamata da Dio a servirlo e testimoniarlo non solo con le parole, ma soprattutto con una vita trasformata dalla presenza di Dio. Come Maria Maddalena, che per prima incontrò Gesù risorto e fu mandata da lui a portare l’annuncio ai discepoli, Mary era convinta di essere lei pure inviata a diffondere la Buona Notizia e ad attrarre altri all’incontro con il Dio vivente. Leggendo con saggezza i segni dei tempi, ella capì che per lei il modo migliore di farlo era attraverso l’educazione dei giovani, nella consapevolezza che l’educazione cattolica è una forma di evangelizzazione. Così, se possiamo dire che ciascun santo è una missione; è un progetto del Padre per riflettere e incarnare, in un momento determinato della storia, un aspetto del Vangelo, Mary MacKillop lo è stata soprattutto attraverso la fondazione di scuole”.

Scopo dell’educazione è lo sviluppo integrale della persona

“Lo scopo dell’educazione è lo sviluppo integrale della persona sia come individuo sia come membro della comunità; e questo richiede sapienza, pazienza e carità da parte di ogni insegnante”.

Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata a Mary MacKillop, la religiosa australiana fondatrice delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore.

“L’educazione non consiste nel riempire la testa di idee, ma nell’accompagnare e incoraggiare gli studenti nel cammino di crescita umana e spirituale, mostrando loro quanto l’amicizia con Gesù Risorto dilati il cuore e renda la vita più umana”, ha ribadito Franesco: “Ed è aiutare a pensare bene, a sentire bene – il linguaggio del cuore – e a fare bene, il linguaggio delle mani . Questa visione è pienamente attuale oggi, quando sentiamo il bisogno di un patto educativo capace di unire le famiglie, le scuole e l’intera società”.

“Tutti i santi hanno avuto opposizione, anche dentro la Chiesa”. Lo ha detto il Papa, ripercorrendo, ella catechesi dell’udienza di oggi, la biografia di Mary MacKillop, la santa australiana fondatrice delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore.

Tutti i santi incontrano opposizione, anche nella Chiesa

“Mary aveva molta fede nella Provvidenza di Dio”, ha sottolineato Francesco: “era sempre fiduciosa che in qualsiasi situazione Dio provvede. Ma questo non le risparmiava le ansie e le difficoltà derivanti dal suo apostolato, e Maria ne aveva buone ragioni: doveva pagare i conti, trattare con i vescovi e i preti locali, gestire le scuole e curare la formazione professionale e spirituale delle sue suore; e, più tardi, i problemi di salute. Tuttavia, in tutto questo, rimaneva tranquilla, portando con pazienza la croce che è parte integrante della missione. In una occasione, nella festa dell’Esaltazione della Croce, Mary disse a una delle sue consorelle: ‘Figlia mia, da molti anni ho imparato ad amare la Croce’”.

La religiosa australiana, ha osservato il Papa, “non si è arresa nei momenti di prova e di oscurità, quando la sua gioia era smorzata dall’opposizione e dal rifiuto. Il segreto del suo zelo apostolico, era il rapporto continuo col Signore”.

“Il discepolato missionario di Santa Mary MacKillop, la sua risposta creativa ai bisogni della Chiesa del suo tempo, il suo impegno per la formazione integrale dei giovani ispirino oggi tutti noi, chiamati ad essere lievito di Vangelo nelle nostre società in rapida trasformazione”, l’auspicio finale: “Il suo esempio e la sua intercessione sostengano il lavoro quotidiano dei genitori, degli insegnanti, dei catechisti e di tutti gli educatori, per il bene dei giovani e per un futuro più umano e pieno di speranza”.

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